Ferrari in mare con Soldini per fare la storia

Vela
Guido Meda

Guido Meda

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Tutto quello che immaginiamo, sappiamo o vorremmo sapere, sulla nuova avventura, che manderà in mare insieme il grande navigatore milanese e la casa di Maranello  

Se sei bravo in barca a vela, sei un Giovannisoldini. Negli anni e con le imprese che ha mandato in porto abbiamo proprio imparato a usare il suo nome come un’antonomasia. Soldini per la vela è Tomba per lo sci, Valentino Rossi per la moto e pure la Ferrari per la Formula1. Ecco, lo sapete, Giovanni Soldini e la Ferrari adesso partono per un viaggio insieme; un viaggio che sarà estremo. Ma per forza!

La mattata scientifica

Lui è un navigatore milanese verace, del 1966, che conta forse più giorni di vita in mare che sulla terraferma. La Ferrari di Maranello è quell’atelier di gioielli su ruote, da strada e da corsa, talmente leggendario che non stiamo nemmeno a farvela troppo lunga. Appeal totale. Insieme punterebbero a una mattata scientifica (ammesso che una mattata possa essere scientifica), che metta insieme la sostanza marinara di Soldini con la tecnologia per la performance della Ferrari. Per ora possiamo solo presumere qualcosa, perché di informazioni ne sono state date davvero poche. Ma forse è più bello così. Presumiamo allora che la barca potrebbe essere di colore rosso, perché altrimenti qualcosa non tornerebbe. Presumiamo che sarà lunga una trentina di metri. Possiamo presumere pure che volerà sui foils come Luna Rossa, perché ormai quella è la tecnologia per andare forte. Ma, diversamente da Luna Rossa che vola come un missile soffrendo le increspature, questa dovrà essere una barca adatta alle onde oceaniche. Ci piace immaginarla che punti al record del Giro del Mondo, ma chissà quante miglia, quante esperienze e quanti esami dovrà affrontare prima di potersi considerare pronta, ammesso che sia quello l’obiettivo finale.

Giovanni Soldini - ©Getty

I record

Nel 2017 lo skipper francese Francis Joyon - che ha proprio Soldini tra i suoi amici nonché tifosi più accaniti - il giro a vela lo chiuse in 40 giorni tondi sul trimarano Idec Sport con altre cinque persone a bordo (erano 79 giorni e spiccioli nel 1993). Le regate e i record alla portata di un'imbarcazione come quella che dovrebbe nascere sono tanti da riempirci i libri. Ma la questione dell’andare a regatare per Oceani volando alti non è banale per niente. Va bene che la conoscenza di materiali e aerodinamica di Ferrari e la pluridecennale e leggendaria esperienza oceanica di Soldini sono già punti di partenza straordinari. Ma il vento, che sarà motore e carburante, fa come gli pare e il mare si comporta esattamente allo stesso modo. Sono belli e anarchici. Forte e piano, tempesta e bonaccia, cavalloni da venti metri e piattume. Comandano loro.

Le sfide da affrontare

La forza di Soldini è da sempre quella di saperci stare dentro con l’anima, con il coraggio, con il naso tattico, e le finezze velistiche come strumenti utili per cercare di cavarne il meglio. Quando si partecipa a una regata, ci si iscrive e ci si va. Quando si tratta, invece, di provare a battere un record, bisogna individuare i periodi dell'anno metereologicamente più adatti, che potrebbero non essere esattamente quelli in cui mare e vento sono più calmi come per una vacanza in Grecia con birra e alicette al tramonto. Intanto ci si prepara speranzosi per il 2025/2026, anni limite entro i quali l’Attrezzo, la Meraviglia, il Mostro, dovrebbe andare in acqua.

I mostri del mare. Da Maserati a Ferrari

E’ stata la stessa cosa con Maserati, storico trimarano arrivato oggi a fine corsa dopo anni di magate e record per tutti gli oceani del mondo. Giovanni lo prese, nel tempo lo modificò fino a farlo volare regalandogli dei foils, fino a scoprirne e a migliorarne ogni aspetto costruttivo trasformandolo in una vera e propria estensione del suo cuore forte e marinaio, del suo cervello agonista, della sua gigantesca attitudine umana per starci a bordo, da solo o con altri.

