Il ritorno in Italia del 28enne che ha conquistato gli italiani ai mondiali di scherma in Cina. La sua storia di riscatto e quel “Daje” come firma
L’emozione del ritorno. Le lacrime che non aveva mostrato sul gradino più alto del podio di Wuxi adesso, al rientro in Italia, fa fatica a trattenerle. Bandiere e cori da stadio per Alessio Foconi e gli azzurri della nazionale di scherma all’aeroporto di Fiumicino. Il più osannato è proprio il 28enne di Terni, uomo del Mondiale di scherma con i suoi due ori conquistati nel fioretto. Stanco e frastornato dal lungo viaggio di ritorno, con più di 4 ore di ritardo del volo Shanghai – Roma, Alessio sbarca in Italia insieme agli azzurri del fioretto (Daniele Garozzo e la fidanzata Alice Volpi, Andrea Cassarà, Giorgio Avola) e viene accolto come un eroe dai suoi amici e tifosi che intonano il coro di “CAMPIONE DEL MONDO”. Insieme a lui c’è Filippo Romagnoli, il maestro di scherma che lo segue da sempre e che a bordo pedana a Wuxi, al fianco del CT dell’Italia Andrea Cipressa, ha seguito, spronato e infine gioito per il suo allievo. Alessio piano piano prenderà confidenza con la popolarità, si renderà conto di quanto gli italiani siano rimasti conquistati dalla sua simpatia e dalla sua storia di riscatto: di chi sa aspettare, non molla, continua a credere al suo sogno. Da ex brutto anatroccolo della scherma a campione del Mondo di fioretto individuale. Anzi, bicampione del Mondo, con l’oro anche nella prova a squadre.. Una doppietta che gli vale il riconoscimento di “uomo del Mondiale” . Il suo “Daje” è destinato ad essere per tutti la sua firma, un po’ come la Zeta per Zorro. Non sarà cool come l’americano Chamley-Watson che si allena in una palestra con vetrata a vista su Time Square a New York, Alessio preferisce le cose più semplice e spontanee come quando pubblica i video del suo team di lavoro soprannominato il “gruppo dei Gorilla”: allenamenti all’aria aperta a lanciare massi nella campagna umbra. L’unica maschera che indossa è solo quella in pedana, per il resto Foconi è quello che appare e difficilmente potrà cambiare o snaturarsi. Se uno inizia a vincere a 28 anni, quando ha alle spalle una carriera sportiva fatta di tante batoste, difficile che possa iniziare a tirarsela. Alessio non cambierà, c’è da scommetterci.