Maledetta Champions! Da Mancini al Real, quante sorprese

Champions League
È ad un passo l'addio prematuro alla Champions per Roberto Mancini con il suo City (Getty Images)
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Il pareggio della Juve in Danimarca non è stato l'unico risultato sorprendente di questa due giorni di coppa. Il City è praticamente eliminato, confermando l'incompatibilità del tecnico italiano con l'Europa. E il Real ha perso, di nuovo, in Germania

È stata una due giorni di Champions ricca di sorprese. Pensavamo che il top fosse il pareggio imposto dal Nordsjaelland alla Juventus, martedì. E invece, nella serata in cui il Milan è stato sconfitto a Malaga, sono arrivati altri risultati a sorpresa. Soprattutto quello di Amsterdam, che ha praticamente estromesso (la matematica non l'ha ancora sentenziato, ma serve onestamente un miracolo) il Manchester City dalla Champions. Ecco i cinque fatti più curiosi della terza giornata di Champions.

1. A Roberto Mancini non piace la coppa (europea). L'allenatore di Jesi è il recordman di vittorie per quanto riguarda le coppe nazionali: quando si tratta di Coppa Italia o FA Cup, non ha rivali. Appena varca i confini dello stato in cui allena, affonda. Succede dal 2003, quando con la Lazio ottenne quello che è il suo miglior risultato da allenatore nelle coppe: la semifinale di Uefa (persa contro il Porto di Mourinho). L'anno successivo si piazzò ultimo nel girone di Champions, poi il passaggio all'Inter. In quattro edizioni di Champions collezionò quattro cocenti eliminazioni: ai quarti con Milan e Villarreal e agli ottavi con Valencia e Liverpool. Negativo anche il suo rapporto con l'Europa da quando è al City. Nel 2011 fu eliminato agli ottavi di Europa League. L'anno scorso finì terzo nel girone con Napoli e Bayern Monaco, dopo aver collezionato 10 punti. Il declassamento in Europa League non fu fortunato: fuori agli ottavi contro lo Sporting. Quest'anno il girone di Champions è ormai compromesso: dopo la sconfitta con l'Ajax, Mancini potrebbe portare il suo Manchester City al massimo a 10 punti. Che, con ogni probabilità, non saranno sufficienti per accedere agli ottavi.

2. Il Real Madrid in Germania non vince (quasi) mai. Vincere al Signal Iduna Park di Dortmund è di per sé un'impresa. Tipo quella dell'Italia al Mondiale 2006. La sfida del girone D tra Borussia e Real non contava quanto la semifinale del Mondiale, ma è servita a confermare una tradizione davvero da incubo per il Real. Le 'merengues' hanno giocato infatti la loro 24esima partita di Champions League in terra tedesca, perdendo per la 17esima volta (la quinta di fila). Le altre sette partite giocate in Germania? Sei pareggi e una sola vittoria: risale al 2000/2001, Bayer Leverkusen-Real Madrid 2-3.

3. Per la prima volta un gol di Ronaldo in Champions non evita la sconfitta al Real.
Succede anche questo. Tutte le volte che il portoghese era andato a segno in Champions con la camiseta blanca, il Real Madrid non aveva perso. Lewandowski e Schmelzer hanno interrotto questa favola.

4. L'Arsenal non perdeva in casa dal 2003 in Champions. La batosta subita contro lo Schalke ha ricordato una straordinaria impresa di una squadra italiana sul suolo britannico. L'ultima volta che infatti i Gunners furono sconfitti in casa in Champions era il 2003: si giocava ancora ad Highbury e l'Inter allenata da Cuper vinse 3-0 con i gol di Cruz, Van der Meyde e Martins.

5. La Juve è allergica all'Europa. Tre partite, tre pareggi, tutti in rimonta. L'ultimo, in Danimarca, quello più deludente. Ma i numeri bianconeri relativi agli impegni in Europa non sono confortanti. Nelle ultime dieci apparizioni nelle coppe, la Juventus ha collezionato nove pareggi e una sconfitta. L'ultimo successo in Champions risale al novembre 2009, con la vittoria per 1-0 sul campo del Maccabi Haifa firmata Camoranesi.