Europei nuoto: Quadarella 800 d’oro, Pellegrini argento nella staffetta, Miressi record

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Lia Capizzi

Lia Capizzi

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Simona Quadarella regala all’Italia la prima medaglia d’oro degli Europei di Budapest in vasca. Federica Pelllegrini arriva a quota 54 medaglie internazionali con l’inedito argento nella 4x200 stile mista (con Ballo, Di Cola e Panziera). Strepitoso record italiano di Miressi nei 100 stile libero, secondo crono al mondo nel 2021. Il romanzo tutto italiano dei 100 rana femminili e l’energie ridotte di un Greg Paltrinieri che però ha ancora fame

Sul gradino più alto del podio se l’è gustato fino in fondo l'Inno. A Simona Quadarella le note di Mameli erano mancate ma ancor più le gare ad alto livello. La 23enne romana, allieva di Christian Minotti, soffre quando non può confrontarsi con le migliori. E’ agonista vera non a caso, tira fuori gli artigli quando serve. Magari non le riuscirà la tripletta degli Europei di Glasgow 2018 (oro 400, 800 e 1500 sl) ma poco importa, il suo veleno è tornato dorato. Vince a mani basse gli 800 stile con un 8’20”23 che non è un crono eccezionale, anche se c’è solo l’extraterrestre statunitense Katie Ledecky ad aver fatto meglio in questo 2021 nel mondo (8’13”64). Simona sa bene che per salire sul podio alle Olimpiadi di Tokyo bisognerà nuotare un tempo molto inferiore, dovrà tornare ad avvicinarsi al suo personale (8’14”99) ma adesso va più che bene, è la sua prima fatica europea aspettando la gara dei 1500 stile. Le fatiche di Federica Pellegrine qui a Budapest si chiamano staffette, almeno per il momento. La leggenda del nuoto azzurro nuota la terza frazione della 4x200 stile libero mista, cioè uomini con donne, che conquista un argento storico dietro alla Gran Bretagna. Apre Stefano Ballo (1’46”96) che dà il cambio a Stefano Di Cola (1’46”16), la Divina appunto in terza frazione con Margherita Panziera prestata allo stile libero a chiudere (2’00”57). Nuovo record italiano di questa staffetta che si nuota solo agli Europei, è la seconda edizione dopo il debutto del 2018,  Nella bacheca infinita di Federica è la medaglia internazionale numero 54 ma è totalmente nuova, inedita. Il suo crono lanciato è di 1’55”66, nuota sciolta ma non ancora come vorrebbe, da Divina per intenderci. E’ più alto (1’58”03) il parziale della britannica Freya Anderson che nuota in quarta frazione ed è una potenziale rivale insieme alla francese Charlotte Bonnet nel caso la Pellegrini decida di presentarsi al blocco di partenza dei 200 individuali. E’ iscritta, corsia numero quattro nella settima batteria, la riserva se nuotare o meno la gara del cuore la scioglierà solo all’ultimo minuto dopo una valutazione con il coach Matteo Giunta. La Pellegrini si è gasata per il record di Alessandro Miressi nei 100 stile. Con un 47”57, nuovo primato italiano del 23enne gigante di Moncalieri, può nascere una staffetta 4x100 mista misti (uomini e donne) davvero competitiva per le medaglie ai Giochi di Tokyo, è una delle tre nuove specialità al debutto nel programma olimpico (insieme agli 800 uomini e ai 1500 donne). Nella semifinale della gara regina l’azzurro allenato da Antonio Satta scivola nell’acqua come un siluro, è suo il miglior tempo, ribadiamo: 47”53 è qualcosa di spaziale, il secondo crono mondiale stagionale. Nel ranking assoluto del 2021 davanti c’è solo il russo Kliment Kolesnikov (47”31) che guarda caso sarà pure il principale rivale nella finale dei 100 stile giovedì sera. Kolesnikov intanto si è concesso il lusso di bissare il record del mondo (23”80) dei 50 dorso nella finale che ha visto il settimo posto di Simone Sabbioni. Tornando invece a Miressi, oro europeo in carica in virtù del titolo del 2018, indossa come tutti gli azzurri la mascherina con la scritta #salviamolepiscine in segno di solidarietà per le società e i gestori delle piscine al coperto la cui apertura è stata posticipata dal governo italiano al 1 luglio. La situazione di enorme difficoltà e disagio Miressi la conosce eccome, l’ha subita sulla propria pelle, la sua abituale piscina a Torino è ancora chiusa. Poco prima, sul podio, anche Simona Quadarella aveva sfoggiato una fascia bianca al braccio in segno di vicinanza, con un pensiero anche a tutti gli amatori che sono fermi da troppo tempo e che non possono sfogare la propria passione, pur ritenendosi lei stessa fortunata nell’essersi potuta sempre allenare in sicurezza all’Aniene.

