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Mondiali di scherma, altre due medaglie per l'Italia a Tbilisi e la rotta verso il futuro

l'analisi
Sara Cometti

Sara Cometti

Ottima giornata per l'Italia ai Mondiali di scherma in corso a Tbilisi. Secondo oro con il successo di Curatoli, Gallo, Torre e Neri nella prova a squadre di sciabola maschile. E poi il bronzo nella prova a squadre del fioretto femminile. Le coordinate per il fanta-scherma del futuro ci sono tutte

I RISULTATI DI OGGI

Se fossimo in chiusura di calciomercato, la vittoria conquistata a Tbilisi dalla squadra azzurra di sciabola maschile varrebbe un plus-oro, inteso come la somma delle plusvalenze di quattro ragazzi che hanno creduto all’occasione che capita apparentemente per caso e non bisogna lasciare sfumare. E non che gli avversari fossero di scarso valore, intendiamoci. È proprio che questo oro vale di più. Vale per Luca Curatoli, immenso capitano, l’unico rimasto del quartetto che 10 anni fa a Mosca festeggiava l’ultimo successo di quest’arma e si è presentato talmente in forma da raccogliere i frutti di tanti insuccessi immeritati non celebrati in passato.

Italia, sei i titoli mondiali della sciabola maschile a squadre

L’Italia porta a sei i titoli mondiali della sciabola maschile a squadre, dopo Piestiany 1938, Lisbona 1947, Il Cairo 1949, Montecarlo 1950, L’Aja 1995 e infine, Mosca 2015, il successo che sancì di fatto la fine dell’era firmata “Aldo Montano”, che oggi segue la scherma solo da bordo pedana. Bella impresa per una squadra che quest'anno era salita solo una volta sul podio in Coppa del Mondo nella prima gara stagionale ad Orano, quando Pietro Torre, Michele Gallo, Matteo Neri e Giacomo Mignuzzi, conquistarono il bronzo. Il neo C.t. Andrea Terenzio aveva buone sensazioni dopo l'argento agli Europei di Genova, ma l’Italia della sciabola dopo il bronzo ai Mondiali del Cairo, non aveva più raccolto nulla. A Milano, in casa, concluse al 5° posto, come all'Olimpiade e mancava dalla finale di un Campionato del Mondo da sette anni, l’ultima volta fu Wuxi 2018, argento, e nel quartetto c'erano Montano, Samele, Berrè e Curatoli.

Medagliere

Un lavoro di tanti uomini e gestioni

Orfano per la prima volta, del suo gemello diverso, Gigi Samele, prestato a Sky Sport come voce, per commentare una vittoria eccezionale, Luca Curatoli ha guidato al trionfo un ispiratissimo Michele Gallo (+13 contro l’Ungheria in finale e altra plusvalenza da contare) e i due cuccioli Pietro Torre e Matteo Neri, che alla fine, si guardavano increduli aspettando che qualcuno davvero gli dicesse: “Sì! potete festeggiare”… Il plus-oro vale tanto, perché raccoglie il lavoro di tanti uomini e gestioni. Vale per scrivere il proprio nome nell’albo di quelli che - nella scherma - davvero possono dire di contare. Per esempio? 13 mondiali e 23 medaglie fa la chiamavamo tutti Tsun-Ari. Ora, nella versione 3.0, con due gemelli in più da coccolare, anche il bronzo vinto con le sue compagne di squadra potrebbe valere oro. Perché quando sai che il fioretto femminile sale su quel podio dal 2009, anche se non tiri in finale per giocarti il titolo mondiale, se sei stata la portabandiera azzurra, hai l’obbligo, con calma, di risalire in pedana per vincere. Più semplice – ovvio - se accanto a te c’è la ex campionessa del mondo in carica, ma soprattutto due giovani che hanno già fatto capire dove vogliono arrivare. Martina Favaretto è ormai la certezza, Anna Cristino la piacevole scoperta di un’arma che punta solo a moltiplicare fenomene. Le coordinate per il fanta-scherma del futuro le avete. Se volete iniziare a giocare, continuate a seguire questo Mondiale.

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