La magia dell'Fa Cup quest'anno è più reale che mai

La magia della FA Cup è stata così esasperata da rendere inevitabilmente ridondante il concetto, eppure la definizione quest’anno non poteva essere più calzante. Per la prima volta dalla stagione 1983/84 , Manchester United, Arsenal, Chelsea e Liverpool non si sono qualificate ai quarti. I Duran Duran erano primi nelle classifiche radiofoniche del Regno Unito, il primo Karate Kid stava per essere proiettato nei cinema di tutto il mondo. Un altro mondo. Merito anche di chi ha deciso – per una volta – di non assecondare urgentemente e dogmaticamente le esigenze del campionato. Tradotto? Il Nottingham Forest, a caccia di una leggendaria qualificazione in Champions League, cerca gloria anche in coppa. L’Aston Villa, addirittura ancora vivo in Europa con i quarti di finale contro il PSG, non rinuncia ai tre fronti. Il Crystal Palace, ormai salvo in campionato, non è sazio. E poi c’è il Manchester City. Che brama argenteria nella stagione più povera dell’era Guardiola. Ma è la magia nella magia, come una perfetta matrioska, ad aver reso i quarti di finali tra più divertenti di sempre. Fulham-Crystal Palace 0-3 Il sole splende sulle felici rive del Tamigi del sud-ovest di Londra, aggraziato dal verde di Bishop Park e dalle bellissime case a schiera in stile vittoriano. L’ora di pranzo del primo sabato primaverile regala il palcoscenico perfetto della partita inaugurale dei quarti di finale di coppa. È un derby di Londra inusuale per il prestigio del turno, nonché la sfida tra le ultime rappresentati della capitale rimaste in gioco. Questo la dice lunga sull’unicità dell’annata e disegna a caratteri cubitali la parola OPPORTUNITÀ sul prato verdissimo di Craven Cottage. Il Fulham raccomanda ai suoi tifosi di arrivare tre ore prima allo stadio. Birre e pies sono vendute al prezzo speciale di £3 ed è prevista una coreografia per colorare lo stadio di bianco e di nero. Le stagioni delle due squadre fanno pensare a un ritorno del Fulham a Wembley dopo la vittoriosa finale di Championship del 2020 contro il Brentford, quel giorno di fronte a uno stadio vuoto causa pandemia. E invece a prendersi la scena è un ragazzo che al Fulham è passato da giovane, senza riscontrare tutto il successo che meritava. Eberechi Eze, oggi nazionale inglese e brillante talento, a 14 anni fu rilasciato dai Cottagers perché non considerato all’altezza. Il gol del vantaggio è un pezzo di bravura. Il dito sulla punta del naso, il segnale che no, quel colpo subito in età adolescenziale non è stato dimenticato. L’assist per Sarr per lo 0-2 è un’altra delizia. Nel secondo tempo la chiude Eddie Nketiah che, a proposito di rifiuti, in realtà con il club del suo cuore, l’Arsenal, era riuscito a esordire e a giocare qualche stagione in prima squadra prima di essere gentilmente accompagnato alla porta perché anche lui non all’altezza. Il calcio toglie, il calcio restituisce. Il biglietto per Wembley è staccato. Il Palace torna sotto l’arco per la prima volta dalla finale persa contro il Manchester United nel 2016. Brighton-Nottingham Forest 0-0 Dei 4050 tifosi del Forest che hanno invaso pacificamente la costa sud di Brighton, in molti avranno pensato alle atroci delusioni degli ultimi due decenni e mezzo. Tutto questo al netto della stagione leggendaria che la Garibaldi sta conducendo con l’ardore e il coraggio per molti anni invocati dai tifosi dei Reds. La squadra di Nuno Espirito Santo, ad aprile, è comodamente seduta al terzo posto in classifica e con i dolci scenari del ranking UEFA, sempre più propensi ad aprire un posto in Champions League anche al quinto posto, la scrittura di una nuova pagina di storia è realmente possibile. Questo già sembrava più che abbastanza per una piazza conosciuta per imprese di eroi ormai immortalati in fotografie impolverate. Ma come scriveva saggiamente Walt Whitman e ribadito magicamente dal professor Keating ne L’Attimo Fuggente, “Cogli la rosa quando è il momento” e dunque il Forest gioca a Brighton una partita solida. Nuno Espirito Santo rinuncia ad alcuni dei suoi giocatori migliori , ma non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire l’occasione. Ai rigori, calciati verso la porta diametralmente opposta ai tifosi del Forest, il portiere Sels ne para due prima di