Caso Erdogan, Özil lascia la nazionale tedesca: "Mancanza di rispetto e senso di razzismo"

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Con una lunga lettera pubblicata attraverso tre tweet, Mesut Özil dice addio alla nazionale tedesca: secondo il giocatore dell'Arsenal, le eccessive critiche post eliminazione dal Mondiale non sarebbero dovute alle prestazioni non brillanti, ma ad un "senso di razzismo e mancanza di rispetto" conseguenti alla foto con Erdogan

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Mesut Özil non giocherà più con la nazionale tedesca. Almeno "finchè avvertirà questo senso di razzismo e mancanza di rispetto". Il giocatore dell'Arsenal lo ha annunciato nella giornata di oggi, con una lunga lettera pubblicata attraverso tre tweet sul suo account. Il motivo va ricercato nelle polemiche susseguitesi dopo la pubblicazione della foto che ritrae Özil al fianco del premier turco Erdogan, scattata a Londra il 15 maggio. Già prima dei Mondiali questo scatto aveva fatto molto discutere in Germania; poi, dopo la prematura eliminazione dei Campioni del Mondo uscenti, secondo Özil è stata un pretesto per criticare in maniera eccessiva il trequartista dei Gunners. È stato lo stesso Özil a spiegare la sua posizione.

"Ho due cuori, uno tedesco e uno turco"

Özil ha innanzitutto chiarito che dietro la foto con Erdogan non vi era alcuno scopo politico o propagandistico: "Come molte altre persone, le mie origini risalgono a più di un Paese. Sono cresciuto in Germania, ma la storia della mia famiglia inizia dalla Turchia. Ho due cuori, uno tedesco e uno turco. Durante la mia infanzia, mia madre mi ha insegnato che devo sempre essere rispettoso e non dimenticare da dove sono venuto. Valori in cui credo ancora oggi. Sono consapevole - ha aggiunto Özil - che la nostra fotografia ha ricevuto un forte riscontro nei media nazionali: sebbene alcune persone mi hanno accusato di essere bugiardo o ingannevole, quell’immagine non contiene nessun messaggio politico, ma era solo un segnale di rispetto alla più alta carica del Paese della mia famiglia: con lui abbiamo parlato solo di calcio, visto che da ragazzo è stato un calciatore anche lui. Non incontrarlo - ha specificato - sarebbe stata una mancanza di rispetto verso i miei antenati".

Lo sfogo contro i media tedeschi

Özil ha vissuto male le settimane che hanno preceduto il Mondiale e quelle in cui lo ha giocato: in Germania era stata anche pubblicata una petizione per escludere lui e Gundogan dalla squadra; Özil e il centrocampista del City erano stati fischiati durante le amichevoli di preparazione. Il Mondiale disastroso della squadra di Löw ha fatto il resto: "Capisco ed accetto le critiche che riguardano le mie prestazioni. Anzi, mi spingono a migliorare. Ma non posso accettare gli sfoghi dei giornali tedeschi, che accusano le mie doppie origini. Perché sono stati scelti il mio nome e la mia foto come diretta spiegazione della nostra eliminazione in Russia? È stato stucchevole anche il diverso metro di giudizio adottato dai media: anche Matthaus ha incontrato un altro leader mondiale (il riferimento è a Putin), ma non gli è stato detto niente".

La decisione di lasciare la Nazionale

Così Mesut ha deciso di non indossare più la maglia della Germania, complici anche alcune tensione con i vertici della federazione tedesca, su tutti il presidente Reinhardt Grindel. Una decisione definitiva, sebbene lo stesso giocatore non escluda un ritorno in futuro, al cambiare di determinate condizioni: "Dopo una lunga riflessione sui recenti eventi e con grande rammarico, annuncio che non giocherò più per la nazionale tedesca finchè avvertirò questo senso di razzismo e questa mancanza di rispetto. Indossavo la maglia della Germania con orgoglio e felicità, ora non più. La federazione tedesca ha offeso le mie radici turche, usandomi egoisticamente come mezzo per la loro propaganda: ho deciso di dire basta. Quando è troppo è troppo, il razzismo non deve mai essere accettato".