Manchester Utd-Chelsea: "Glazers out", protesta aerea contro la proprietà dei Red Devils

Premier League

Prima del big match vinto contro il Chelsea, un charter con tanto di striscione contro la famiglia Glazers è volato sopra i 73mila presenti all'Old Trafford. La proprietà americana è alle redini del club di Manchester dal 2005 tra le antipatie dei tifosi, culminate nell'ultima sessione di calciomercato

WOLVERHAMPTON-MANCHESTER UTD LIVE

Anche quando il Manchester United domina il Chelsea 4-0, non c'è tregua per la presidenza dei Red Devils. E' stato prima del match, a onor di cronaca, che un piccolo velivolo è volato sopra l'Old Trafford sventolando il perentorio striscione #GlazersOut (così vuole la protesta, ai tempi di Twitter). Ma poco importa: se un gruppo di tifosi è arrivato a noleggiare un charter a proprie spese per contestare la proprietà americana, l'esasperazione in casa United ha davvero toccato il culmine.

L'ultima goccia è stata l'estate di calciomercato. Dove i Red Devils hanno sì portato a casa l'acquisto record di Maguire più il laterale difensivo Wan-Bissaka, ma contemporaneamente è arrivato l'addio di Lukaku, Herrera e di un veterano come Valencia. Troppo poco, per parlare di ricostruzione come invocato da Solskjaer al termine della scorsa stagione. Almeno secondo gli 'angry fans' del movimento #GlazersOut, pagina Twitter da 10mila followers che ha voluto spiegare attraverso i social la propria posizione in merito.

Il comunicato dei tifosi: "Farsa, non ricostruzione"

"Oggi, i tifosi del Manchester United riescono a malapena a riassumere la forza per essere sorpresi dall’ennesima finestra di mercato abissale gestita da Ed Woodward", le parole dei tifosi riportate dal Sun. La lettera risale a giovedì, quando in Premier League hanno chiuso le trattative in entrata. E i supporters più inviperiti cominciavano a organizzare 'l'attacco aereo'. "Oggi, la finestra si è chiusa con uno dei club più ricchi, in disperato bisogno di miglioramento, che ha speso 60 milioni netti di sterline. Woodward ci ha messo tre mesi per negoziare due giocatori, mentre altri settore chiave ne risultano indeboliti. Questa non è una ricostruzione. Questa è una farsa. Noi fan appoggiamo la squadra e l’allenatore al 100% per quella che sarà un’altra stagione difficile, ma condanniamo le bugie e l’inganno in corso da parte dei Glazer e la cultura del club che mette i profitti prima dell’ambizione e del successo. È chiaro a tutti che i Glazer non hanno a cuore l’interesse del club".

I Glazer e lo United, una storia tutta in salita

Le proteste degli ultimi giorni partono da lontano, come si intuisce tra le righe. Prima del Manchester United, la famiglia Glazer aveva fatto fortuna alle redini della First Allied Corporation, una holding company americana specializzata in gestione di centri commerciali. Nel 1995 arrivò l'ingresso nello sport, con il capostipite Malcom che rilevò la proprietà dei Tampa Bay Buccaneers, squadra di NFL. Dieci anni più tardi la svolta United. Con il piede sbagliato, perché le quote di maggioranza del club passarono ai Glazer attraverso a un'offerta pubblica d'acquisto ostile al consiglio d'amministrazione. Tradotto, il Manchester United fu improvvisamente ricoperto dai debiti contratti dalla nuova proprietà per chiudere l'affare.

I tifosi insorsero e continuarono a farlo. Dal 2005, la gestione del club divenne così una corsa ai ricavi e un lento, ma costante, risanamento della società. I Glazer hanno rischiato, ma tornare a quotare la società in borsa nel 2010 si è rivelata una mossa che ha dato i suoi frutti. E oggi lo United è economicamente un club modello, terzo al mondo per fatturato, secondo il rapporto di Deloitte per il 2018, e con i ricavi che continuano a crescere (del 6%, rispetto all'ultima stagione: fonte Calcio e Finanza). Un trend che gli stessi tifosi riconoscono ai padroni americani, al carissimo prezzo di aver messo in secondo piano lo sport.