Il protagonista della puntata de "La Giovane Italia" è Simone Perrotta, ieri campione del Mondo, oggi vice-presidente del Settore Giovanile Scolastico
Lui ha le idee abbastanza chiare. Servono pochi concetti chiave per portare una ventata fresca nel calcio under di casa nostra. Istruttori qualificati, genitori rieducati, professionismo nel calcio femminile, esempi comportamentali in evidenza. Detto cosi, sembrerebbe il manifesto de La Giovane Italia. Solo che Simone Perrotta, rispetto alla nostra "libertà editoriale" su Sky sport, ha molte più colonne d'Ercole da varcare. E soprattutto, se non supportato dalla politica del pallone, rischia di essere uno dei tanti uomini di calcio in possesso di buon senso ed esperienza più sopportati che supportati.
Ci prova mettendosi in gioco sul campo. Il terreno che resta preferito ("Paolo, un foto non in giacca e cravatta non l'avevi per la trasmissione?") per un campione del mondo del 2006. Simone ha quella sana genuinità che farebbe tanto bene alla base del nostro movimento. Sorrisi e pacatezza, una parola a modo su ogni argomento toccato. Nel calcio in fondo urlare serve a poco. Meglio pochi concetti e tanta sostanza. Dando spazio poi alla cosa più bella che c'è per chi ama questo sport. Un pallone e le giocate di bimbi e bimbe.
Coerenti con questo messaggio, ecco che la puntata odierna (in onda alle 19 su Sky Sport Football e alle 21.45 su Sky Sport24), alterna le idee di Perrotta con gli hilites dei campionati giovanili da tutti definiti i più "belli e credibili". A differenza della Primavera, dove vedi a tratti anacronistici confronti generazionali, le finali del Settore Giovanile Scolastico mettono in campo qualità e futuri talenti all'insegna del pari età. Se proprio sei un fenomeno di precocità, te la puoi giocare anche ai "piani superiori". L'esempio di questa edizione è un certo Seba Esposito, attaccante classe 2002 dell'Inter. Uno che ha esordito in Europa League in prima squadra, poteva non decidere da Under 17 lo scudetto nerazzurro? Guardare per credere...