Il campione olimpico dei 1500 stile libero riflette l'amarezza nell'apprendere la squalifica di 8 anni per doping inflitta dal TAS di Losanna a Sun Yang. A Sky Sport Paltrinieri confessa: "Non riesco a gioire. Il mio dispiacere nasce dal fatto che Sun Yang ha segnato la mia crescita professionale come atleta. Fin da quando ero piccolo è sempre stato il mio punto di riferimento, è stato il campione che volevo battere. Sapere adesso che c'è stato l'aiuto del doping, veramente, dietro alcune sue gare, toglie un po' il senso a tutto"
La squalifica per doping di Sun Yang, tanto pesante quanto eclatante, rappresenta un nuovo capitolo della storia del nuoto. Il fuoriclasse. Ops, fuoriclasse: dobbiamo d'ora in poi dobbiamo riconsiderare tutti gli appellativi che gli abbiamo attribuito negli ultimi 10 anni? Comunque, l'atleta più medagliato nella storia dello sport cinese, il primo a vincere un oro olimpico nel nuoto per il suo Paese (Londra 2012, oro nei 400sl e nei 1500sl) ha dichiarato che farà sicuramente ricorso al Tribunale Federale Svizzero contro la decisione del TAS di Losanna di bandirlo dalle piscine per 8 anni, recidivo dopo la prima squalifica di doping nel 2014 (tre mesi per uno stimolante). In presenza di un tale verdetto, con la carriera di Sun Yang vicina al capolinea, restano però tutte le sue medaglie, non saranno cancellati i suoi risultati, il record del mondo nei 1500sl gli appartiene ancora dalla finale olimpica di Londra 2012 (14’31”02).
Le prime reazioni
Sui social è un trionfo di commenti, non certo educati, da parte dei fans più scalmanati. Di entrambe le parti. Decine di migliaia di cinesi hanno scritto a sostegno del loro idolo, definendo il verdetto del TAS crudele. Arrivano altrettante dichiarazioni euforiche da parte dei fans delle piscine che hanno sempre additato i sospetti verso il cinesone.
Tra i campioni del nuoto, all'interno dei rispettivi staff tecnici, prevale la soddisfazione ma in pochi hanno voglia di esultare. Significativa la reazione di Gregorio Paltrinieri, l'oro olimpico in carica dei 1500 stile, colui che ha scalzato dal trono a cinque cerchi proprio Sun Yang nella distanza delle 30 vasche a stile libero. Il 25enne poliziotto di Carpi ha poca voglia di parlare e non certo per la fatica. Si sta allenando al Centro Federale di Ostia, reduce da un intensissimo mese in altura a Flagstaff (USA), macina ogni giorno Km su Km con il gruppo azzurro di cui fa parte Gabriele Detti, hanno tutti il sogno di Tokyo 2020. Erano in acqua quando l'allenatore Stefano Morini ha comunicato loro la decisione del TAS. Qualcuno di voi si immagina una reazione di gioia? Niente di più sbagliato.
Paltrinieri: "Nessuna gioia, solo grande tristezza"
“A me tutta questa storia lascia solo tanta tristezza, come sempre del resto in tutti i casi di doping", confida Greg a SkySport, "Non riesco proprio ad esultare perché un mio rivale viene trovato positivo al doping. Non ci trovo niente di bello, non riesco proprio a gioire. Dirò un paradosso, sono quasi dispiaciuto che sia uscita questa notizia”.
Dispiaciuto per Sun Yang o per la credibilità del sistema antidoping?
“Dispiaciuto per lui no di certo. Il mio dispiacere nasce dal fatto che Sun Yang ha segnato la mia crescita professionale come atleta. Fin da quando ero piccolo è sempre stato il mio punto di riferimento, è stato il campione che volevo battere, lavoravo duramente per poter gareggiare faccia a faccia con lui, sognavo di sfidarlo fianco a fianco nelle corsie 4 e 5 (nel nuoto le corsie dei migliori) e sono riuscito a farlo. Sapere adesso che c'è stato l'aiuto del doping, veramente, dietro alcune sue gare, toglie un po' il senso a tutto".
