L'Eintracht Francoforte sogna e vince sulle note del suo inno

L’inno dell’Eintracht di Francoforte si chiama ‘Im Herzen vom Europa’ ed è stato scritto e interpretato nel 1959 dal coro della polizia della città capitale dell’Assia in occasione della vittoria dell’unico titolo di campione tedesco conquistato dalle aquile. Nella sua strofa conclusiva il testo dice “Eintracht aus Frankfurt, du schaffst es wieder, Deutscher Meister zu sein” che significa ‘Eintracht da Francoforte tu ce la farai ancora a diventare campione di Germania’. Inutile dire che la profezia del testo si è rivelata più sballata di quelle riguardanti le varie teorie sulla fine del mondo ma pazienza. Ogni partita dell’Eintracht da 65 anni a questa parte tutto lo stadio canta con gioia l’inno infischiandosene bellamente del fatto che il testo non abbia portato così tanta fortuna alla squadra. Quindi cosa volete che sia una sconfitta in DFB Pokal contro il Lipsia per far scendere l’entusiasmo cittadino per una squadra che sta letteralmente sorprendendo tutti e si trova in seconda posizione di classifica a soli quattro punti dal Bayern. Il segreto dell’Eintracht, che da poco più di un quinquennio sta raccogliendo successi importanti come la vittoria in coppa di Germania 2018 e quello in Europa League del 2022 e mantiene sempre un rendimento più che accettabile in Bundesliga, va probabilmente individuato nella capacità di far rendere i giocatori sopra il loro rendimento medio. Nel senso che tutte le star, o forse sarebbe meglio dire, presunte star, vendute a prezzi decisamente elevati negli ultimi anni, hanno incontrato tremende difficoltà nelle loro nuove collocazioni. Qualche esempio: Luka Jovic, immarcabile in rossobianconero, un disastro totale al Real e non molto meglio a Milano, Ante Rebic super al Waldstadion, impalpabile al Milan, Kolo Mouani devastante a Francoforte, lontano dalle aspettative a Parigi, Jesper Lindstrom poca roba a Napoli, Daichi Kamada un fantasma alla Lazio, Filip Kostic non proprio sugli standard mantenuti con le Adler a Torino sponda Juventus. Al contrario, la star del momento, e cioè l’egiziano Omar Marmoush. In questa prima fase di stagione ha segnato 13 gol e fornito 7 assist, cifre esorbitanti per uno che a Wolfsburg non segnava neanche a porta spalancata e che al St. Pauli non passava un pallone neanche per idea. Una trasformazione completa aiutata dalla presenza in panchina di un allenatore serio e preparato come Topmöller, figlio del mitico Klaus, attaccante storico del calcio tedesco e poi allenatore dell’Eintracht che sta perdendo ai danni del figlio quasi tutti i record storici di miglior partenza del club. Topmöller junior, tra l’altro, si chiama Dino, in onore di Zoff, stimatissimo da papà Klaus. Dino si è formato alla corte di Julian Nagelsmann, attuale Ct della nazionale tedesca. Con lui ha lavorato, in qualità di assistente, a Lipsia e a Monaco, e questo è il primo lavoro da capo allenatore della carriera, per lui che da giocatore, non proprio della qualità di papà, ha vestito la maglia dell’Eintracht per 16 volte segnando 3 gol. Altro uomo chiave della squadra è Hugo Ekitike, arrivato in extremis nell’ultimo giorno del mercato invernale 2024 dal Paris St Germain. Per lui 189 cm di potenza, velocità, tecnica e capacità di far salire la squadra. Non vanno dimenticati due esponenti della vecchia guardia del calcio tedesco come il portiere Kevin Trapp e Mario Goetze, giocatori d’esperienza assoluta e di grande leadership e capacità di guida del gruppo nei momenti complicati. Alle loro spalle crescono giovani di qualità come Nnamdi Collins e Nathaniel Brown, che a dispetto dei loro cognomi, sono nazionali giovanili tedeschi di grande prospettiva. Da non sottovalutare anche il centrocampista svedese Hugo Larsson e il solidissimo tunisino Elyes Skhiri, uno che non butta via mai una palla e la sradica spesso e volentieri dai piedi degli avversari. In sostanza una squadra solida, che mixa esperienze freschezza fisica. Difficile pensare che possa tenere il ritmo del Bayern e altrettanto difficile pensare che possa resistere ai ritorni di Leverkusen, Lipsia e Dortmund. Ma la cosa a Francoforte e ai suoi caldissimi tifosi importa poco, l’importante è cantare tutti insieme allo stadio “Eintracht aus Frankfurt, du schaffst es wieder, Deutscher Meister zu sein”. Prima o poi, forse accadrà davvero e allora il coro della polizia scriverà un altro inno.

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Pietro Nicolodi