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Cortina 2021, Malagò a Sky Sport: "E' più di un Mondiale, l'Italia ha bisogno di fiducia"

CORTINA 2021

"Cortina è più di un Mondiale di sci, il nostro paese ha bisogno di fiducia": così Giovanni Malagò in una lunga intervista al direttore di Sky Sport Federico Ferri. Il presidente del Coni è tornato poi sull'infortunio di Sofia Goggia: "Un peccato, era la strafavorita, ma questo infortunio le darà nuovi stimoli". Poi un passaggio sull'Olimpiade: "Nessun dubbio sullo svolgimento". IL VIDEO

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Perchè Cortina 2021 è più di un Mondiale di sci, per lo sport, per l'Italia e per il nostro futuro?
"E' sicuramente più di un Mondiale. C'è un insieme di fattori che sono concentrati in questa edizione. E' stata fortemente voluta dal Paese, dai Governi, dagli Enti Locali, dal Comitato Olimpico e da tutti coloro che hanno collaborato. Cortina aveva perso quattro volte, serviva coraggio per ricandidarsi. Siamo in epoca di pandemia, sapevamo che saremmo andati incontro a una realtà diversa da quella che ci si aspettava, anche economicamente. Il nostro Paese ha un bisogno spaventoso di fiducia: abbiamo una squadra molto forte, che può fare risultati"

 

C'è già una lezione che possiamo portare a casa da Cortina?

"La lezione è che gli italiani non mollano, sono caparbi. Riusciamo a essere al centro del mondo, dovremo confermarlo nei prossimi 15 giorni. Qui c'è la neve, c'è atmosfera per una competizione sciistica. Ho visto Mondiali e Olimpiadi in cui tutto questo mancava"

Manca Sofia Goggia, quella che avrebbe dovuto essere la stella del Mondiale. L'hai sentita e come sta?

"Siamo in costante contatto. E' molto amareggiata, era la strafavorita su una pista che adora. Penso che il destino sia segnato, quello di avere ricadute con infortuni per poi sorprenderci ancora, come ha fatto in Corea e come stava facendo quest'anno. Le allungherà la carriera, le porterà stimoli nuovi. Ha sempre la battuta pronta per sdrammatizzare". 

 

Qual è l'obiettivo dello sci azzurro a Cortina?

"Su 13 gare non possiamo pensare di essere sempre a medaglia, ma siamo competitive in molte di queste. Ci sono delle variabili, penso che gli uomini-jet possono fare bene con Paris e Innerhofer, il gruppo di giovani sta crescendo bene. Tra le donne, partendo dalla velocità, ci aspettiamo molto. E la combinata è un terno al lotto".

Quanto è vicino il grande obiettivo dei Giochi di Tokyo?

"Lo sport deve ricominciare e non fermarsi, contro tutto e contro tutti. E' una macchina complessa, tra media e altre persone che gravitano intorno a questo mondo, generando un indotto incredibile. Non ho dubbi sullo svolgimento dei Giochi. E' incredibile quello che sta succedendo anche qui, con tamponi ogni 24 ore e l'impossibilità di sciare. Dobbiamo avere pazienza".

 

 Cosa ti aspetti per lo sport dal futuro Governo Draghi?

"Ho fiducia e non da oggi. C'è il recupero della competenza, compreso lo sport. Tutti possiamo parlarne, ma le dinamiche di carattere politico, normativo ed economico non è per tutti"

 

Potrebbe essere il tempo per un Ministro dello Sport che viene dallo sport?

"Abbiamo avuto qualche esperienza passata, come Josefa Idem. Secondo me è il tempo, loro sono migliori di ognuno di noi se sono preparati, questa generazione è molto organizzata da questo punto di vista. Ma non devono essere messi solo per il loro grande passato da atleti" 

C'era concretamente il rischio di andare a Tokyo senza inno e bandiera?

"La certezza non ci sarà mai. Dalla mattina alla sera ho buttato acqua ghiacciata sul Cio, per una questione che si scaldava sempre di più. Contava la parola di Bach, che diceva che le sentenze ci sarebbero state. Sono fiducioso che il decreto diventerà legge, non sarebbe da persone responsabili non farlo. Ci saranno cose che devono essere definite, ma in modo congiunto. Se qualcuno ci vorrà prevaricare, questa cosa non di covrà spaventare"

 

Il Coni è stato al centro di polemiche politiche. Malagò si è mai sentito al centro del problema?

"La politica a volte non capisce, e lo dico senza polemica, che ci sono situazioni gestite da soggetti terzi. Da noi non esiste la filiazione, noi siamo eletti. A volte la politica fatica ad accettarlo"

 

Una delle strade del 'piano Marshall' dello sport è quello di dare più visibilità a tanti sport?

"Se andiamo avanti con i mezzi tradizionali, siamo rovinati. Siamo 12 milioni di tesserati, di cui la metà ha smesso di fare sport. Non sappiamo quanti potremo recuperarne. A settembre forse potremmo recuperarne metà, ma servono stimoli. Per farlo strutture di grande livello, già dalle palestre delle scuole. Servono persone competenti che investano in strutture e personale, nessuno lo stava facendo a livello governativo. I laureati in Scienze Motorie possono colmare questo gap a livello scolastico"

Fa parte anche un bilanciamento e capacità di convivenza tra Coni e Sport e Salute?

"Sicuramente sì. In Italia c'è lo spazio perché si possa occupare di tanti temi come quello sociale, come si conviene a uno stato moderno. Ma difenderemo sempre con i denti il nostro spazio e le situazioni che deve gestire il Comitato Olimpico". 

 

Pensando a quanto accadrà con i Giochi del 2026, cosa vedi?

"Vedo una luce in fondo al tunnel e una speranza per i giovani, che potranno trovare lavoro. Stiamo parlando di circa 30mila posti. Vedo molto orgoglio. Erano tre anni che non venivo a Cortina, non mi sono mai risparmiato per salvare il Coni"