Sara Curtis è pronta per prendersi il mondo del nuoto

Sono tante le facce dei ragazzi italiani che hanno dato forma all’impresa che l’Italnuoto ha compiuto a Lublino. Venti medaglie, nove d’oro ai campionati europei di vasca corta in Polonia che hanno portato gli azzurri a vincere per la prima volta il medagliere di questa competizione, e a rivincere il trofeo per nazioni. Una nazionale che aveva la maturità dei 18 anni di differenza tra la più giovane, Alessandra Mao , e la più esperta e sempreverde Silvia Di Pietro . Una nazionale capace di vincere tutte le staffette maschili e di andare comunque sul podio in tutte quelle femminili. E con la ciliegina di aver fatto crollare l’unico primato mondiale di questa manifestazione grazie al quartetto della 4x50 stile mixed. Ci confermiamo una superpotenza mondiale fra le corsie, i più forti del continente. E con una stella in più. Perché Sara Curtis ha iniziato a raccogliere quello che si sperava. Il talento era evidente già a 16 anni quando si trovò per la prima volta in una finale con le grandi e a vincere il suo primo titolo italiano assoluto. E la maturità di rivendicare con orgoglio di essere la prima nuotatrice italiana afrodiscendente ad avercela fatta. E la prima ad approdare in nazionale con la mai nascosta ambizione di voler rompere anche molti pregiudizi, per essere d’esempio. Lei, nata e cresciuta a Savigliano in provincia di Cuneo da mamma nigeriana e papà piemontese. Una crescita agonistica costante la sua: innumerevoli titoli e record europei e mondiali a livello juniores, e le prime medaglie internazionali con i grandi in staffetta con cui è approdata anche nella finale olimpica di Parigi. Poi la prima finale mondiale individuale a Singapore la scorsa estate, e da sola rieccola qui in Polonia a raccogliere le prime grandi soddisfazioni. Il bronzo nella gara regina, l’oro con record europeo nei 50 dorso a soli 19 anni, l’argento ottenuto pochi minuti dopo nei 50 stile, e la terza medaglia in un giorno ancora in staffetta. In tutto si porta a casa sette medaglie, di cui tre d’oro, personali su ogni gara, primati italiani storici, e perfino il record mondiale con la 4x50 stile mista. E pazienza che il primato europeo gliel’abbiano già portato via dopo 127 minuti, roba da record pure questa. Sara è pronta a riprendersi tutto. Con il suo sorriso, senza fretta e pressioni, divertendosi, continuando a ribadire che il mix di culture le dà forza. Sapendo che alle sprinter serve più tempo rispetto ad altre nuotatrici per sbocciare del tutto, e che le under 20 siano una rarità nelle sue gare preferite. Sa pure che la vasca corta non ha il prestigio della lunga, e che l’Europa non è il mondo, in particolare nella velocità femminile. E anche per questo a settembre aveva deciso di attraversare l’oceano per allenarsi con le più forti come Kate Douglass e Gretchen Walsh all’università della Virginia, dove ovviamente continuerà anche a studiare. Ha scelto psicologia, lei che a giugno si è diplomata a Savigliano con cento centesimi, e che proprio per studiare non aveva mai effettuato doppi allenamenti nei giorni di scuola. Ora ha iniziato a farli e si è subito visto. “Ce l’ho fatta”, ha gridato a mamma Helen al termine di questo meraviglioso Europeo. Del resto non erano pochi gli scettici quando con intraprendenza decise di partire per l’America lasciando il Piemonte e il suo mentore Thomas Maggiora - che continua a seguirla a distanza e l’ha riabbracciata in Polonia - per andare alla corte di uno dei guru del nuoto come Todd De Sorbo. Ma lei era stata chiara: “Non vado negli Stati Uniti per lasciare l’Italia, ma per renderla fiera”. Eh sì, ce l’hai fatta Sara. Lo sa mamma Helen e lo sappiano noi. Orgogliosi di te e di tutta questa nazionale di nuoto.

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Sara Curtis è pronta per prendersi il mondo del nuoto

Riccardo Re