E' morto Giorgio Napolitano: l'ex Presidente della Repubblica aveva 98 anni

lutto
Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

E' morto all'età di 98 anni l'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Fu capo dello Stato dal 2006 al 2015, e fu il primo Presidente a essere eletto per un secondo mandato. Sotto la sua presidenza lo storico Mondiale del 2006, vissuto accanto ai giocatori della Nazionale. Il Coni ha disposto un minuto di silenzio in tutte le manifestazioni sportive del weekend

Nove anni di Presidenza, il primo ad aver un doppio mandato, anzi è l’Italia che ebbe bisogno di mantenere lo stesso Presidente per avere stabilità e coerenza in anni di enorme difficoltà con uno stallo elettorale assai preoccupante. Persona serie e composta, di una grande credibilità politica e militanza sin da giovane nelle fila dell’allora Partito Comunista. Giorgio Napolitano, classe 1925, napoletano di Napoli senza giochi di parole, figlio di una avvocato e di una nobile partenopea con radici piemontesi frequenta e si forma al liceo Umberto I dove costruisce le sue basi di letterato ma anche quelle inaspettate, guardando ora alla sua vita, di attore e appassionato di teatro: in questo aiutato dai suoi amici, compagni di scuola, e futuri registi, Francesco Rosi e Giuseppe Patroni Griffi , scrittori come Giuseppe la Capria e Antonio Ghirelli che certamente, quest’ultimo, lo agevolò anche nella conoscenza del mondo sportivo.

Il tifo per l'Italia

Teatro una grande passione tanto da far dire ad Aurelio de Laurentiis, quando il Presidente si complimentò con lui per i successi del Napoli nelle Coppe Europee, le due coppe Italia e la Supercoppa… “Presidente lei è uno di noi, mi capisce” quasi da produttore a produttore, e sull’onda dell’entusiasmo… “primo nostro Tifoso”. Quello magari no…anche perché Giorgio Napolitano non mai ha dichiarato il suo tifo… solo Italia e mi permetta, qualche preferenza sul fronte Lazio, considerando la fede dichiarata di suo figlio Giulio. Ma da perfetto Presidente scese in campo all’Olimpico, per premiare la Roma in Coppa Italia, consegnando il trofeo nelle mani di Totti e l’anno dopo, quasi a bilanciare, premiò la Lazio che superò la Sampdoria. Però guardando la sua città natale in festa per lo scudetto, di sicuro sarà scappato un bellissimo nostalgico sorriso.   Ma il Presidente e allora ecco l’Italia del calcio. E pensare che uno come lui , meno espansivo ed esplosivo tipo Pertini, si è ritrovato con gioia a tifare la sua Italia vincente a Berlino. Non ha giocato a scopone con Bearzot modello 1982 ma si è coccolato quella Coppa insieme a Marcello Lippi e i suoi ragazzi.

Lo sport nel suo mandato

Un gran signore, di pregevole compostezza e moderazione ma anche duro soprattutto contro i deprecabili spettacoli all’interno degli stadi con Ultrà…” Non è calcio ma il segno di una crisi morale del paese. I Club devono rompere i legami con le tifoserie che hanno per capi dei criminali” queste le sue parole durante la Coppa Italia del 6 maggio 2014. Lo Stato non tratta. Tralasciando le brutte parentesi Il Presidente Giorgio Napolitano ha vissuto la grande era delle ragazze del Tennis e della scherma, i trionfi di Federica Pellegrini e del nuoto azzurro presenziando anche ai mondiali di Roma del 2009, i successi di valentino Rossi e l’ultima affermazione Ferrari con Kimi Raikkonen, le vittorie di Vincenzo Nibali…e quando si concluse il Giro d’Italia a Roma, consegnò il trofeo del 2009 al russo Dennis Menchov nel piazzale del Quirinale. Da Presidente con orgoglio, onore e grande rispetto lasciò la bandiera italiana agli alfieri per i Giochi olimpici e paralimpici. Il primo Antonio Rossi nel 2008, l’ultimo Armin Zoeggeler per le invernali di Sochi. Due gli atleti citati nei discorsi ufficiali. Ed è bello proprio chiudere così con i due passaggi precisi che evidenziano quanto sia importante per un uomo, un Presidente, come Giorgio Napolitano il solco tracciato per essere Esempi, e lo sport su questo non ha rivali: “delle cose più belle è stata vedere la Vezzali lottare fino all’ultimo nella rimonta per una medaglia di bronzo. E poi assistere ad una finale delle altre due atlete italiane. Quale passaggio più limpido di testimone ad una più giovane generazione ci poteva essere?” E poi… “dalle prove degli atleti paralimpici ci è venuta una grande lezione di vita, una grande lezione morale. E questo lo ha sentito, lo ha capito tutta l’Italia. Vero Zanardi?”

 

E’ vero Presidente, Grazie.