Sancho: "Il tatuaggio sul braccio è per mio fratello, morto quando avevo 5 anni"

Bundesliga

Il calciatore del Borussia Dortmund rivela il significato della lunga scritta incisa sul braccio sinistro: "È un tributo per mio fratello, morto quando avevo 5 anni. Gioco a calcio per renderlo orgoglioso"

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Per alcuni non sono nulla in più che una semplice moda, per altri invece rappresentano un’incisione che nasconde al suo interno un significato profondo e da mantenere per tutta la vita. I tatuaggi non hanno mai raccolto un pensiero univoco, ma continuano ad essere maggiormente in voga tra gli sportivi. Uno di questi è Jadon Sancho, astro nascente del calcio inglese che sta facendo le fortune del Borussia Dortmund, capolista in Bundesliga anche grazie ai suoi 6 gol e 10 assist in campionato. Il talento classe 2000 ha un lungo ‘poema’, scritto in maniera indelebile, che va a coprirgli quasi l’intero braccio sinistro, con una colomba e altri piccoli dettagli a completare il tatuaggio. Ma cosa è impresso sulla pelle? “Tu ed io resteremo insieme, ci hai reso felici, ci hai portato gioia, tu eri un bambino speciale – si legge sul tatoo -. Non vedevo l'ora di crescere, insegnarti il calcio e vincere la coppa. Ma te ne sei andato, cosa posso fare? Fratellino, ti amiamo”. Parole colme d’amore, il cui destinatario è svelato dallo stesso Sancho: “È un tributo a mio fratello, morto quando io avevo cinque anni - ha spiegato il giocatore a FourFourTwo -. Tutto ciò che voglio è renderlo orgoglioso, lui è la mia ispirazione. Per me la famiglia è molto importante, gioco a calcio proprio per renderli orgogliosi e felici. Quando ho segnato contro lo Schalke mi sono emozionato perché quella settimana era morta mia nonna. Ho dedicato il gol a lei e a mio fratello”.

Sancho, nel corso dell’intervista, è tornato anche sulle suo origini: “Non dimenticherò mai da dove vengo – ha aggiunto -. Per me South London è tutto. Lì sono cresciuti tanti calciatori, come i gemelli Sessegnon e Joe Gomez, e non è una coincidenza. Ricordo che subito dopo scuola eravamo fuori, pronti a giocare un 5 contro 5. Ci facevamo tanti scherzi e ci divertivamo. Sono un giocatore di strada, è il miglior complimento che tu possa farmi adesso. Giocavo fingendo di essere Ronaldinho, per me è sempre stato un modello di ispirazione”. Il 18enne londinese ha ripercorso anche la trattativa che lo ha portato al Borussia: “Bisogna ringraziare loro perché è clamoroso per una squadra che ospita 80 mila persone ogni partita dare così tanta fiducia ai giovani. Tanti club mi volevano ed è stato bellissimo perché dimostra che stai facendo bene, ma ho sempre pensato che Dortmund fosse la destinazione ideale per me – ha raccontato -. Ovviamente era un grosso rischio. Non mi era stato garantito che avrei giocato tanto e ho dovuto dimostrare di essere abbastanza bravo da meritarmi un posto. Alcune persone non erano sicure quando ho parlato per la prima volta di trasferirmi al Borussia, ma sentivo che questa era la miglior scelta per me. Mi piace provare cose nuove, quindi non mi sono mai davvero preoccupato. Alcuni mi hanno chiesto «e se non funzionasse?». Ma non ci ho mai pensato e guarda come è andata a finire adesso...".

Fonte foto: The Sun