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Mondiali Scherma, 6 medaglie per l'Italia: il bilancio del torneo

Mondiali scherma
Sara Cometti

Sara Cometti

Foto: Bizzi/Federscherma

Terminati i campionati del mondo di scherma per l'Italia arrivano sei medaglie, che gli valgono "solo" il terzo posto nel medagliere. Un fallimento? No, perché la disciplina sta cambiando, anno dopo anno. E a Tbilisi, infatti, non si è parlato solo di "sorelle d'Italia", perché anche la squadra maschile è stata tra le protagoniste. Rammarico per la spada, unica disciplina a secco di medaglie. Ora l'attenzione si sposta al percorso verso i Giochi di Las Vegas

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6 medaglie: 2 ori e 4 bronzi. È questo il bilancio della scherma italiana ai campionati del mondo di Tbilisi. Il medagliere ufficiale dice "solo" terzo posto ma proviamo ad andare oltre un criterio di giudizio, che per i nuovi confini geografici della scherma globale è obsoleto e poco veritiero. Il numero di Paesi (16) e di continenti (4) andati a medaglia è il più alto degli ultimi 10 anni. È vero che la tendenza era questa da tempo, ma prima la mappa di distribuzione era quasi esclusivamente affare europeo. Ora, del vecchio continente, resistono saldamente solo Francia, (due ori come noi), e Ungheria, sei medaglie come noi. 

A Tbilisi non solo "sorelle d'Italia"

Dunque, no, non parliamo di fallimento. Semmai di cambiamento o di adeguamento. E se la scherma, parola al femminile, da sempre ci ha abituati all'espressione sorelle d'Italia, quella con cui definivamo le superstar del nostro dream team del fioretto, a Tbilisi Fratelli d'Italia è suonato nel suo pieno significato linguistico. Grazie a loro, fiorettisti prima e sciabolatori poi. La differenza a questo Mondiale l'hanno fatta queste due squadre, intese come gruppo, come tutti per uno e uno per tutti. Mai come questa volta, uno ha imboccato la medaglia all'altro, chi con prestazioni da Mvp, o con toreri da incorniciare, chi grazie ai nuovi innesti, ancora da crescere e coccolare. 

Mondiali Scherma Italia Sciabola Maschile
Bizzi/Federscherma

Prossimo obiettivo i Giochi di Los Angeles

Peccato per la spada, l'unica arma a tornare a casa totalmente a mani vuote. L'ultima volta in cui accadde fu il 2013, a Budapest anche allora 6 medaglie, in un campionato dominato dalla Russia, che allora non gareggiava come assembramento di atleti neutrali e stradominava. Ma anche dove i podi non sono arrivati, i motivi per guardare avanti non mancano. Con fiducia e lavoro, il cammino verso i Giochi di Los Angeles può rimettersi in moto. E lungo il percorso, riascoltare l’inno, non può che motivare.

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