Mou, stoccata al Chelsea: "Con me avrebbe vinto tanto"
Champions LeagueIl tecnico dell'Inter accende la sfida con i Blues a una settimana dal confronto. Critiche alla proprietà: "Se non vinci subito puoi dire addio a tutto". Elogi alla Premier: "Rispettano i tecnici stranieri, in Italia no". I GOL DELLA CHAMPIONS SU SKY.it
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José Mourinho avrà un motivo in più per eliminare il Chelsea e portare la sua Inter ai quarti di finale di Champions League. Lo "special one" ha il club di Stamford Bridge nel cuore, ma non ha mai digerito il benservito che gli ha dato Roman Abramovich a stagione in corso. "Se avessero voluto continuare a vincere non avrebbero dovuto cacciarmi", ha dichiarato Mourinho in un'intervista rilasciata alla rivista "Nuts" e ripresa dal Daily Mirror.
A una settimana dalla sfida con i "blues", il portoghese carica se stesso e la sua squadra e attacca il Chelsea e, indirettamente, anche il suo attuale tecnico Carlo Ancelotti. "Il Chelsea ha sofferto negli ultimi due anni e non è una coincidenza che il loro declino sia cominciato quando sono andato via io - spiega Mourinho che a Londra ha vinto due volte la Premier, due Coppe di lega e una Fa Cup -. C'è stato un rapporto unico tra manager, giocatori e tifosi e quando questo feeling si rompe non è facile ritrovarlo. Dopo di me hanno avuto tanti allenatori e forse alcuni non hanno avuto la mentalità giusta per il club, forse si è cercato di cambiare troppo rispetto a quello che avevamo creato. Sapevo che non c'era tempo per un piano a lungo termine con un proprietario come Abramovich, se non vinci il titolo nella prima stagione puoi dire addio a tutto, io ho dato al Chelsea tutto quello di cui aveva bisogno, ma ho sempre saputo che il mio lavoro non sarebbe durato per sempre, ma forse per loro sarebbe stato meglio non cambiare manager".
Dopo Mourinho il Chelsea ha avuto quattro tecnici: Avram Grant, Luiz Felipe Scolari, Guus Hiddink e Carlo Ancelotti, di questi solo l'olandese è riuscito a vincere qualcosa alzando al cielo la Fa Cup. Ancelotti ha appena cominciato ed è saldamente in testa in Premier League, ma tra l'ex tecnico del Milan e l'attuale allenatore nerazzurro non c'è mai stato grande feeling. Lo "special one" non lo nasconde e torna a ribadire il suo pensiero circa il presunto ostracismo del calcio italiano nei confronti dei tecnici stranieri. "Ancelotti non è mio amico e questo non cambierà. In Inghilterra rispettano l'allenatore straniero che porta la sua esperienza e la sua conoscenza, in Italia sei rispettato solo se sei un tecnico italiano, gli stranieri come me non sono considerati degni. Questo è il motivo per cui dico che sono stato felice di lavorare in Inghilterra".
Mourinho sa che la Champions League è l'obiettivo numero 1 per la sua Inter. "La società mi ha chiesto di provare a vincere il trofeo e io cercherò di riuscirci anche per meritarmi una lunga conferma. Ora abbiamo due sfide importanti con il Chelsea e queste saranno ovviamente due partite speciali per me. Io sono nella storia del Chelsea, un club che farà sempre parte di me. Adesso vediamo se Ancelotti riuscirà a ottenere gli stessi successi che ho ottenuto io".
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José Mourinho avrà un motivo in più per eliminare il Chelsea e portare la sua Inter ai quarti di finale di Champions League. Lo "special one" ha il club di Stamford Bridge nel cuore, ma non ha mai digerito il benservito che gli ha dato Roman Abramovich a stagione in corso. "Se avessero voluto continuare a vincere non avrebbero dovuto cacciarmi", ha dichiarato Mourinho in un'intervista rilasciata alla rivista "Nuts" e ripresa dal Daily Mirror.
A una settimana dalla sfida con i "blues", il portoghese carica se stesso e la sua squadra e attacca il Chelsea e, indirettamente, anche il suo attuale tecnico Carlo Ancelotti. "Il Chelsea ha sofferto negli ultimi due anni e non è una coincidenza che il loro declino sia cominciato quando sono andato via io - spiega Mourinho che a Londra ha vinto due volte la Premier, due Coppe di lega e una Fa Cup -. C'è stato un rapporto unico tra manager, giocatori e tifosi e quando questo feeling si rompe non è facile ritrovarlo. Dopo di me hanno avuto tanti allenatori e forse alcuni non hanno avuto la mentalità giusta per il club, forse si è cercato di cambiare troppo rispetto a quello che avevamo creato. Sapevo che non c'era tempo per un piano a lungo termine con un proprietario come Abramovich, se non vinci il titolo nella prima stagione puoi dire addio a tutto, io ho dato al Chelsea tutto quello di cui aveva bisogno, ma ho sempre saputo che il mio lavoro non sarebbe durato per sempre, ma forse per loro sarebbe stato meglio non cambiare manager".
Dopo Mourinho il Chelsea ha avuto quattro tecnici: Avram Grant, Luiz Felipe Scolari, Guus Hiddink e Carlo Ancelotti, di questi solo l'olandese è riuscito a vincere qualcosa alzando al cielo la Fa Cup. Ancelotti ha appena cominciato ed è saldamente in testa in Premier League, ma tra l'ex tecnico del Milan e l'attuale allenatore nerazzurro non c'è mai stato grande feeling. Lo "special one" non lo nasconde e torna a ribadire il suo pensiero circa il presunto ostracismo del calcio italiano nei confronti dei tecnici stranieri. "Ancelotti non è mio amico e questo non cambierà. In Inghilterra rispettano l'allenatore straniero che porta la sua esperienza e la sua conoscenza, in Italia sei rispettato solo se sei un tecnico italiano, gli stranieri come me non sono considerati degni. Questo è il motivo per cui dico che sono stato felice di lavorare in Inghilterra".
Mourinho sa che la Champions League è l'obiettivo numero 1 per la sua Inter. "La società mi ha chiesto di provare a vincere il trofeo e io cercherò di riuscirci anche per meritarmi una lunga conferma. Ora abbiamo due sfide importanti con il Chelsea e queste saranno ovviamente due partite speciali per me. Io sono nella storia del Chelsea, un club che farà sempre parte di me. Adesso vediamo se Ancelotti riuscirà a ottenere gli stessi successi che ho ottenuto io".