regalare a Ryan Yates, storia nella storia, il tiro della vittoria. Capitano, nato a Nottingham e tifosissimo del Forest. Andava con tutta la sua famiglia a City Ground negli anni bui di Championship e League One. Capitano della rinascita e della promozione di due anni fa, sarà lui a presentare alla Royal Family i nomi dei suoi compagni di squadra. Il Forest torna a giocare una semifinale di FA Cup per la prima volta dal 1991, edizione in cui il cammino si spense in finale contro il Tottenham di Gascoigne . In panchina naturalmente c’era Brian Clough. Solo questo dovrebbe bastare a rendere a Nuno Espirito Santo l’idea della grandezza del suo lavoro. Preston North End-Aston Villa 0-3 Il Preston North End non giocava un quarto di finale di FA Cup da – esattamente – 59 anni. Era il 30 marzo 1966, il Manchester United di Sir Bobby Charlton vinse e passò il turno. Una lunghissima attesa per respirare di nuovo l’aria di un grande evento per un club che staziona da decenni nelle sabbie mobili della seconda divisione inglese. Quattordicesimo posto in campionato, nessuna aspirazione di promozione in Premier League, rischi di retrocessione ridotti al minimo. Una mediocrità che negli anni ha frustrato fino allo sconforto i tifosi del Preston North End al punto da rendere l’atmosfera a Deepdale molto meno elettrizzante rispetto al suo gemello Luigi Ferraris di Genova . Il fascino della prima squadra Invincible della storia del campionato inglese è incenerito ormai da sempre, la speranza era di farlo parzialmente rivivere tornando a Wembley come unica rappresentate di Championship rimasta in corsa in FA Cup. Invece l’Aston Villa del maestro di coppa Unai Emery coglie al balzo l’occasione che il destino gli ha riservato nel sorteggio precedente e prenota un posto in semifinale, rinvigorendo le speranze di portare a casa qualcosa dai tre fronti in cui il Villa è ancora vivo . Arrivano i primi gol in maglia Claret & Blue di Marcus Rashford, che sta piano piano ritrovando se stesso dopo aver lasciato la polveriera del Manchester United. Il terzo gol lo segna Jacob Ramsey, tifoso del Villa e prodotto dell’Academy. Per lui Wembley avrà un sapore ancor più speciale. Bournemouth-Manchester City 1-2 L’unico club appartenente alle ‘Big Six’ rimasto in gioco è il Manchester City che nella stagione più complicata dell’era Guardiola ha ancora una possibilità di redenzione. Intanto, la vittoria sul Bournemouth è già storia. I Citizens diventano i primi di sempre a conquistare sette semifinali di FA Cup consecutive. Lo fanno contro la squadra che aveva aperto gli occhi a tutti sulle difficoltà del City di quest’anno, interrompendo il 2 novembre scorso la notevole striscia di 32 risultati utili consecutivi dei magnifici ragazzi di Guardiola. Avversario più complicato non poteva esserci. Il Bournemouth di Andoni Iraola, solidissima realtà di questa stagione di Premier League e ancora in corso per uno storico posto europeo, sognava di presentarsi in semifinale di coppa per la prima volta in 126 anni di storia e il rigore neutralizzato da Kepa a Haaland e il seguente vantaggio di Evanilson sembravano far soffiare il vento in quella direzione. Ma non avevano fatto i conti con l’ennesimo prodotto cristallino dell’Academy del City, Nico O’Reilly, 20 anni compiuti 9 giorni fa e in campo in Premier League per soli 23 minuti. Il ragazzo entra e serve due assist fantastici per Haaland e Marmoush. Viene portato in trionfo da chi il City lo ha reso grande e si aggiunge ai vari Foden, Lewis, McAtee nella lista di ragazzi cresciuti con la maglia blu di Manchester dai primi anni d’età. Ma visto che nulla in questa stagione può far rilassare Guardiola, il City lascia il Vitality Stadium con una grande preoccupazione: la caviglia sinistra di Haaland. Nei prossimi giorni verrà valutata. Semifinali Solo il Crystal Palace delle fantastiche quattro rimaste in gioco non ha mai alzato la coppa. Sarebbe il 45° vincitore della coppa più antica del mondo. Se la vedrà con l’Aston Villa di Unai Emery mentre l’altra semifinale prevede un affascinante Nottingham Forest-Manchester City. Si aprono i cancelli di Wembley e questa volta sì, possiamo davvero ricorrere allo slogan che la Football Association usa da anni. The magic of the Cup.

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