Neymar, manata al tifoso: staff del brasiliano rivela l'offesa subita

Ligue 1

Il consulente d'immagine del brasiliano prova a giustificare il gesto del giocatore del Psg (reo di aver colpito un tifoso del Rennes al termine della finale di Coppa di Francia persa) svelando gli insulti che gli sono stati rivolti. "Neymar ha soltanto difeso, come sempre, se stesso e i compagni"  

NEYMAR LITIGA CON IL TIFOSO. VIDEO

Difficile giustificare un gesto del genere: Neymar, che nervosissimo dopo la sconfitta ai rigori nella finale di Coppa di Francia ha colpito un tifoso del Rennes, non ha scusanti. A spiegare la sua reazione, però, ci ha provato il suo consulente d'immagine Alex Bernardo (e mai come in questo caso ce n'è bisogno) attraverso i social: proprio di reazione si tratterebbe, dato che Neymar avrebbe reagito ai pesanti insulti dell'uomo, rivolti anche ai compagni di squadra. E a quel punto il brasiliano non ci ha visto più, ed è partita la manata, ripresa da numerosi smartphone e diventata immediatamente virale.

"Non ho intenzione di discutere se sia stato il modo più corretto per risolvere la questione. Ma quel tifoso se lo meritava!", ha scritto il consulente della NR Sports, l'azienda che cura gli interessi di Neymar. "Ha detto 'Buffon sei un ritardato', 'Kurzawa, non voglio i tuoi complimenti', 'Verratti razzista', 'Neymar, impara a giocare a calcio'! Questo tipo di comportamento non è accettabile. I giocatori sono ancora caldi dopo aver giocato una finale e un idiota li provoca. Aveva ragione? Non ho letto una sola critica al comportamento di questo 'tifoso'! Neymar ha soltanto difeso, come sempre, se stesso e i compagni. Qualcuno vuole impedirglielo?".

Non è tra l'altro la prima volta che Neymar si trova a ribattere alle provocazioni degli spettatori (era già successo alle Olimpiadi di Rio 2016, dopo la conquista dell'oro in finale, quando aveva affrontato i tifosi che l'avevano criticato per tutta la partita), e le scuse, che sono arrivate, sono state comunque accompagnate da una frase che fa sospettare che il brasiliano non sia comunque pentito: "Ho sbagliato a reagire nel modo in cui ho reagito, ma non ho il sangue di uno scarafaggio", ha detto, con "sangre de cucaracha", che in Brasile è il termine usato per indicare chi abbassa la testa davanti alle offese.