Copa America, minacce di morte per il colombiano Tesillo dopo rigore sbagliato col Perù

Calcio
Tesillo_Colombia_Getty

Il centrocampista, sbagliando dagli undici metri contro il Cile, ha causato l'eliminazione della sua Nazionale dalla Copa America. Tante le minacce di morte ricevute, tanta la paura. E la Colombia ripensa all'assassinio di Andres Escobar in seguito al Mondiale americano del 1994

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COLOMBIA, KO AI RIGORI CONTRO IL CILE

Un precedente che fa paura, un dolore ancora troppo fresco per essere dimenticato. La Colombia, dopo aver dominato il proprio girone, è stata eliminata ai quarti di finale contro il Cile. Niente semifinale con il Perù dunque, colpa del rigore sbagliato da William Tesillo, difensore ventinovenne del Santa Fè. Che adesso ha paura, perché basta tornare indietro nel tempo per capire quanto in Colombia sbagliare sia diverso rispetto agli altri paesi. Nel 1994, infatti, i Cafeteros vengono eliminati dal Mondiale americano proprio ad opera degli Stati Uniti. Decisivo, in quel caso, l'autogol di Andres Escobar, ucciso al ritorno in patria con alcuni colpi di mitragliatrice da un'ex guardia del corpo. Scommesse clandestine e narcotraffico sullo sfondo di una delle pagine più nere dello sport sudamericano e non solo. Tesillo e la sua famiglia, dal canto loro, hanno già ricevuto delle minacce di morte a causa dell' errore dagli undici metri. Il padre non ha nascosto la sua preoccupazione parlando a Radio Caracol: "Stiamo pregando molto in questi giorni. Dovremmo capire tutti che scos'è il calcio, uno sport nel quale esistono le vittorie e le sconfitte. Non si può arrivare a certi estremi". 

"Mi vogliono morto"

La conferma arriva anche dallo stesso Tesillo, che sempre a Radio Caracol si è detto spaventato per le minacce ricevute: "Sì, è vero, mi vogliono morto - ha spiegato - mi hanno scritto di tutto". Tanta paura anche da parte della moglie, la prima a denunciare l'accaduto sui social: "Hanno minacciato anche me e i nostri figli - le sue parole - potrei passare un giorno intero a pubblicare tutte le intimidazioni che ci hanno scritto".