Juve, esordio da brivido a Copenaghen. E' solo 1-1 al Parken

Champions League
La Juventus non va oltre l'1-1 a Copenaghen nella prima giornata di Champions League
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Come un anno fa contro il Nordsjaelland. In Danimarca la squadra di Conte non brilla, va sotto di un gol e rischia la figuraccia. Jorgensen sblocca (14'), Quagliarella salva l'onore dei campioni d'Italia (53')

Copenaghen-Juventus 1-1
14' Jorgensen (C), 53' Quagliarella (J)

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Stadio Parken, Copenaghen, un anno dopo. Nella gara d'esordio della fase a gironi della Champions League, la Juventus ha affrontato e pareggiato 1-1 con i campioni di Danimarca (Gruppo B). Per la squadra di Conte è stata la seconda trasferta nella città scandinava dopo la partita del 23 ottobre 2012 contro il Nordsjaelland. In quell'occasione i bianconeri rischiarono la figuraccia, uscendo imbattuti solo grazie ad una rete di Mirko Vucinic (1-1). Stesso palcoscenico e stesso risultato nella prima giornata della nuova stagione europea.

Il Copenaghen che non ti aspetti - Tra calore e colore sugli spalti (suggestiva la coreografia dei tifosi), gli attimi che precedono il confronto servono a caricare come una molla la squadra di casa. I ragazzotti di Solbakken, che non attraverseranno un gran momento dal punto di vista tecnico e dei risultati, contro la Signora giocano con inaspettata autorità. Dagli spalti al campo, l'entusiamo dei danesi si traduce in buon pressing iniziale e qualche apprensione di troppo per gli ospiti. La superiorità tecnica della Juve, in giallo per l'occasione, è comunque evidente. Improvvise verticalizzazioni mettono in difficoltà la difesa del Copenaghen, spesso alta e sempre lenta. Superiorità evidente, si diceva, ma non sufficiente a tamponare l'impeto dei Leoni (uno dei soprannomi del club) che passano al 14' con Jorgensem (prodotto del vivaio).

La reazione - Dal vantaggio al break è solo la Juve a fare la partita. Il Copenaghen si chiude a chiave nella propria area, dove, tra cross e calci d'angolo, Pirlo spedisce un numero indefinito di palloni. Gli errori però si sprecano: clamorosi i due di Pogba a una manciata di centimetri dalla linea di porta.
Stessa storia nella ripresa, ma almeno su dieci occasioni questa volta un pallone finisce alle spalle del portiere Wiland (non certo Yashin, ma in serata di grazia). Ci riesce al 53' Quagliarella, piuttosto spento fino a quel momento e sostituito da Giovinco al 77'. L'assedio finale non porta a nulla.

Cosa non va/1.
- Gol a parte, l'intesa tra Quaglairella e Tevez (il più attivo e gagliardo dei due) è tutt'altro che un meccanismo perfetto. Questione di rodaggio, certo, ma gli impegni sono tanti e tali da imporre un più rapido collaudo. Sempre che il turnover continui ad essere un punto fermo nelle convizioni di Conte (e Llorente?).

Cosa non va/2 - Stentano tutti i reparti, ma le indecisioni della difesa, pezzo forte del repertorio bianconero, preoccupano più di tutto il resto. Chiellini non lotta, Bonucci fatica, Ogbonna non brilla. Servirà ben altra prova, il 2 ottobre, con il Galatasaray (pur reduce dalla batosta contro il Real Madrid). E magari anche domenica allo Stadium contro il Verona.