L'Italia femminile non ha vinto il Mondiale, ma la sfida più importante: sfatare il tabù calcio tra le donne e far capire alle bambine italiane che anche loro possono mettersi gli scarpini ai piedi e giocare a calcio
Confessiamolo: la musica (che abbiamo scelto per accompagnare il servizio televisivo - "Let it go", dal celebre cartone Disney "Frozen" - ndr) è semplicemente un'esca per stanare tutte le bambine d'Italia, quelle a cui hanno rivolto il loro primo pensiero le campionesse della nostra nazionale e che al richiamo di queste note non resteranno indifferenti. La miglior colonna sonora però sarebbe quella suggerita da Cristiana Girelli: "Penso che i nostri occhi facciano rumore e una bella musica in questo momento. Quindi potremo solamente guardarci negli occhi e continuare a sognare".
Chiamiamole campionesse lo stesso, a maggior ragione, perché la loro sfida l'hanno vinta comunque. Anzi, chiamiamole principesse, parola tanto cara a quelle bambine a cui vogliono mandare un messaggio. Il loro regno ora ha confini più grandi rispetto a quando è iniziata la storia. Anzi, non ne ha proprio. E' quello che cercavano in questa favola: né prìncipi né corone ma opportunità, quelle che la politica chiama pari ma che ora deve parificare davvero rendendo queste ragazze professioniste, esattamente come le loro rivali.
Le principesse azzurre hanno spezzato il loro sortilegio vincendo il girone, hanno sconfitto il Drago, hanno fatto innamorare tutto il popolo e si sono fermate solo davanti alle regine d'Europa. Ci sta. Alle bambine d'Italia hanno detto di giocare a calcio perché d'ora in poi ci saranno due Mondiali e due Europei. E, magari, potrà succedere che loro facciano persino più strada dei compagni, come accaduto in questi ultimi due anni. Alle bambine d'Italia vogliono raccontare che Rapunzel è uscita dalla torre e non vuole più tornarci, che la Sirenetta ha davvero le gambe e quando canta lo fa più forte di tutti. E che Cenerentola ha scarpette che non sono di cristallo e non ha più intenzione di perderle a una festa: quelle scarpette d'ora in poi le servono per giocare a pallone.