Paltrinieri è un campione molto profondo, ha una testa non comune, all’apparenza è sempre educato, sorridente, spontaneo ma nasconde un'indole molto riflessiva. Le sue parole sembrano uscire quasi a fatica. Addirittura toglie il senso a tutto la squalifica del cinese?
"Il punto è che ci sono rimasto male, anche se personalmente non c'entro nulla con la sua vicenda. Mi viene da pensare: ma io mi sono rapportato e confrontato con una persona del genere! Se guardo indietro e rivedo alcune gare, tutto diventa più triste. Da una parte sono dispiaciuto perché non avrei voluto sentire questa notizia, neppure leggere certi tentativi di imbroglio nelle carte dell'inchiesta. D'altra parte è un bene che siano arrivati a questa conclusione".
Tu sei un grande amico di Mack Horton, ti sei pure allenato insieme a lui per 6 mesi in Australia. Lui è diventato il paladino dell'antidoping proprio per la sua protesta eclatante ai Mondiali di Gwangju, il rifiuto di salire sul podio insieme a Sun Yang.
"Ne abbiamo parlato spesso io e Mack, si è pure attirato l'ira di tutto il popolo cinese per il suo gesto. Ma credetemi se vi dico oggi nemmeno lui esulta. Ovvio che la pensiamo allo stesso modo, il doping va combattuto senza se e senza ma".
Nell'intera vicenda il ma è rappresentato dal tempo, infinito, per giungere a questa sentenza.
"Ci hanno messo pure troppo, era da due anni che eravamo tutti in stand-by, due anni sono tanti eh, non ne potevamo più nell'ambiente di questa atmosfera di incertezza, di sospetti. Se hanno deciso per questa squalifica di 8 anni avranno reputato che fosse la decisione più giusta. Appoggio al 100% la sentenza del TAS. Io però adesso devo pensare solo a me stesso, come ho sempre cercato di fare. Mi alleno ogni giorno per essere il miglior nuotatore possibile, sono scrupoloso nel compilare i whereabouts, chiedo indicazioni al medico della nazionale anche se devo prendere una aspirina. Sun Yang adesso per me è una storia triste alla quale non voglio più pensare. Mi concentro su me stesso e sul mio sogno".
Horton: "Penso solo ad andare avanti"
Potere dell’amicizia, nel giro di pochi minuti arriva dall'altra parte del mondo la dichiarazione di Mack Horton, l'uomo che stupì tutti lo scorso luglio ai Mondiali di Gwangju nella cerimonia di premiazione dei 400 stile, argento dietro a Sun Yang e davanti a Detti, bronzo: "Io non salgo sul podio insieme a chi bara". Le scaramucce tra i due erano già iniziate alle Olimpiade di Rio 2016, medesima gara dei 400, podio simile con Detti di bronzo ma con Horton davanti a Sun Yang. Chi tra noi colleghi della stampa assistette alla conferenza stampa post premiazione di Rio ancora ricorda l'atmosfera glaciale e surreale, il vincitore non degnava di uno sguardo il cinese.
In diretta, pressato dalle televisioni australiane, Horton sta per iniziare la sua sessione di allenamento, è prima mattina orario di Melbourne. "La sentenza del TAS non cambia la mia posizione e le mie idee. Ho sempre ribadito che sto dalla parte dello sport pulito. Non ne faccio una questione di singoli atleti o nazioni. Mi chiedete se sono sollevato? Io vi rispondo che penso ad andare avanti. Sono solo un ragazzo che insegue ancora il sogno. Abbiamo un lavoro da fare anche questa mattina, allenandoci, e continueremo ad andare avanti". Laconico il campione olimpico aussie. Aveva ragione il suo amico Greg. C'è poca voglia di gioire.