Trapani, la forza del gruppo per continuare a sognare

Se all’inizio della stagione qualcuno avesse detto che all’undicesima giornata di campionato avremmo visto una sfida al vertice tra Trento e Trapani, forse, in pochi ci avrebbero creduto. Eppure a guardare numeri e statistiche, a oggi sono i primi due attacchi del campionato, le due squadre che per rendimento e qualità, stanno giocando il basket migliore e che non a caso occupano il primo e il secondo posto della classifica. Proprio per questo motivo la neopromossa siciliana, la più affine per filosofia e stile di gioco alla formazione trentina e per questo la più pericolosa, si è dimostrata anche l’unica al momento in grado di fermare il percorso netto della Dolomiti Energia Trentino, dopo ben 10 vittorie consecutive. E se all’inizio poteva sorprendere che una Cenerentola avesse un rendimento così costante, il mercato estivo e gli obiettivi stagionali dichiarati dal presidente Antonini, così come il sistema messo in campo da coach Repesa hanno presto convinto del contrario. Il segreto anche in questo caso sta nel gruppo, perché nella squadra non c’è un solo leader offensivo, ma ci sono tante facce nuove che sono in grado di stare all’interno di un meccanismo che valorizza le caratteristiche di ciascuno. Trapani è la squadra che segna di più in Serie A, proprio davanti a Trento, e infatti la partita, finita 107-99, si è giocata con ritmo e punteggio altissimi, così come le percentuali: Trapani ha tirato con il 68,1% da due e con il 43,5% da tre , Trento poco meno , numeri impressionanti se si pensa anche all’intensità messa in campo. Ma allora cosa ha fatto davvero la differenza per la squadra siciliana? Innanzitutto, gli Shark hanno saputo imporre il loro ritmo in attacco, costringendo Trento a rincorrere fin dall’inizio e riuscendo soprattutto a tenerle testa nelle due voci in cui generalmente l’Aquila Basket domina: il tiro dalla lunga distanza e i rimbalzi, due chiavi non da poco. Inoltre, nonostante la capacità della formazione di Galbiati di distribuire bene le responsabilità offensive – Trento ha terminato la partita con ben 6 giocatori in doppia cifra – Trapani è stata in grado invece di sorprendere la difesa avversaria trovando, in situazioni diverse, protagonisti diversi che hanno dato freschezza e continuità al suo attacco. Prima si è affidata a Amar Alibegovic, caldo soprattutto dai 6 metri e 75 con i suoi 21 punti nei primi 20 minuti di gioco, poi nella ripresa a Eboua, che ha segnato i suoi 9 punti tutti nel terzo quarto, e a Horton e Robinson che hanno risposto presente mettendo in campo versatilità offensiva per il massimo vantaggio siciliano. E nel momento più delicato del match, a cavallo tra terzo e quarto periodo, quando Trento ha ritrovato un po’ di lucidità in attacco, è stato il momento per Trapani di sfoggiare l’ennesimo nuovo protagonista, Brown, che con 7 punti consecutivi ha ribaltato nuovamente il risultato dando nuova linfa alla formazione di Repesa. E nel finale? Ci ha pensato ancora una volta Alibegovic, che ha chiuso alla fine con 30 punti in 25 minuti e 4/5 da tre mettendo in campo la sua miglior prestazione in Serie A. Insomma, una squadra versatile, continua che gioca con grande consapevolezza dei suoi mezzi e delle sue potenzialità, caratteristiche eccezionali per una neopromossa che però ha dimostrato una rara maturità cestistica. All’undicesima giornata di campionato, Trapani ha un record di 9 vinte e solo 2 perse – una all’esordio con la Virtus Bologna per un solo punto, l’altra alla quinta giornata in casa contro Tortona – dimostrandosi con ampio merito la seconda forza del campionato, proprio dietro a Trento, a pari punti con Brescia. E con un secondo posto consolidato, a quattro partite al termine del giorne di andata, nel mirino c’è anche e soprattutto la Coppa Italia di febbraio, un’occasione davvero ghiotta che però il presidente Antonini, senza badare a scaramanzie, aveva dichiarato alla portata della squadra prima ancora che cominciasse la stagione.

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Andrea Colnago