 

Nei 100 rana il supersonico Adam Peaty regala spettacolo vincendo da pronostico in 57”66 davanti all’olandese Arno Kamminga (58”10) che qualche settimana fa è diventato il secondo uomo della storia a nuotare sotto i 58 secondi. Amareggiato Nicolò Martinenghi che puntava chiaramente al podio. Con il primato italiano di 58”37, siglato ai primi di aprile agli Assoluti di Riccione, sarebbe stato almeno di bronzo, invece il 21enne di Varese chiude quinto (58”94), contratto in acqua, quasi appesantito. Deluso ma non preoccupato, medita un riscatto nei 50 rana, dopo aver prima esaminato nel dettaglio cosa sia andato storto in finale insieme al coach Marco Pedoja. Il suo compagno di allenamento Alessandro Pinzuti è settimo (59”50). Nell’altra finale di giornata, i 100 farfalla femminili, si dividono la vittoria ex-aequo la greca Ntountounaki e la francese Wattel, quinta Elena di Liddo e settima Ilaria Bianchi.

 

Vale un romanzo, tutto italiano, la gara dei 100 rana donne.  In batteria Arianna Castiglioni scende per la prima volta sotto il muro di 1'06". La 23enne di Busto Arsizio, allenata da Gianni Leoni, è la più veloce al mattino (1'05"98) davanti ad una sempre pimpante primatista nazionale Martina Carraro (1'06"26). Resta fuori dalle semifinali Benedetta Pilato (1'06"34), il suo è il terzo tempo assoluto delle batterie ma solo due atleti per nazione possono andare avanti. Il crono della 16enne prodigio di Taranto ai Mondiali di Gwangju sarebbe stato da bronzo iridato, invece qui a Budapest non le permette di entrare in una semifinale europea. Roba da matti. Mai visto un livello di eccellenza mondiale di 3 atlete italiane nella stessa specialità, solo la scherma può ricordare un esempio simile, nel nuoto è una novità assoluta.

 

Queste del resto sono le regole. Per lo stesso motivo un mese fa a RiccioneArianna Castiglioni, nuotando ex aequo con la Pilato, è rimasta fuori dalle Olimpiadi, non disputerà la gara individuale a Tokyo. Ecco che nella finale continentale vuole dunque prendersi la rivincita. Per la medaglia d’oro sarà una lotta fratricida tra lei e la Carraro, rispettivamente secondo e quarto tempo in semifinale con la sorpresa svedese Sophie Hansson più veloce di tutte (1’05”69). La Pilato cercherà la rivincita nei 50 rana che l’hanno rivelata al mondo, a 14 anni il suo argento ai Mondiali 2019.

 

Chiusura d’obbligo con Greg Paltrinieri. Si qualifica per la finale dei 1500 stile, di cui è campione olimpico, con il settimo tempo. Il fuoriclasse di Carpi non nuotava un crono così alto (15’08”84) da più di dieci anni. Difficile pure definire un tempo così mediocre. Come sempre Greg è il più lucido nelle analisi: “Sono quasi alla frutta”. Ovvio, ti viene da pensare. Ha nuotato quasi 17 Km, in totale, nelle gare del fondo nelle acque del Lupa Lake dalle quali è uscito con una storica tripletta, tre ori (5Km, 10Km e staffetta). Nel programma di lavoro stilato insieme al tecnico Fabrizio Antonelli proprio a Budapest sta facendo le prove generali di ciò che lo attende alle Olimpiadi di Tokyo dove però il programma sarà invertito: Greg avrà prima le gare in piscina (800 e 1500) e poi quella in mare (unica gara del fondo ai Giochi è la 10 Km). A livello tecnico pesa più il passaggio dalle acque libere alla vasca, rispetto al contrario. Dettagli che servono a comprendere la stanchezza di superGreg. In finale riuscirà a dar fondo alle poche energie rimaste? Conterà anche l’orgoglio? Paltrinieri dal 2012 è sempre salito su un podio europeo, difficilmente accetterà di restare all’asciutto nella sua gara che ama. Fiducia.