Guerra Ucraina, Fonseca: "Affrontato un viaggio di 30 ore, mia moglie piange ancora"
CalcioL'ex allenatore della Roma racconta alla Gazzetta dello Sport il viaggio affrontato per lasciare l'Ucraina: "Gli aerei ci passavano sulla testa, la gente intorno non trovava né carburante né cibo. Futuro? Ammetto che l'Italia mi piace"
Tra le migliaia di persone che hanno lasciato l'Ucraina dopo lo scoppio della guerra c'è anche Paulo Fonseca. L'ex allenatore della Roma era a Kiev, insieme alla moglie Katerina e al figlio Martin, quando è iniziata l'invasione russa lo scorso 24 febbraio: "Alle 10 dovevamo partire per il Portogallo quando alle 4.30 abbiamo sentito cadere le prime bombe" racconta Fonseca alla Gazzetta dello Sport. L'allenatore è tornato in Portogallo, ma ha dovuto affrontare un lungo viaggio su un minivan verso la Moldova: "È stato un viaggio terribile - spiega - Trenta ore senza fermarsi mai, incolonnati a volte a 5km/h, con gli aerei che ci passavano sulla testa, i posti di blocco, mentre la gente intorno non trovava né carburante né cibo. Mia moglie piange in continuazione, perché abbiamo amici e parenti in tutta l’Ucraina".
"Roma? Nessun paragone. Sono stato vicino alla Fiorentina"
Sono tanti i messaggi di vicinanza che Fonseca ha ricevuto nei giorni scorsi, compresi quelli di calciatori e dirigenti della Roma con Dan e Ryan Friedkin in testa. L'occasione è utile anche per parlare di calcio giocato, con un raffronto tra la sua squadra e la Roma di Mourinho: "Non voglio fare paragoni, sono situazioni diverse, investimenti diversi. Abraham, ad esempio, è fortissimo e può diventare ancora più forte. Dico solo che, nonostante la pandemia e il cambio di proprietà, avevamo una nostra identità ed eravamo una delle squadre che giocavano meglio". Tanta voglia di campo per Fonseca che vuole tornare in panchina al più presto: "Sono stato vicino alla Fiorentina, ma poi non si è fatto nulla - conclude - Ammetto che l'Italia mi piace".