Willkommen in Bundesliga

C’era una volta la Bundesliga, quella dei talenti, degli stadi pieni di famiglie e bambini, del gioco veloce e verticale. Bella eh! Ma tanto alla fine vince sempre... il Bayern Monaco. Es war einmal, c’era una volta. Ecco, c’era. O meglio, c’è ancora. A parte per quella storia del Bayern. Provate a pensarci: a Monaco spendono un centinaio di milioni per uno degli attaccanti più forti del mondo e perdono il primo campionato dopo undici vinti di fila. Harry Kane avrà anche la scarpa d’oro in bacheca, ma il Bayer Leverkusen giocherà questa stagione con il logo della Bundesliga tutto dorato sulla manica. Ideato apposta dalla lega per celebrare un campionato vinto con zero sconfitte. Zero. Non era mai successo. “Applaus, applaus” cantavano un po’ di anni fa gli Sportfreunde Stiller, gruppo rock di Monaco piuttosto famoso composto da tre ragazzi tifosi del Bayern: titolo in tedesco, ok, ma la traduzione una volta tanto è un filo superflua. Un po’ come sottolineare che a Leverkusen hanno avuto un’idea mica male quando hanno deciso di offrire a Xabi Alonso la prima panchina della sua carriera. Risultato? Un impatto che in Germania rischia di essere ricordato come quello che aveva avuto Guardiola. Con una differenza: quando era arrivato a Monaco Pep era già Pep, Xabi invece sta facendo sognare… Se ce l’ha fatta lui, perché noi no? La domanda se la sono posta sia i dirigenti del Bayern che quelli di Dortmund e per rispondere hanno piazzato due scommesse di quelle che o ci credi davvero oppure hai voglia di farti licenziare. Vincent Kompany, classe 1986. Nuri Sahin, nato nell’88. Uno arriva dalla retrocessione con il Burnley al suo primo anno in Premier League, l’altro ha iniziato ad allenare nel 2021, tre anni in Turchia all’Antalyaspor prima di essere richiamato a casa lo scorso gennaio per fare da assistente, o balia come preferite, a Edin Terzic. A Dortmund dicono che la mente dietro al Borussia finalista in Champions fosse proprio quella di Sahin, arrivato a gennaio perché i giocatori, Reus e Hummels su tutti, si erano lamentati con il club della scarsa preparazione di Terzic. A differenza della scorsa estate, con il mercato stranamente toppato dopo la cessione di Bellingham al Real Madrid, questa volta a Dortmund hanno fatto sul serio: via Füllkrug al West Ham, e 27 milioni per uno di 31 anni non sono niente male, dentro tre nazionali della Germania di Nagelsmann. In difesa Waldemar Anton, a centrocampo Pascal Groß, in attacco Maximilian Beier che se non lo conoscete è stata la sorpresa delle convocazioni tedesche a Euro 2024. A 21 anni essere pagato 30 milioni nel mercato interno della Bundesliga, arrivando dall’Hoffenheim… Beh, qualcosa conta. Ah e poi c’è la chicca Serhou Guirassy, la rivelazione 2023-24, 28 gol in 28 partite con lo Stoccarda. Totale speso dal BVB : 80 milioni a fronte di 33 incassati dalle cessioni. Ma se arrivi in finale di Champions e subito dopo devi salutare per motivi diversi gente come Reus, Sancho e Hummels un segnale bello tosto i tifosi se lo aspettano. Infatti il Borussia ha speso più di tutti fra i club ‘normali’, cioè quelli che non hanno il conto in banca del Bayern Monaco. A Leverkusen, per esempio, hanno puntato forte su Martin Terrier, centrocampista, 20 milioni per prenderlo dal Rennes. Si è fatto subito espellere nella Supercoppa Tedesca contro lo Stoccarda, ma il Bayer di Xabi Alonso ha ripreso comunque da dove aveva finito: rimonta in dieci e vittoria ai rigori. Poi un giorno se volete ne parliamo, perché questi qualcosa di diverso ce l’hanno per forza. Il Lipsia invece continua a lavorare come se giocasse a Football Manager, che se siete appassionati Antonio Nusa e Assan Ouédraogo , 19 e 18 anni, sono nomi che esaltano. Soprattutto a Lipsia sono riusciti a convincere Xavi Simons a tornare per un altro anno in prestito e, con Dani Olmo ceduto al Barça, quel talento da urlo con il numero 10 affascina tanto. E il Bayern? Pronti via alla prima amichevole si è rotto il piede Hiroki Ito, centrale preso per 25 milioni dallo Stoccarda di fatto per sostituire De Ligt, che ci ha messo quasi un’estate intera a finire al Manchester United ma alla fine a Monaco ne hanno incassati 50 per la cessione del loro miglior difensore. Vabbè, contenti loro. Soprattutto all’Allianz Arena quest’anno giocherà quello che i tifosi bavaresi hanno già ribattezzato ‘il Robben francese’. Michael Olise, 22 anni, nato a Londra ma naturalizzato francese per via della mamma è un esterno mancino di quelli che giocano a destra, rientrano e calciano a giro. Nel suo caso, spesso in porta e all’incrocio dei pali. Ecco perché quel soprannome. 53 milioni per prenderlo dal Crystal Palace non sono pochi, ma come l’anno scorso anche questa estate il Bayern ha dimostrato che, se vuole, va in Premier League a fare shopping visto che sono arrivati 51 milioni anche nelle casse del Fulham per Palhinha, mediano titolare del Portogallo. La Bundesliga però, si sa, vive di storie che si trovano solo in un posto dove praticamente tutte le squadre sono ad azionariato popolare. E allora bentornati ai pirati del St. Pauli, campioni del mondo nell’unire l’essere cool con l’etica e l’impegno sociale. Oppure alle cicogne del mare del nord dell’Holstein Kiel. Vi racconteremo tutto, ci mancherebbe, anche perché certo che si può vivere senza sapere perché quelli del Gladbach sono soprannominati Die Fohlen… Ma poi venerdì alle 20.30 li vedi in campo nella prima partita stagionale della Bundesliga 2024-25, nel derby contro il Leverkusen, e pensi: cos’è che voleva dire Die Fohlen? E la risposta, come spesso in Bundesliga, inizia con: es war einmal. C’era una volta…

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