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Nuoto, Matteo Rivolta dice basta con le competizioni: "Mi stavo facendo del male"

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Riccardo Re

Il tre volte medaglia d'oro ai Mondiali in vasca corta annuncia con un lungo ed emotivo post su Instagram la fine della sua carriera agonistica: "Sono da sempre il più grande avversario di sé stesso e mi stavo facendo del male. È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato"

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Tre titoli mondiali in vasca corta, due volte campione europeo, l’ultima in staffetta negli indimenticabili Europei di Roma. Ma molti non si ricorderanno quella che ora scopriamo fosse l’ultima gara di Matteo Rivolta: a Otopeni, in Romania, per gli Europei di Nuoto in vasca corta lo scorso dicembre. Matteo Rivolta doveva lanciare la staffetta mista con la frazione a dorso, in batteria, ma un problema al device gli provocò un grave infortunio al braccio: forte rischio di lesione al tendine, ma non c’era più tempo per sostituirlo. Da capitano della nazionale di nuoto gareggiò comunque prima di tornare urgentemente in Italia con il suo allenatore Marco Pedoja. Per la cronaca quel sacrificio personale servì alla qualifica della staffetta italiana, salita sul podio nella finale pomeridiana quando Rivolta era in ospedale per accertamenti. Ora, a meno di tre mesi da quel giorno che già racconta molto dell’uomo e dell’atleta, dice addio al nuoto. A 32 anni, nell’anno olimpico. Un suo recupero poteva essere preziosissimo almeno per la staffetta 4x100 mista azzurra che ha ambizioni olimpiche da podio, e non ha un farfallista certo del posto nel quartetto. Poco più di due anni fa era stato capace di diventare campione del mondo individuale ad Abu Dhabi nei 100 farfalla migliorando per la quinta volta consecutiva il record nazionale che è tuttora imbattuto, ed è stato primatista anche in vasca lunga: non solo per questo, pur non al meglio, la qualificazione olimpica poteva non essere così impossibile. Ma dopo numerosi infortuni in questi ultimi anni, Rivolta ha capito che questa volta non sarebbe potuto tornare in acqua come il miglior Rivolta, e da atleta puntiglioso, ambizioso, e severo con sé stesso come è sempre stato, dice basta.

Rivolta dice basta, il post sui social

Lo fa con un lungo post sui social, dopo averne parlato di persona con il suo allenatore, con il direttore tecnico della nazionale Cesare Butini, con alcuni suoi compagni appena rientrati dal mondiale di Doha e ovviamente con il suo club, il circolo Canottieri Aniene. Lo stesso di Federica Pellegrini, tra le prime a commentare con una lacrima il primo di una serie di post d’addio su Instagram: "L’altra sera guardandomi allo specchio, col cuore in mano, ho deciso di concludere questo viaggio. Perché? Perché mi stavo facendo del male. È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato. Ho sempre creduto che un Atleta sia tale quando può dedicare Anima e Corpo e Mente al Massimo obiettivo possibile. Non poterlo più fare liberamente mi logora più di quanto lo faccia scrivere l’epilogo di questo viaggio. Da diverso tempo ho accolto e nutrito la curiosità di scoprire chi volessi essere “da grande”. Ho continuato, ho voluto dare ascolto al cuore che non accettava l’idea di rinunciare a certi sogni… e non l’accetta tuttora. Da allora però il mio corpo è gradualmente imploso. Le sventure che ho vissuto quest’ultimo anno non sono mera fatalità, ma sintomi di un disagio interno. Mi guardo indietro e vedo un ragazzo esigente, critico, da sempre il più grande avversario di sé stesso, ma col sorriso di chi sogna ad occhi aperti. Per questo ho mancato molte occasioni e ne ho colte altre. Ho imparato a soffrire, a gioire, a conoscere la sconfitta e vivere la vittoria. Ho conosciuto persone che mi hanno cambiato la vita, che hanno creduto in me più di quanto abbia fatto io stesso. Ho imparato ad amare. Ho appreso molto da più grandi e ancor di più dai giovani… a voi auguro di essere dei modelli di riferimento autentici, diffidate da chi si incorona da sé, gli uomini veri brillano di umiltà. Grazie a mamma e papà, alla mia famiglia tutta, agli amici di una vita, a chi mi ha amato, ai compagni, agli allenatori, ai medici e terapisti, ai dirigenti, a chiunque mi abbia accompagnato in questo viaggio. Grazie a voi tutti per avermi aiutato a diventare l’uomo che orgogliosamente sono oggi. Dream Big…"