Champions facts: la clausola di Courtois e l'immobile Messi

Champions League
Thibaut Courtois, classe '92, in prestito dal Chelsea all'Atletico Madrid. Qui toglie la palla dai piedi di Neymar durante la sfida del Calderon (Getty Images)
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Per avere in campo il portiere belga contro il Chelsea in una eventuale semifinale o finale, l'Atletico dovrebbe versare 3 milioni di euro ad ogni match: "Non possiamo permettercelo". Leo stupisce per pigrizia: ha coperto solo 6,8 km, poco più di Pinto

di Luciano Cremona

In caso di Chelsea-Atletico Madrid, Courtois non giocherà
Thibaut Courtois è il portiere del momento. Classe '92, è in prestito da tre stagioni dal Chelsea all'Atletico Madrid. Le sue parate hanno contribuito a portare la squadra di Simeone fino in semifinale. Ma su di lui pesa una clausola che gli appassionati ricorderanno solo nei giochi di simulazione manageriale: se l'Atletico Madrid verrà estratto contro il Chelsea in semifinale, Courtois non potrà scendere in campo contro la squadra che ne detiene il cartellino. O meglio, potrebbe, a fronte del pagamento di una penale davvero eccessiva per il club madrileno, che dovrebbe versare ai Blues 3 milioni di euro per ogni volta che Courtois scenderebbe in campo contro il Chelsea. Cifre che, come ha già annunciato il presidente dei Colchoneros Enrique Cerezo "non possiamo permetterci di pagare". L'Atletico si ritroverebbe tra i pali Dani Aranzubia, 34 anni, una sola presenza con la maglia rojiblanca. Stesso discorso varrebbe nel caso di una finale Atletico Madrid-Chelsea. Ma in quel caso siamo abbastanza convinti che i tifosi pagherebbero di tasca propria per avere tra i pali il fortissimo belga.

L'immobile Messi: ha corso 6,8 km, poco più di... Pinto
180' in cui è parso l'ombra di se stesso. Leo Messi è naufragato assieme al Barcellona, annientato dalla grinta, dall'aggressività e dalla disciplina degli uomini di Simeone. Ma ciò che stupisce è il dato sui km percorsi dalla Pulce durante la sfida del Calderon: 6,8 km, poco più dei 5,3 percorsi dal portiere Pinto, impegnato a muoversi nella sua area di rigore. Addirittura la metà rispetto ai 12,2 dell'uomo del match Koke. Lo stesso Neymar, con 9,5 km percorsi, ha dato dimostrazione di maggiore mobilità. Insomma, un Messi pigro e statico come raramente si era visto.



La cabala sta con l'Atletico: chi batte il Barcellona vince la Champions
Non sappiamo quanto siano scaramantici Simeone (che comunque durante la partita col Barcellona indossava un rosario) e i tifosi colchoneros. Ma è un dato di fatto che nelle ultime edizioni della Champions la squadra che ha eliminato il Barcellona ha poi alzato la coppa dalle grandi orecchie. È successo nel 2008 allo United, nel 2010 all'Inter, nel 2012 al Chelsea e nel 2013 al Bayern Monaco.



Il mercato Atletico, quanto ha inciso?
La scorsa estate l'Atletico Madrid ha acquistato David Villa (5 milioni, dal Barcellona), Josuha Guilavogui (10 milioni dal Saint-Etienne, ora di nuovo in prestito ai francesi), Tobi Alderweireld (5 milioni, dall'Ajax), Leo Baptistao (7 milioni, dal Rayo Vallecano, ora in prestito al Betis). E ha ceduto Radamel Falcao per circa 60 milioni di euro. Solo Villa gioca, ma non sempre da titolare. Il vero plus di questa squadra è davvero il Cholo Simeone.



Gli arrembaggi di Mou: quanti precedenti
Se abbiamo analizzato le corse pazze di Mourinho di fronte a gol allo scadere decisivi, è bene anche sottolineare come spesso queste imprese abbiano un marchio di fabbrica ben preciso: quello del "tutti avanti". Nelle sue prime stagioni al Chelsea quando le cose si mettevano male Mourinho era solito mandare all'arrembaggio il gigante difensivo Huth. All'Inter viene ancora ricordato quel pazzo Inter-Siena 4-3 chiuso con Samuel centravanti, supportato da Stevanovic, Arnautovic, Sneijder, Pandev e Milito. In pratica un 4-1-5, come quello dell'altra sera a Stamford Bridge, con David Luiz a coprire le spalle a Willian, Schürrle, Eto'o, Demba Ba e Torres. Soprattutto, la mossa contro il Psg ha ricordato il finale di partita di quel famoso Dinamo Kiev-Inter, deciso da Sneijder allo scadere e scaturito da un tiro dalla sinistra del terzino improvvisato Muntari, in uno sviluppo d'azione del tutto simile a quello creato da Azpilicueta-Demba Ba. Insomma, il solito Mou.



Guardiola, 5 su 5. Decisiva la mossa... terzino
Per cinque volte Pep Guardiola ha disputato la Champions League da allenatore. Per cinque volte ha raggiunto le semifinali. Mercoledì sera ha avuto ragione del Manchester United dopo aver rischiato di prendere lo 0-2. Poi, sull'1-1 ha giocato la carta Rafinha, utilizzando uno schema tattico che è il proprio marchio di fabbrica: il brasiliano terzino destro, Lahm spostato a metà campo al posto di Goetze, che è quasi un attaccante. Beh, sono arrivati altri due gol.