Il francese ha svelato i dettagli della telefonata con Cristiano Ronaldo, prima del passaggio del portoghese alla Juventus: "Gli spiegai perché quel club fosse speciale, mi richiamò dicendomi che avevo ragione"
Patrice Evra e Cristiano Ronaldo, compagni di squadra per tre stagioni al Manchester United dal 2006 al 2009. Non c'è da stupirsi, allora, se il portoghese negli attimi precedenti al suo passaggio dal Real Madrid alla Juventus, abbia chiesto un consiglio proprio all'esterno francese. A svelare questo retroscena è lo stesso Evra in un'intervista concessa a Sky Sports: "Mi ha chiamato 20 minuti prima di firmare con la Juventus, chiedendomi perchè questo club fosse così speciale. Gli spiegai che il suo modo di allenarsi si adattava perfettamente alla cultura del club. Mi ha richiamato dicendomi che avevo ragione e che con questa mentalità potrà continuare a giocare fino a 40 anni".
La mentalità, appunto, è il fattore che secondo Evra fa la differenza nei successi del campione portoghese: "Parlai con lui quando vinse il suo primo Pallone d'Oro, mi disse che ne voleva vincere altri cinque: non mi stupisce che l'abbia fatto. E' il tipo di giocatore che se l'allenamento è fissato alle 10, lui arriva alle 8 ed è l'ultimo ad andarsene. E' una macchina: non ho dubbi nel preferire Ronaldo a Messi". E un aneddoto dei tempi di Manchester racconta perfettamente la sua ambizione smisurata: "Lavora ogni giorno per essere il migliore. Una volta perse una partita di ping pong contro Rio Ferdinand. Allora decise di comprarsi un tavolo per giocare e si allenò due settimane per la rivincita. Giocarono di nuovo e vinse Cristiano. Questo la dice lunga sulla sua mentalità".
Evra, nel corso dell'intervista, ha parlato anche della sua esperienza alla Juventus, 82 presenze e 3 gol tra il 2014 e il 2017: "Chi dice che è più facile giocare in Italia non reggerebbe i ritmi nemmeno delle rifiniture. Gli allenamenti sono sempre intensissimi, ho visto alcuni miei compagni vomitare prima della fine di una seduta. Al Manchester United, in confronto, mi sentivo in vacanza. Alla Juventus controllano tutto, decidono loro quello che devi mangiare e devo dire che ho imparato molto, anche dal punto di vista tattico. Non mi piaceva molto lo stile di vita a cui ti formavano, perchè penso di essere in grado di decidere cosa è meglio per me stesso, ma capisco anche che la disciplina sia molto importante. E' stata una delle sfide più difficili della mia vita ed è per questo che sono davvero orgoglioso di aver trascorso due anni e mezzo con loro".
Infine, Evra ha voluto parlare di alcuni dei compagni che ha ammirato di più durante la sua esperienza in bianconero: "Chiellini è il cuore della difesa della Juventus. Non è dotato di un'ottima tecnica ma ha sempre lavorato meglio degli altri, più di Bonucci. In allenamento cercavo di copiare Pirlo, i suoi piedi sono come le sue mani. Quello che ho imparato da lui è di rimanere sempre lucido e rilassato, anche sotto pressione. Tevez invece è un pitbull in attacco: ho giocato con lui anche a Manchester e quando davanti giocava con Rooney, provavo dispiacere per la difesa avversaria".