Scherma, chiusi i mondiali 2023 a Milano: una vittoria italiana oltre lo sport

Scherma

Alberto Pontara

©LaPresse

L'Italia ha chiuso i mondiali di scherma con il primo posto nel medagliere. Il successo dell'edizione svoltasi a Milano va oltre però le vittorie sportive. Dall'affluenza di pubblico all'organizzazione: un modello, anche generazionale

Si sono chiusi i mondiali di scherma a Milano. Sono stati giorni di emozioni, di tante medaglie azzurre che confermano una tradizione e la spingono a velocità verso il futuro (e verso l’Olimpiade di Parigi), anche di tensioni da gestire in un mondo sempre più complicato, anche per quello che dovrebbe essere solo e semplicemente sport. C’è anche un’altra vittoria, in questa Italia in cui si discute di giovani da posizioni troppo spesso paternaliste, populiste o semplicemente velleitarie. È quella di un ragazzo nato ad Acireale il 4 settembre 1993: ha ancora per qualche settimana 29 anni. Si chiama Marco Fichera, ha conquistato una medaglia d’argento a Rio de Janeiro nel 2016 nella spada a squadre. Non è riuscito a ripetersi a Tokyo, ma nel frattempo è diventato milanese d’adozione, un super milanese, si è laureato in Scienze politiche e poi ha conseguito anche la laurea magistrale in Giurisprudenza e un Master del Sole 24 ore e nel frattempo sale ancora in pedana, anche se qualche infortunio lo ha fermato in passato. Ma soprattutto si è messo in testa di organizzare i mondiali di scherma a Milano diventando presidente del Comitato organizzatore, candidando il capoluogo lombardo a ospitare la manifestazione, gestendo la preparazione e lo svolgimento di questi giorni. È pur vero che tra le tante tradizioni positive della scherma italiana c’è questo particolare connubio tra vita sportiva, studio e carriera professionale, che lo fanno sport modello per tanti aspetti. Ma in un paese in cui tanto si discute e poco si fa, vedere una persona giovane, preparata ed entusiasta (e con tante energie, per fare tutte queste cose) guidare una macchina organizzativa e portare a termine la missione, anche con un finale da “telecronista” su Sky Sport, è una notizia da sottolineare. Con i complimenti anche per chi ha avuto fiducia in lui e gli ha affidato il compito. Bravi.