La nuova generazione di piloti è già qui e corre veloce

Va bene, d’accordo: di Verstappen ce n’è solo uno. Ok, onore a Norris non più Blando, degno campione del mondo, definitiva conferma che, con buona pace del vecchio zio Alonso e dell’ingrigito Baronetto Hamilton, insomma, sì, una nuova generazione è andata al potere. E però, occhio: viviamo in tempi di intelligenza artificiale e criptovalute, il mondo si muove ad una velocità pazzesca e l’onda lunga del cambiamento, per bello o brutto che sia, beh, nulla risparmia. Men che meno la Formula Uno. In breve: classifica iridata a parte, il 2025 dei Gran Premi ci lascia in eredità ipotesi di fuoriclasse, teaser di campioni, trailer da potenziali super eroi del volante. Andiamo con ordine, patriotticamente partendo da lui, dall’Harry Potter di Bologna. A chi ha letto qualche buon libro, Kimi Antonelli fa venire in mente il giovane D’Artagnan. Il tenero, arrembante, coraggioso compare di Athos, Aramis e Porthos. Sguainando la spada generosamente offerta da Toto Wolff, l’italiano atteso da oltre dieci anni ha non di rado disegnato arabeschi sull’asfalto. Non fai una pole in una Sprint a Miami e non vai sul podio a Montreal se non hai dentro il sacro fuoco del Moschettiere. Anticipo l’obiezione degli odiatori da tastiera: eh, ma Russell gli è quasi sempre stato davanti. Vero, ma a parte il fatto che George è uno dei piloti più sottovalutati della storia moderna, a parte questo, dicevo, D’Artagnan, pardon, Antonelli, ormai con il collega di lavoro se la gioca. E ci vorrà la penna di Dumas, mica la mia, quando Kimi vincerà la prima gara! Poi, in un contesto da Avatar Fuoco e Cenere, mi permetto di segnalare l’Orsetto. Lui, Ollie Bearman. Lo sapete quello che mormorano tutti: il giovanotto ha in tasca un futuro in Red. In Rosso: è un allievo della Accademia Ferrari, ha già conosciuto il box della Scuderia e con la Haas, non esattamente un razzo Space X di Elon Musk, ha mostrato lampi di classe purissima. Nel 2026 si gioca una fetta dell’eredità di zio Lewis . Avanti. Cosa consigliereste ad un driver in cerca di consacrazione? Semplice: evitare come la peste la coabitazione con Max Verstappen. Ne va del sistema nervoso. Chiedere all’ultimo Perez , a Lawson, a Tsunoda. Eppure Hadjar ha detto sì e ha fatto bene. Intanto non avrà più nei paraggi la scomoda sagoma di Helmut Marko, il divoratore di piloti finalmente spedito in pensione da Red Bull. E poi questo Hadjar ha qualcosa di speciale dentro: deriso da tutti dopo il catastrofico esordio 2025, si è tirato su, è uscito dalla buca. È un segnale: se non esce stritolato dalla centrifuga Made in Olanda, forse la F1 avrà trovato un personaggio in più. Infine, Toquinho e Piazzolla, samba e tango, la grande cultura latinoamericana dell’automobilismo. Sarebbe ben più povera la Storia dei Gran Premi senza Fangio e senza Senna, senza Reutemann e senza Fittipaldi. In modi diversi, Bortoleto e Colapinto si richiamano a quelle leggende, a quelle atmosfere, a quelle imprese. Uno in Audi e l’altro in Alpine , entrambi cercheranno di riscrivere se non la Storia, via, almeno la cronaca. Boa sorte e buena suerte.

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La nuova generazione di piloti è già qui e corre veloce

Leo Turrini