Francia, punta un fucile contro l'avversario: condannato a 4 mesi di carcere

Calcio
Stadio del St-Eloi (fonte foto La Nouvelle Republique)
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Episodio shock nel calcio dilettantistico francese: un giocatore è stato espulso ed è tornato in campo con un fucile, puntandolo alla tempia del suo avversario. È stato condannato per direttissima a quattro mesi di carcere con condizionale. Coinvolto nell'arresto anche il fratello maggiore, accusato di aver portato l'arma sul terreno di gioco

Un episodio di grave violenza ha scosso la Francia. È successo nel corso di Saint Eloi-Baroc, match dilettantistico nel distretto di Vienne. Axel, calciatore brasiliano dei padroni di casa, è stato espulso per una scorrettezza nei confronti di un avversario; la situazione è sembrata calmarsi, ma poco dopo il giocatore è tornato in campo con un fucile e lo ha puntato alla tempia del giocatore coinvolto nella rissa precedente. Tanta paura allo stadio, con l'arbitro che si è visto costretto a sospendere la gara al 70', poi vinta dagli ospiti per 2-0. Il presidente del Saint-Eloi ha provato a spiegare quanto successo: "Uno dei nostri giocatori ha dato un colpo a un avversario, in circostanze che non conosco - ha detto Sylvain Giraud ai microfoni de La Nouvelle Republique -. È stato espulso e ha lasciato il campo. Io l'ho accompagnato negli spogliatoi, si è cambiato ed è rientrato a casa in auto. Poi l'abbiamo visto tornare allo stadio, è entrato in campo e ha tirato fuori un fucile minacciando il giocatore con cui aveva avuto il diverbio". "È stata una cosa pazzesca - ha dichiarato Missoum Redaouia, segretario generale del Baroc -. Tutto il mondo parla di quanto successo in questa gara. Non abbiamo osato lasciare il campo immediatamente, è spaventoso, le persone sono rimaste scioccate e non sapevamo se sarebbe tornato. Ha messo il fucile sulla tempia! La polizia ha trovato una cartuccia sul terreno, il fucile era stato caricato".

La polizia ha immediatamente fermato il ragazzo che nel corso del processo ha poi provato a difendersi: "Il mio avversario Slimane mi ha insultato e dato un colpo. Così io ho reagito a caldo e l'ho colpito a mia volta. Sono stato minacciato da diversi giocatori e tifosi del Baroc, quindi ho chiesto aiuto a mio fratello. Temevo che qualcuno fosse armato". Anche il fratello maggiore di Axel, Hanry, è stato infatti coinvolto nell'indagine del Tribunale di Poitiers. Secondo gli inquirenti è stato lui, un magazziniere che era già stato condannato sei volte ma è stato rilasciato dal carcere alla fine di dicembre, ad aiutare il giocatore del Saint-Eloi a portare l'arma sul terreno di gioco. "Quando sono arrivato allo stadio ho visto mio fratello a torso nudo, con la faccia rossa. Andando da lui ho trovato una sbarra di ferro - ha spiegato durante l'interrogatorio -. Ho fatto finta di portare un'arma, ma non ho colpito nessuno. Ho appena riavuto il mio fratellino, non volevo che gli succedesse qualcosa, ne ho già perso uno...". Dopo la denuncia del giocatore del Boroc e il processo per direttissima Axel è stato accusato di violenza di gruppo, con una pena di 4 mesi di carcere con la condizionale, oltre al divieto di portare o detenere un'arma. Condannato anche il fratello a 3 mesi di detenzione in carcere e 3 mesi di daspo «per aver introdotto un'arma senza motivazione legittima in un impianto sportivo». Entrambi sono stati invece prosciolti dall'accusa di violenza di gruppo. La vicenda non è comunque chiusa del tutto. Axel ha cambiato infatti diverse volte versione a proposito dell'arma con cui è ritornato sul campo, mentre è stato nominato un ispettore straordinario che ricostruirà in pieno i fatti nelle prossime sei settimane. "Queste accuse sono incoerenti - ha dichiarato il legale del giocatore, Elise Farine -. Nessuno ha visto o trovato nulla e il mio cliente è accusato di tutti i mali. La polizia ha estratto una confessione sul fucile". Più duro il commento di Aurélien Bourdier, avvocato di Hanry: "Questa indagine è un disastro. I giocatori, gli spettatori e persino l'arbitro non sono stati ascoltati. È un file quello? Se non si tratta di un'indagine penale, non so cosa sia. La cartuccia trovata nello stadio? Sono ragazzi di Saint-Eloi che l'hanno raccolto. E non c'erano nemmeno le impronte digitali" ha concluso.