"Koan wie Neuer": nessuno è come Manuel

“Koan Neuer”. Noi Neuer non lo vogliamo: 2 marzo 2011, Bayern Monaco-Schalke semifinale della coppa di Germania, la Südkurve dell’Allianz Arena accoglie così Neuer, piena di cartoncini con quelle parole rigorosamente in dialetto bavarese. Manuel aveva 24 anni, era il capitano dello Schalke e nonostante fosse già il miglior portiere al mondo, o giù di lì, a Monaco i tifosi non accettavano l’idea di prendere il simbolo di un club col quale c’è sempre stata grande rivalità. Nato proprio a Gelsenkirchen, nel cuore della Ruhr, per carattere e modi di fare era ed è lontano anni luce dall’esuberanza bavarese. Soprattutto, quello era ancora un periodo nel quale a Monaco la gente ragionava con i parametri di un altro calcio: local più che global, meglio i campioni cresciuti in casa alla Lahm e Schweinsteiger. Quattordici anni dopo, eccolo lì a celebrare l’ennesimo rinnovo di contratto. Scadenza 2026, quando Manu avrà 40 anni. E attenzione, nessuna riverenza da parte del club ma una lucida analisi del fatto che sì, forse la percentuale di parate sui tiri subiti si è un filo abbassata, ma a oggi Neuer è ancora uno dei migliori in giro, e prendere un altro portiere di quel livello subito pronto costerebbe davvero troppo. A patto che ce ne siano. Meglio allora spendere dieci milioni per Jonas Urbig del Colonia, 21 anni e un talento clamoroso, farlo crescere allenandosi con Neuer e prepararlo a essere il titolare del Bayern Monaco dal 2026/27, con le presenze di Manuel che piano piano caleranno la prossima stagione. Soprattutto nelle partite meno importanti, per iniziare la transizione. Tutto pensato e programmato insieme a Manuel, che ha approvato il nome del suo successore dimostrando di essere esattamente l’opposto di quello che sembra quando ci parli: calmo, pacato, estremamente educato e sorridente prima, durante e dopo le interviste. Quando però si tratta di imporsi si trasforma. Errori in campo ne ha fatti anche lui, ci mancherebbe, ma un conto sono le parate sbagliate, un altro i gol subìti per quel modo di vivere in un mondo tutto suo, nel quale il portiere è un giocatore come gli altri che però può prendere la palla con le mani. Ogni volta che ha esagerato con le giocate e gli hanno chiesto se non fosse meglio essere più prudente, lui ha sempre risposto: io sono così, questo è il mio stile, se vi va bene ok altrimenti fatti vostri. Di solito a ragionare così sono i visionari, quelli che anche quando sbagliano sanno che il loro modo di vedere le cose è giusto anche se unico e a volte pericoloso. Neuer ha trasformato l’immagine del portiere di calcio inventando di fatto un nuovo ruolo… Ok questo lo sanno tutti. Ma pensateci un attimo: quando mai nelle clip dedicate a un portiere avete visto più dribbling, anticipi a centrocampo, chiusure difensive sulla trequarti con tanto di impostazione dell’azione, piuttosto che parate? Fatevi un giro su YouTube e provate a cercare qualcosa del tipo “Manuel Neuer best skills” e vedrete cosa vi uscirà. Solo per restare a questa stagione, contro il Paris in Champions League Neuer ha tirato fuori un dribbling su Dembélé e un’apertura da regista consumato che, come al solito, fanno capire perché una volta, a Bundesliga già vinta, Guardiola avesse seriamente pensato di schierarlo come giocatore di movimento. Poi purtroppo aveva evitato. Dopo aver vissuto l’ultimo Europeo in casa anche lui ha deciso di ritirarsi dalla nazionale come Gündogan, Müller e Kroos. Ma a differenza di Ilkay, Thomas e Toni, quella di Manuel in Germania è vista come una scelta temporanea. Oggettivamente a livello fisico stava diventando complicato giocare sempre sia per il Bayern che per la Germania, ma lo era altrettanto per Nagelsmann ignorare un Neuer convocabile: meglio allora lasciare per il momento il posto a Ter Stegen e poi riaggiornarsi. Questo prima del brutto infortunio del portiere del Barcellona e del rinnovo di Manuel fino al 2026, l’anno del Mondiale negli USA. E allora occhio che potrebbe fare come Kroos, chiudere la carriera giocando l’ultimo torneo con la sua nazionale, anche perché dovesse arrivare in forma a maggio 2026 cosa fai, gli dici di no? Lui è pur sempre Manuel Neuer, uno che a 36 anni dopo essere stato eliminato va a sciare, fra l’altro fuoripista, si rompe la gamba con tanto di frattura scomposta e ci mette quasi un anno a tornare in campo. Con il suo club che lo aspetta, non prende un sostituto e soprattutto non lo multa nonostante nel contratto sia scritto chiaramente che bisogna evitare gli sport pericolosi. Risposta di Neuer quando gli hanno fatto notare che lui non potrebbe andare sulla neve: “Perché? Lo sci non è pericoloso”. Difficile ribattere quando hai davanti uno che fonde così bene talento e personalità. “Koan Neuer” si può tradurre come “Nessun Neuer”, lui in questi quattordici anni di Bayern è riuscito a trasformare quel rifiuto in “Koan wie Neuer”. Nessuno è come Neuer.

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Niccolò Omini