La medaglia d'oro di un gruppo che scende in pedana come fosse un corpo solo. Foconi, Avola, Garozzo e Cassarà protagonisti di una finale esaltante contro gli Usa, 45-34. E' il quarto oro ai Mondiali cinesi di Wuxi. L'Italia domina il medagliere e vince pure la classifica per Nazioni
SFUMA L’OTTAVA MEDAGLIA, MA L’ITALIA HA GIA’ VINTO IL MEDAGLIERE
LE AZZURRE DEL DREAM TEAM NON SI NASCONDONO: "ORO MANCATO NEL FIORETTO"
Yankee go home. La vendetta è servita. Negli ultimi mesi gli azzurri del fioretto avevano masticato amaro contro gli USA dominatori di tutte le gare di Coppa del Mondo, imbattuti. Avevano pure dovuto digerire frasi di sfottò e dichiarazioni presuntuose scritte dagli statunitensi sui vari social. "Loro si erano molto allargati, tra atteggiamenti post vittorie e pensieri scritti tipo: abbiamo demolito l’Italia. Oh ragazzi, i conti vanno fatti alla fine…”, sghignazza Daniele Garozzo il cui volto è l’espressione della goduria fatta persona. "E ci tengo a sottolineare che questo è il nostro terzo titolo mondiale consecutivo”. Il 25enne siciliano oro olimpico a Rio è il leader del fioretto maschile, a questo oro di squadra teneva molto per scacciare l’amarezza del quarto posto nella gara individuale vinta dal suo grande amico Alessio Foconi. "No, io non mi sento il leader. Qui tra di noi non ci sono leader. Siamo veramente un corpo unico. Lo avete visto anche voi: abbiamo tirato come fossimo un solo uomo”.
E dire che l’immediata vigilia della finale era stata vissuta sul filo dell’apprensione. A pochi minuti dal termine del riscaldamento si fa male Giorgio Avola che era stato il mattatore in semifinale contro la Corea. La caviglia è gonfia, non ce la fa. Peccato, il 29enne di Modica contro gli statunitensi di solito si esalta. Al suo posto tocca ad Andrea Cassarà il cui valore non si mette in discussione, ultimo azzurro a laurearsi campione del mondo nel 2011 e prima ancora due ori olimpici a squadre vinti nel 2004 e nel 2012. Tocca proprio al 34enne bresciano iniziare il primo giro di assalti, sparagnino e senza indugio, chiude in vantaggio 5-4 per lasciare il testimone a Daniele Garozzo che subisce Imboden (4-6). Ci pensa Alessio Foconi a rimettere le cose in chiaro. “Proprio la rivalità che c’è tra di noi e soprattutto quello che avevano detto di noi, sentendosi superiori, ha fatto la differenza. Appena abbiamo saputo che i rivali in finale sarebbero stati loro ci siamo caricati ancor di più. Ci abbiamo messo tutto il cuore che avevamo. In pedana siamo stai duri, cinici a cavalcare l’onda quando abbiamo visto che potevamo sferrare più botte e aumentare il vantaggio. Siamo stati dei grandi”.
La doppietta di Foconi. È l'uomo dei Mondiali. Daje.
È in uno stato di grazia il 28enne di Terni, fresco dell’oro nella prova individuale. Da vedere e rivedere l’assalto contro il teatrante e appariscente di Chamley-Watson immaginando chissà quali pensieri racchiusi dentro la maschera, modello: Ehi Miles, tu che vivi nel tuo attico di Fifth Avenue a New York, guarda un po’ questo “Gorilla” di Terni come riesce a batterti. Foconi rifila al rivale un 6-4 in rimonta e successivamente punisce Massialas nella parte centrale della sfida con un perentorio 5-1 che fa tutta la differenza del mondo, Daje. Il tempo di tornare a casa e Alessio si renderà conto di quanto gli italiani siano rimasti conquistati dalla sua simpatia, dal suo “Daje”, da ex brutto anatroccolo della scherma a campione del Mondo di fioretto individuale. Con quello conquistato nella prova a squadre fanno due ori mondiali a Wuxi: la doppietta Foconi, è lui l’uomo di questo Mondiale. Se uno inizia a vincere a 28 anni, quando ha alle spalle una carriera sportiva fatta di tante batoste, difficile che possa iniziare a tirarsela. Alessio non cambierà, c’è da scommetterci.
Lo "Scream Team" ha l'obiettivo ben chiaro: urlare in direzione Tokyo 2020
Tornando alla finale, Garozzo nel suo secondo assalto fa il vuoto: 5-1 a Chambley-Watson e gli azzurri salgono a +7. Un tesoretto che ha solo bisogno di essere amministrato fino alla fine. Per l’ultimo assalto va in scena quella che due anni fa a Rio fu a finale olimpica individuale, Garozzo contro Alexander Massialas. Sbeng, Il futuro medico Daniele è chirugico nel dare la botta del 5-3. È finita, è la gioia, vendicate le azzurre del Dream Team a 24 ore di distanza dalla loro sconfitta con statunitensi. "Adesso che ci penso, per una volta abbiamo vinto noi e non le donne azzurre del Dream Team”, puntualizza Cassarà: “No, non è malizia la mia, in tanti anni di nazionale non mi era mai capitato e fa specie soprattutto a me”. Gli azzurri un soprannome ce l’hanno, mutuato proprio da quello delle donne: “Noi siamo lo Scream Team, perché ci piace urlare, ci carichiamo così”, conferma Giorgio Avola costretto all’ultimo minuto a vivere la finale ai box ma non per questo meno importante: "Non mi sembra nemmeno di averla saltata questa gara, a me sembrava di essere in pedana. L’Italia ha dimostrato di avere gli attributi più grossi degli altri. Questo successo ha alle spalle un lavoro enorme di tutti, dei maestri e dei tecnici, dello staff, dei fisioterapisti, dei ragazzi che qui a Wuxi hanno fatto i nostri sparring partner. Anche di Giovanni il cuoco italiano che ci ha seguiti e coccolati a pranzo e a cena con il cibo italiano che piace a noi”.
Dettaglio non trascurabile, la delegazione italiana della Federscherma ha portato al seguito un cuoco italiano del Coni, presente anche in occasione delle Olimpiadi di Sydney, Pechino e Rio. Garantire agli atleti un'alimentazione occidentale, e soprattutto corretta, è una questione di attenzione, dal punto di vista psicologico un modo per farli sentire a casa loro. “Siamo un gruppo davvero unito. L’unica gara che abbiamo sbagliato è stata quella di Rio due anni fa. Tutte queste tappe che stiamo inanellando, una dietro l’altra, ci devono dare consapevolezza per arrivare al nostro obiettivo, sappiamo qual è e cosa dobbiamo fare. Io voglio una vittoria a cinque cerchi con questi ragazzi.”, la toccata e risposta finale del veterano Cassarà ha lo sguardo rivolto al futuro. L'Italia viaggia in direzione Tokyo portando a casa dai Mondiali di Wuxi un totale di sette medaglie, quattro d’oro, chiude in testa al medagliere e soprattutto domina la classifica per Nazioni che è la somma totale del punteggio che ogni atleta ha singolarmente conquistato in terra cinese. Qualcosa da migliorare c’è, qualche prestazione sottotono deve essere analizzata, nel complesso però la scherma azzurra c’è. Sempre.