Davvero incredibile la vicenda che coinvolge il 26enne difensore tedesco, polemica riportata dalla Bild: Danny da Costa ha denunciato la madre per 6 divise da gioco, utilizzate ai tempi delle giovanili e a sua detta rubate dalla donna. Per la mamma si tratterebbe invece di un regalo e non intende restituirle: qualora non si riesca a trovare un accordo in famiglia, l'ultima parola spetterà al Tribunale di Colonia
PARADOSSO DA COSTA: "HO UN'ALLERGIA AL MANTO ERBOSO"
Non è la prima volta che Danny da Costa fa parlare di sé per motivazioni curiose, certo è che stavolta la vicenda ha dell’incredibile. Parliamo del 26enne difensore tedesco, terzino dell’Eintracht Francoforte dove gioca dal 2017 accumulando 80 presenze e 6 reti. Un nome non nuovo alle cronache, d’altronde pochi mesi fa rivelò di essere allergico al manto erboso e quindi obbligato a giocare con le maniche lunghe per evitare reazioni cutanee. Un problema non da poco per un calciatore, lui che a quanto pare ammette pure problemi in famiglia: lo riporta la Bild, quotidiano tedesco che rivela la querelle tra da Costa e la madre dai contorni veramente paradossali. Una polemica che sta facendo il giro della Germania e non solo.
"Quelle maglie sono mie": da Costa porta la madre in Tribunale
Della vicenda si sta occupando il Tribunale di Colonia, città nella quale vive la mamma del giocatore, ma a lasciare a bocca aperta è il motivo della denuncia avanzata dal difensore dell’Eintracht. L’oggetto del contenzioso sono infatti 6 magliette da gioco risalenti ai tempi delle giovanili di da Costa, una delle quali venne indossata nel 2010 nella finale del campionato Primavera persa con il Bayer Leverkusen proprio contro il suo attuale club, l’Eintracht Francoforte. Se il ragazzo pretende che le divise gli vengano restituite, la madre ha replicato che si tratta di un regalo e non intende fare passi indietro. Non è dato sapere i motivi di una lite così violenta ma, qualora le parti non riescano a trovare un accordo privato, l’ultima parola spetterà al Tribunale il prossimo 27 settembre in un processo dai pochissimi precedenti noti. E nemmeno il giudice che si sta occupando del caso, facendo da mediatore, è riuscito a trovare un’intesa in famiglia.