Welcome to SailGP, dove tutto fa spettacolo

Il mondo della vela è, nello sport, quello che negli ultimi anni è stato protagonista di più cambiamenti. Una vera e propria rivoluzione ha cambiato il modo di navigare di chi navigava già e di chi ha cominciato a farlo: il foiling. Si tratta di una tecnica che prende il nome dai foil, delle ali che immerse nell’acqua consentono, con l'aumento della velocità, di creare una spinta verso l'alto in un'imbarcazione, contrastando la gravità e permettendo il sollevamento dello scafo dall'acqua. Il risultato è che anche con poco vento una barca può navigare e sviluppare più velocità rispetto alla navigazione tradizionale. Abbiamo imparato a definire questo tipo di barche come ‘volanti’, il grande pubblico le ha conosciute grazie all’America’s Cup 2017, ma in Italia grazie alle ultime due edizioni, 2021 ad Auckland e 2024 a Barcellona. C’è però una enorme differenza fra il 2017 e le altre due edizioni: nel primo caso si utilizzarono i catamarani, negli altri due i monoscafi. E proprio da questo cambiamento nasce l’idea del SailGP. Dopo la vittoria di Bermuda nel 2017, i kiwi decisero che l’edizione successiva si sarebbe disputata su monoscafi, mandando di fatto in pensione i catamarani F50, protagonisti di quella edizione e di grandi prestazioni e spettacolarità in acqua. Consapevoli delle potenzialità di queste imbarcazioni volanti, Russell Coutts, vincitore di 5 Coppe America e Larry Ellison, CEO di Oracle decisero di creare una competizione annuale che si sarebbe disputata con la stessa classe di catamarani della 35ª America's Cup, seppur con qualche modifica. Nel 2018 nacque così il SailGP. L’obiettivo era ricreare qualcosa di molto simile a Formula 1 e MotoGP ma che si basasse sugli stessi principi dell’NBA. Una lega proprietaria del campionato da cui possono essere acquistate le franchigie che partecipano alla competizione. Un modello studiato a lungo, all’epoca Allisonn e Coutts parlarono con esponenti di NBA, F1, MotoGP, ma anche calcio con colloqui con la Premier League, per trarre ciò che per loro era il meglio da ognuno e riprodurre qualcosa di simile che creasse spettacolo e profitti. Ed è così che quando arrivi nella ‘tech base’ del SailGP ti sembra di essere in pit lane. Tutto è simile: al posto dei box dei team ci sono gli hangar, dove di sera avviene l’alaggio e il rimessaggio delle barche e, come in F1 e MotoGP, i tecnici cominciano a lavorare sulla manutenzione, spesso fino a tarda serata. Tutti in fila uno accanto all’altro, ogni hangar è il punto di ritrovo del team, con uffici, spogliatoio, e facilities per l’equipaggio. C’è anche il compound dove tutti i dipendenti, tecnici, operai, di SailGP hanno il loro quartier generale, una ricca mensa con tanto di tovagliette di paglia e cibo di ottima qualità. L’accesso degli ospiti e dei tifosi alla tech base avviene attraverso pass messi a disposizione dai team. C’è poi la zona scelta per regatare: tutto è studiato per scegliere location ideali sia dal punto di vista scenico sia meteorologico. Devono garantire vento sottocosta, preferibilmente in una direzione che consenta il disegno di un campo di regata che faccia sfilare gli F50 davanti al pubblico. Pubblico e vip: l’hospitality più ambita è l’adrenaline lounge, davanti alla quale, a pochissimi metri, viene piazzato il traguardo. Molti sono lì non solo per vedere le regate, ma per intessere rapporti che possono portare a collaborazioni redditizie. A Cadice era presente Sebastien Vettel, investitore del team tedesco… ma la lista è ben fornita: Kylian Mbappé è presenza importante per i francesi, mentre attori importanti come Anne Hathaway e Hugh Jackman hanno deciso di investire rispettivamente sul team italiano e australiano. Tutto è studiato per fare spettacolo: i più fortunati possono seguire le regate direttamente dal mare, sulle chase boat, quasi ad accarezzare le barche. Intervistato da Sky Sport, Jimmy Spithill, leggenda della vela e CEO del Team italiano targato Red Bull, ha ben definito ciò che accade: l’obiettivo è ricreare uno stadio, o un circuito, direttamente sul mare. Una formula nella quale forse, per il momento, prevale l’aspetto di show e glamour su quello sportivo: ci sono in mare i più forti velisti del mondo, tutti i protagonisti dell’America’s Cup, la competizione è spesso tiratissima, l’importanza sportiva della posta in gioco si guadagnerà col tempo, e col prestigio che col passare degli anni la competizione acquisirà. Di sicuro Russell Coutts ha ottenuto il suo obiettivo perché il prodotto piace, gli 80mila presenti a Cadice per la tappa del 5 ottobre lo testimoniano, così come la crescita esponenziale del movimento: dalle 6 tappe con 5 team della prima stagione siamo passati ai 13 Grand Prix con 13 team della prossima. Con la speranza che se ne possa aggiungere una quattordicesima, in Italia.

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Welcome to SailGP, dove tutto fa spettacolo

Francesca Zambon