Un 'brindisino' d'America: perché Pozzecco si affida a Darius Thompson

“Brindisi mi ha cambiato la vita, letteralmente! Una città fantastica, con gente fantastica, ancora oggi mi danno del ‘brindisino’, sento l’amore delle persone”. Chi parla non è Checco Fischetto o Roberto Cordella o comunque uno dei brindisini doc che hanno sfondato nel mondo della pallacanestro. Chi parla si chiama Darius Thompson, debuttante in nazionale in questa estate che si chiuderà con il campionato Europeo ma nato trent’anni fa decisamente lontano dalla Puglia, a Murfreesboro, nell’area metropolitana di Nashville, Tennessee. A Brindisi Thompson ci arrivò nel 2019, al suo secondo anno da professionista, forse, come capita spesso ai giocatori statunitensi, senza neanche saperla indicare su una mappa. Subito però ci fu la folgorazione, un colpo di fulmine reciproco: plasmato da Frank Vitucci , Thompson guidò la New Basket molto vicino alle vette della nostra pallacanestro, giocando la finale di Coppa Italia del 2020, pochi giorni prima che il Covid costringesse il mondo a fermarsi, e raggiungendo nella stagione successiva la semifinale sia nei playoff sia nella Final 8 di Coppa Italia. Brindisi, nel frattempo, lo seppe accogliere come meglio non si poteva, col calore e l’ospitalità tipiche di quelle parti ma apprezzandone, soprattutto, le grandi doti cestistiche, che in una terra di profonda competenza e passione non potevano passare inosservate. Fino a quando arrivò il vero incontro che ha cambiato la vita di Darius Thompson, quello con Chiara, diventata presto sua moglie. Con il matrimonio, e dopo qualche difficoltà burocratica, è arrivato anche il prezioso passaporto italiano, che permetterà a Darius di indossare la maglia azzurra a Cipro prima e a Riga poi. “Siamo una famiglia, tutti mi hanno accolto benissimo, per me è stato molto facile inserirmi in questo gruppo”: non certo una sorpresa queste parole pronunciate appena raggiunto il gruppo azzurro, sempre aperto ed accogliente, dove lo spirito di squadra prevale decisamente sulle ambizioni individuali. Il suo arrivo in azzurro, del resto, una volta tramontato il sogno DiVincenzo, ha cambiato decisamente le gerarchie negli esterni, tanto che coach Pozzecco sta sperimentando a più riprese quintetti con due playmaker. Thompson è un creatore di gioco ma può anche essere finalizzatore: nel 2018-19, alla sua prima stagione europea una volta uscito da Western Kentucky, fu il miglior marcatore del campionato olandese con 19 punti di media, giocando spesso addirittura da ala piccola. Come fece in Fiba Europe Cup quando, agli ottavi di finale, affrontò la Sassari proprio di Gianmarco Pozzecco: 25 punti all’andata, 21 al ritorno, due sconfitte per Leiden contro una Dinamo che vinse quell’edizione della coppa. Furono però due partite rimaste ben impresse nella mente del Ct, convinto ancora oggi della duttilità di questo giocatore. Dopo l’Olanda, Brindisi, e da lì il salto verso l’Europa che conta: Lokomotiv Kuban, Vitoria ed Efes nelle ultime due stagioni, due annate senza vittorie ma con diversi rimpianti, soprattutto il playoff perso lo scorso maggio contro il Panathinaikos in una gara 5 giocata con una squadra in precarie condizioni fisiche . Nella prossima stagione sarà di nuovo in Spagna, a guidare quel Valencia che tornerà in Eurolega con grandi ambizioni. Prima, però, l’Europeo, dove “tutti ci danno per spacciati ma questo sarà per noi un’ulteriore motivazione. Giocheremo leggeri e quando giochi leggero può succedere di tutto”. Già prima lo sapevamo, con questa nazionale tutto davvero può succedere: con Darius Thompson, il brindisino del Tennessee, ancora di più.

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Geri De Rosa