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Napoli, Hojlund: "Quando Conte ti chiama devi solo dire sì"

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L'attaccante danese del Napoli Rasmus Hojlund ha rilasciato una lunga intervista a Sports Illustrated: "Sono veramente felice di essere qui, me la sto godendo tutta. A casa ho una maglia di Lukaku. Ovviamente io voglio giocare, ma anche imparare da lui"

Rasmus Hojlund ha parlato con 'Sports Illustrated', toccando diversi temi in una lunga intervista. L'attaccante danese del Napoli ha raccontato dei suoi primi mesi con la maglia azzurra: "Sono veramente felice qui, me la sto godendo tutta. Non voglio essere troppo espansivo, anche perché sono ancora piuttosto giovane e a volte posso essere un po’ impertinente". Sul suo trasferimento la scorsa estate dalla Premier League: "Il Manchester United mi aveva fatto sapere che non ero nei piani della stagione, per me e per il Napoli è stata una opportunità: ho voluto questa squadra subito, ho parlato con Manna e poi con Conte, ho capito il senso di questa sfida per me. La prima chiamata con Conte è stata breve ma molto chiara. Entrambi sapevamo che fosse un passo giusto per me. Quando un allenatore come lui ti chiama, devi dire solo sì. Per l'età che ho, ho già giocato tanto, non credo di essere ancora un calciatore esperto ma, di certo, ho già molte partite alle spalle".

 

Lukaku come modello

"A casa ho una maglia di Lukaku perché ho sempre amato questa squadra e l'ho sempre preso un po' a modello nella mia carriera. Ovviamente io voglio giocare, ma  anche imparare da lui". Gli attaccanti a cui si ispira: "Romelu è uno di quelli. Cristiano Ronaldo è il mio idolo più grande: non per lo stile di gioco, ma per mentalità e fame di gol. È sempre stato un esempio per sicurezza, mentalità e voglia di migliorare. Non gli importa di quello che pensano gli altri, vuole solo crescere. Lo ammiro tantissimo. E poi Lewandowski: movimenti incredibili, può fare tutto".

"Mi sento diverso rispetto a quando sono arrivato a Manchester"

"Mi sento già diverso rispetto al me ventenne arrivato a Manchester. Sono più concentrato sul cammino da fare. Se oggi sbaglio una partita provo a mettermela alle spalle immediatamente, per ripartire: è successo con il rigore sbagliato contro il Qarabag, mi ha devastato, ma ho provato comunque a dare il mio contributo, a fare un assist ai compagni. E lo faccio anche quando segno un gol, per ripartire subito. I compagni di squadra mi possono tutti insegnare tanto".

"Ora capisco tutto, ma parlare il dialetto napoletano è un'altra cosa"

"Io cerco sempre di migliorarmi: nei gol, nel gioco, nella crescita personale. Persino nell’imparare l’italiano. Inserirsi in una nuova cultura è fondamentale, soprattutto qui in Italia, dove la lingua è importantissima. Ora capisco praticamente tutto, anche se parlare in dialetto napoletano è un’altra cosa!” 

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