Milan, il sogno è finito. Il Barça fa tris: addio Champions
Champions LeagueNel ritorno dei quarti di finale al Camp Nou i rossoneri provano a trovare la qualificazione e dopo il vantaggio blaugrana con Messi su rigore, Nocerino pareggia. Altro penalty (dubbio) siglato da Messi, poi Iniesta segna il 3-1. IL VIDEO E LE FOTO
VIDEO: tutti i gol da Sky Sport - i video effetto stadio
BARCELLONA-MILAN 3-1
11' e 41' rig. Messi (B), 33' Nocerino (M), 53' Iniesta (B)
LE PAGELLE
Guarda la cronaca
Il sogno è svanito, non c'è lieto fine, vincono i lillipuziani, il viaggio di Zlatan "Gulliver" Ibrahimovic termina al Camp Nou disilluso da un poco adeguato giudice di gara che ha armato il piede di Messi fino ad allora catalizzatore del gioco ma sterile finalizzatore. Al Milan non è mancato il coraggio di provarci, riuscirci, sul pari siglato da Nocerino abilmente liberato da Ibra, prima di tornare sotto vittima di un rigore accordato per fallo di Nesta su Busquets, successivo a un'evidente trattenuta di Puyol ai danni del difensore milanista. Penalty quantomeno dubbio e tutte le lamentele blaugrana manifestate per la gara di andata riposte nel dimenticatoio con tanto di soddisfazione.
Poi, in apertura di ripresa, un Milan combattivo, disposto ad alzare il baricentro non è riuscito a concretizzare e alla fine un rimpallo beffardo ha liberato Iniesta che non si è fatto pregare tutto solo davanti ad Abbiati, 3-1 e tutti a casa. La logica conseguenza per una squadra costretta a difendere troppo bassa, pur senza concedere il centro, ma inevitabilmente schiacciata nei suoi diciotto metri e alla mercé di rimpalli, palle filtranti e uno-due pericolosissimi. Non è bastata l'accortezza difensiva, né la voglia di Ambrosini di lottare su ogni pallone, ciò che serviva era tentare di portare la sfera e il gioco oltre la propria metà campo perché quando la formazione di Allegri è riuscita nell'intento è stata comunque pericolosa. Non poteva fare di più Ibrahimovic poco assistito da un opaco Robinho e da un poco concreto Boateng, l'ingresso prima di Aquilani e poi di Pato non ha garantito lo sprint necessario per l'assalto finale. Anzi il Papero, appena rientrato, è stato costretto a fermarsi di nuovo (ancora per un problema muscolare) per far posto a Maxi Lopez.
Ha vinto la squadra che nel computo delle due gare ha meritato di più, per qualità e per mentalità, anche se questo Barça non sembra invincibile. Scontato pronosticare la formazione di Guardiola in finale, Real o Bayern possono sperare nel successo. Al Milan resta il campionato e il dovere di non lasciarsi sfuggire uno scudetto non certo messo in cassaforte.
B. MONACO - O. MARSIGLIA 2-0
13’ e 37’ pt Olic
LE PAGELLE
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Tutto facile per il Bayern Monaco. Anche troppo. All’Allianz Arena la squadra allenata da Heynckes bissa il successo dell’andata chiudendo sul 2-0 il ritorno dei quarti contro l’Olympique Marsiglia. Qualificazione già decisa nel primo round giocato in Francia, ma la formazione di Deschamps ha fatto troppo poco per cercare di cambiare le sorti di questo doppio confronto. I gol arrivano nel primo tempo, tra il 13’ e il 37’, entrambi a firma del croato Olic. Nella ripresa, come prevedibile, il ritmo cala vertiginosamente. Qualche iniziativa di Brandao testimonia la presenza in campo degli ospiti, mentre i tedeschi si limitano a controllare il risultato senza correre rischi.
BARCELLONA-MILAN 3-1
11' e 41' rig. Messi (B), 33' Nocerino (M), 53' Iniesta (B)
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Il sogno è svanito, non c'è lieto fine, vincono i lillipuziani, il viaggio di Zlatan "Gulliver" Ibrahimovic termina al Camp Nou disilluso da un poco adeguato giudice di gara che ha armato il piede di Messi fino ad allora catalizzatore del gioco ma sterile finalizzatore. Al Milan non è mancato il coraggio di provarci, riuscirci, sul pari siglato da Nocerino abilmente liberato da Ibra, prima di tornare sotto vittima di un rigore accordato per fallo di Nesta su Busquets, successivo a un'evidente trattenuta di Puyol ai danni del difensore milanista. Penalty quantomeno dubbio e tutte le lamentele blaugrana manifestate per la gara di andata riposte nel dimenticatoio con tanto di soddisfazione.
Poi, in apertura di ripresa, un Milan combattivo, disposto ad alzare il baricentro non è riuscito a concretizzare e alla fine un rimpallo beffardo ha liberato Iniesta che non si è fatto pregare tutto solo davanti ad Abbiati, 3-1 e tutti a casa. La logica conseguenza per una squadra costretta a difendere troppo bassa, pur senza concedere il centro, ma inevitabilmente schiacciata nei suoi diciotto metri e alla mercé di rimpalli, palle filtranti e uno-due pericolosissimi. Non è bastata l'accortezza difensiva, né la voglia di Ambrosini di lottare su ogni pallone, ciò che serviva era tentare di portare la sfera e il gioco oltre la propria metà campo perché quando la formazione di Allegri è riuscita nell'intento è stata comunque pericolosa. Non poteva fare di più Ibrahimovic poco assistito da un opaco Robinho e da un poco concreto Boateng, l'ingresso prima di Aquilani e poi di Pato non ha garantito lo sprint necessario per l'assalto finale. Anzi il Papero, appena rientrato, è stato costretto a fermarsi di nuovo (ancora per un problema muscolare) per far posto a Maxi Lopez.
Ha vinto la squadra che nel computo delle due gare ha meritato di più, per qualità e per mentalità, anche se questo Barça non sembra invincibile. Scontato pronosticare la formazione di Guardiola in finale, Real o Bayern possono sperare nel successo. Al Milan resta il campionato e il dovere di non lasciarsi sfuggire uno scudetto non certo messo in cassaforte.
B. MONACO - O. MARSIGLIA 2-0
13’ e 37’ pt Olic
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Tutto facile per il Bayern Monaco. Anche troppo. All’Allianz Arena la squadra allenata da Heynckes bissa il successo dell’andata chiudendo sul 2-0 il ritorno dei quarti contro l’Olympique Marsiglia. Qualificazione già decisa nel primo round giocato in Francia, ma la formazione di Deschamps ha fatto troppo poco per cercare di cambiare le sorti di questo doppio confronto. I gol arrivano nel primo tempo, tra il 13’ e il 37’, entrambi a firma del croato Olic. Nella ripresa, come prevedibile, il ritmo cala vertiginosamente. Qualche iniziativa di Brandao testimonia la presenza in campo degli ospiti, mentre i tedeschi si limitano a controllare il risultato senza correre rischi.