Messi amMoutolisce il Bernabeu, il Barcellona vince 2-0
Champions LeagueUna doppietta dell'argentino consente ai blaugrana di battere il Real Madrid nell'andata della semifinale e ipotecare il passaggio del turno. Blancos in 10 dal 63' per il rosso a Pepe. Per proteste Stark spedisce in tribuna anche Mourinho. FOTO E PAGELLE
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REAL MADRID-BARCELLONA 0-2
31' st e 42' st Messi
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di LUIGI VACCARIELLO
Tanto studio, grandissimo nervosismo, il solito Messi. Guardiola aveva avvisato Mourinho: farò parlare il campo. Real Madrid-Barcellona finisce 0-2 e la firma la mette sempre il fuoriclasse argentino. Le conferenze stampa della vigilia avevano reso l’atmosfera, già rovente, del clasico d’andata di Champions ancora più caliente e in campo il clima non è stato da meno. Le rissa dell’intervallo è costata un rosso diretto al secondo portiere blaugrana Pinto. L’espulsione di Pepe, con le conseguenti protesti di Mourinho, costano la tribuna anche allo Special One. Il portoghese potrà così continuare a citare Einstein e la sua famosa teoria del 10 contro 11 delle sue squadre contro il Barcellona. Tra sei giorni, nel match che deciderà la prima finalista di questa edizione della Champions ci sarà da divertirsi, prima e dopo, fuori e dentro dal campo.
Al Bernabeu, per assurdo, il grande assente, è stato lo spettacolo, almeno nel soporifero primo tempo dove gli uomini del tiki-taka di Guardiola hanno sì mantenuto il loro consueto possesso palla, ma non la straordinaria velocità che li contraddistingue negli ultimi 30 metri. Merito anche di Mourinho. Il portoghese dopo la manita del Camp Nou ha imparato la lezione mettendo subito in cantina i proclami di spregiudicatezza offensiva che tanto piacciono al pubblico dal palato fino del Bernabeu. L’atteggiamento più accorto dei blancos stile Barça-Inter aveva dato i suoi frutti: il pari nella Liga prima e la vittoria nella Copa del Rey poi stanno lì a dimostrarlo. Pepe in mezzo al campo, a tratti a uomo su Xavi, fa sentire la sua ingombrante presenza sul cervello del gioco blaugrana, almeno fino al momento dell’espulsione per un’entrata in gioco pericoloso su Daniel Alves. Mourinho sbotta, Puyol prova a calmarlo, ma Stark non fa sconti e spedisce il tecnico portoghese in tribuna. La partita cambia. Il Barcellona si ricorda di essere la squadra più forte del pianeta e comincia a macinare gioco. Il Real s’innervosisce, va in bambola e i blaugrana trovano la rete del vantaggio.
Messi si fionda come un falco sull’assist di Afellay e non lascia scampo a Ramos e Casillas a un quarto d’ora dal termine. All’87 l’argentino, con un’altra perla della sue, mette forse la parola fine alla contesa. Il decimo e l’undicesimo centro stagionale in Champions dell’argentino pesano, e probabilmente peseranno, come un macigno su morale e ambizioni da finale dei blancos che al Camp Nou ritroveranno Ricardo Carvalho, ma dovranno fare a meno di Sergio Ramos e Pepe squalificati. E' la grande vittoria di Guardiola su Mourinho. Il Barcellona ipoteca così il passaggio alla seconda finale di Champions in tre anni. Prima però ci sarà il ritorno al Camp Nou. Quello sarà sì un altro clasico, un’altra storia, una sfida tutta da giocare, ma che con due gol da recuperare sarà tutt’altro che facile da affrontare anche per un motivatore straordinario come Mourinho. Caro José, il campo ha parlato ed ha dato ragione a Pep.
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Al Bernabeu, per assurdo, il grande assente, è stato lo spettacolo, almeno nel soporifero primo tempo dove gli uomini del tiki-taka di Guardiola hanno sì mantenuto il loro consueto possesso palla, ma non la straordinaria velocità che li contraddistingue negli ultimi 30 metri. Merito anche di Mourinho. Il portoghese dopo la manita del Camp Nou ha imparato la lezione mettendo subito in cantina i proclami di spregiudicatezza offensiva che tanto piacciono al pubblico dal palato fino del Bernabeu. L’atteggiamento più accorto dei blancos stile Barça-Inter aveva dato i suoi frutti: il pari nella Liga prima e la vittoria nella Copa del Rey poi stanno lì a dimostrarlo. Pepe in mezzo al campo, a tratti a uomo su Xavi, fa sentire la sua ingombrante presenza sul cervello del gioco blaugrana, almeno fino al momento dell’espulsione per un’entrata in gioco pericoloso su Daniel Alves. Mourinho sbotta, Puyol prova a calmarlo, ma Stark non fa sconti e spedisce il tecnico portoghese in tribuna. La partita cambia. Il Barcellona si ricorda di essere la squadra più forte del pianeta e comincia a macinare gioco. Il Real s’innervosisce, va in bambola e i blaugrana trovano la rete del vantaggio.
Messi si fionda come un falco sull’assist di Afellay e non lascia scampo a Ramos e Casillas a un quarto d’ora dal termine. All’87 l’argentino, con un’altra perla della sue, mette forse la parola fine alla contesa. Il decimo e l’undicesimo centro stagionale in Champions dell’argentino pesano, e probabilmente peseranno, come un macigno su morale e ambizioni da finale dei blancos che al Camp Nou ritroveranno Ricardo Carvalho, ma dovranno fare a meno di Sergio Ramos e Pepe squalificati. E' la grande vittoria di Guardiola su Mourinho. Il Barcellona ipoteca così il passaggio alla seconda finale di Champions in tre anni. Prima però ci sarà il ritorno al Camp Nou. Quello sarà sì un altro clasico, un’altra storia, una sfida tutta da giocare, ma che con due gol da recuperare sarà tutt’altro che facile da affrontare anche per un motivatore straordinario come Mourinho. Caro José, il campo ha parlato ed ha dato ragione a Pep.
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