Del Bosque: "Real, prendi Mbappè. Neymar non è un esempio"

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L'ex Ct della Spagna non ha risparmiato critiche al campione brasiliano: "Ai Mondiali non si è comportato bene, non è stato un esempio per i giovani. Per questo, fra i due, prenderei il francese. Mi sembra più sensato". Poi sulla stagione del Real e sul nervosismo di Zidane: "Deve saper essere all'altezza"

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Vicente del Bosque è uno che di campioni ne ha visti tanti. Ha vinto tutto fra club e Nazionale, la sua Spagna e il suo Real Madrid hanno lasciato le briciole agli avversari. Adesso va per i 69 anni e non allena più dal 2016, ma la voglia di seguire e commentare il calcio lo seguirà ancora per molto tempo: "Chi prenderei fra Mbappè e Neymar fossi nel Real? Il primo mi sembrerebbe più sensato - ha raccontato durante la sua intervista a El Partidazo de COPE - il brasiliano non è stato un esempio per i più giovani. Il suo comportamento durante i Mondiali non mi è piaciuto. Finisce che anche i ragazzini si buttano ad ogni contatto e facendo una commedia dopo ogni fallo". Insomma, anche l'ex Ct della Spagna non ha gradito le tanto celebri simulazioni di cui il campione del Psg è stato spesso accusato: "Non importa essere dei buoni calciatori, bisogna avere anche un certo spessore umano" Ha ribadito convinto. 

"Real? Persone devono essere all'altezza"

Da giocatore prima e da allenatore poi. Una pagina di storia del Real porta la firma di Del Bosque, che con i blancos ha vinto tutto. Impossibile, dunque, non chiedergli un parere sulla complicata stagione degli ex campioni d'Europa: "Avere tre allenatori in un anno è molto complicato - ha detto - è difficile invertire la tendenza. Zidane preoccupato? E' il mestiere dell'allenatore, ma chi gestisce il club deve essere all'altezza. Ha un'ottima squadra, sono sicuro che si riprenderà". Chiosa finale su Bale: "Le sue parole sul mestiere del calciatore non sarebbero mai uscite qualora le cose fossero andate bene. Nel calcio, così come nella vita, ci deve essere disciplina. Quando diventi un calciatore, è come se perdessi la propria vita. Da bambini si sogna, si ride, si scherza. Da campioni ci sono delle pressioni da reggere".