Alcuni dicono che su Ferrari (per ora lo chiamiamo così in attesa di nuove) ci potrebbero essere la mano e le idee di Guillaume Verdier, genio assoluto, visionario tra i progettisti nonché padre della navigazione volante. Sarebbe interessante. Ma la domanda più importante è: Ferrari sarà un monoscafo come le barche di Coppa America o un multiscafo come il trimarano Maserati? Soldini in questi giorni ha parlato con il Corriere della Sera di una barca che potrebbe essere una sorta di mix delle due soluzioni. E’ davvero difficile immaginarla e tocca aspettare di vederla per capire, con un’altissima probabilità che comunque non capiremo proprio tutto.

 

Semplifichiamo. Per volare ed essere velocissima la barca dovrà essere leggerissima; con efficienza idrodinamica assoluta quando dovrà stare (il meno possibile) con la pancia nell’acqua ed efficienza aerodinamica altrettanto assoluta per quando (il più possibile) sarà in volo. Leggerissima, ma anche stabile abbastanza per sopportare le onde che, per come conosciamo la vela volante oggi, sono il vero problema di chi naviga sui foils. Che poi di foils veri e propri in oceano al momento non se ne sono visti granché, se non sui trimarani. Anche questo accende una curiosità sull’Attrezzo, la Meraviglia, il Mostro.

 

E’ tutta una serie di sfide insomma, che la premiata società Ferrari-Soldini ha deciso di affrontare. Non è impossibile immaginare che John Elkan, amico di Soldini e appassionato vero di vela (talmente tanto da aver fatto parte dell’equipaggio di Maserati in più di una occasione e senza privilegi), ci si sia gasato. E’ alla testa di una azienda automobilistica che, come tutte, punta anch’essa alla sostenibilità ambientale. Le due cose combaciano e una barca a vela che sia una vera e propria Formula1 con il vento per motore, anche a guardarla dal lato del marketing, è un’idea straordinaria. E se conosciamo un po’ la Ferrari e Soldini il tasso di ingarellamento deve essere già alto e non sarebbe poi impossibile pensare che a Maranello qualche professionalità eccellente e qualche stanza hi-tech siano state già dedicate al progettone.

Giovannisoldini

C’è il tasso tecnologico, c’è quello sportivo e poi c’è pure il tasso umano. Giovanni Soldini è uno della vecchia scuola, quella di suo padre Adolfo e ancor più quella di Franco Malingri; quella dei ragazzi che imparano il mare andando per mare, quelli che le ossa te le fai rompendotele. Che gli strumenti e i computer vanno bene, ma se si rompono si va avanti lo stesso perché ci sono mani sicure. Nel Soldini marinaio ci sono le cose vere, l’attenzione al prossimo, il codice etico e cavalleresco del mare che cresce e si completa miglio dopo miglio. E nel suo caso le miglia percorse sono milioni.

 

E’ della generazione degli allievi di Malingri, era piccolo ma già per mare nell’era dei Fogar e dei Falck; ora che, anche non volendo, è cresciuto si ritrova pure  padre, zio o fratello maggiore di quelli di adesso, che sono tanti e fortissimi. Ambrogio Beccaria, altro velista milanese a cui Giovanni è legato e che non sarebbe impossibile immaginare a bordo di Ferrari, è il più noto di questa generazione fresca e new. E’ ingegnere e con approccio tecnico alla performance della regata e al mare, ma ha in Soldini da sempre un’ispirazione per la parte poetica, passionale e persino sociale. E’ la generazione che tra gli italiani forti nel mondo ha dentro anche Bona, Riva, Fornaro, Pedote e non solo loro. Aggiungiamo che il 2024 sarà l’anno della Coppa America con Luna Rossa che ci torna da testa di serie, ed ecco che il momento della vela italiana, se non ve ne foste accorti, è straordinario. Bravi veri in barca a vela, praticamente dei Giovannisoldini!