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GIORGIO PORRA' di SKY Sport commenta la due giorni di Juventus, Fiorentina, Inter e Roma. Solo i giallorossi hanno veramente convinto, con l'impresa di Bordeaux. LEGGI L'OPINIONE E GUARDA IL VIDEO

di GIORGIO PORRA'

Ora si capisce meglio perché ogni conferenza stampa di Mourinho è più simile ad un varietà del sabato sera, col mattatore a prendersi la scena,  piuttosto che ad un normale faccia a faccia tra chi pone domande e chi risponde. Il fatto è che anche l’Inter vista ieri col Werder resta progetto in divenire, per il momento sprigiona più fumo che scintille creative. Non è ancora la squadra di Mourinho, esprime personalità solo a tratti, insegue il gol con furore ma con modesti risultati, dietro prende troppi gol ed anche in modo piuttosto ingenuo.

Il portoghese tutto questo lo sa, anche se non lo ammetterebbe neppure sotto tortura, e con l’astuzia di chi è abituato a manipolare con successo ogni platea calamita su di sé tutta l’attenzione, provocando polveroni che alla fine occultano la sostanza delle cose. Il giochino per adesso ha funzionato alla grande, ma il fastidio di Moratti davanti alla battuta sullo stipendio faraonico ed i fischi di San Siro dopo il pareggio coi tedeschi stanno lì a segnalare che il furbo escamotage potrebbe anche avere i giorni contati. Detto questo, l’Inter cresce, poco, ma cresce, almeno rispetto a quanto si è visto nel derby. Col Werder è piaciuta l’intesa Ibra-Adriano, con dialoghi in velocità persino entusiasmanti. Adriano, in particolare, sembra finalmente intenzionato ad innaffiare il suo talento. Ed è un vero peccato che con gente così là davanti l’Inter continui a concretizzare la metà della metà di quello che costruisce.

Decisamente più produttiva la Roma di Bordeaux, anche se il gruppo di Spalletti ha impiegato un tempo per mascherare il suoi limiti, un centrocampo davvero dimesso a parte De Rossi, e sfruttare la provvidenziale superiorità numerica. E’ esploso Baptista, e questa è la grande, confortante notizia, perché sinora di lui e degli altri nuovi acquisti si erano viste poche tracce. Riise, per la verità, continua a deludere, anche ieri il Bordeaux ha colpito con frequenza dalle sue parti, per non parlare di Menez, latitante per lunghi tratti. Nel complesso però questa Roma merita fiducia. Vincere 3-1 in trasferta in Europa resta comunque un’impresa ed è quella che cercava Spalletti per voltare finalmente pagina dopo il lungo periodo contrassegnato da infortuni in sequenza e polemiche striscianti.

Certo, di Totti non si può fare a meno, anche perché questa squadra, come sempre, gli è stata cucita addosso. Come la Juve non può fare a meno di Giovinco, del quale ha testato a Minsk la caratura continentale ottenendo subito risposte convincenti. E’ stata lui la nota più positiva di un pareggio in Bielorussia che va comunque accolto con soddisfazione, riflettendo sull’inquietante decollo della partita, con un manipolo di ragazzini indemoniati a metter sotto una Juve con muscoli e cervelli totalmente ingessati. Ora Ranieri deve ripensare l’assetto, ha qualche senatore giù di corda, pazienza se Giovinco finirà per scippare il posto a qualche intoccabile.

Stesse riflessioni che toccano a Prandelli, il quale dispone di un gioiellino come Jovetic sinora utilizzato col contagocce. Anche se il problema dei viola, come si è visto nel pareggio con la Steaua, è soprattutto quello di difettare in ordine ed ispirazione in mezzo, con Felipe Melo e compagni a non fornire ancora adeguate garanzie. E’ una Fiorentina in trasformazione, e per questo va valutata con indulgenza, quei fischi del Franchi per Prandelli sono sembrati davvero ingenerosi.