Buffon: "Per essere grandi in Europa ci mancano Messi e CR7"
Champions LeagueIl portiere e capitano bianconero intervistato dal giornale spagnolo As dice che alla Juventus mancano fenomeni del calibro dell'argentino e del portoghese. Parla della sua carriera e del Pallone d'oro: "Non l'ho vinto e basta"
La Juventus è l'unica italiana approdata agli ottavi di Champions League, il portiere bianconero Gigi Buffon in una lunga intervista con la rivista spagnola As sottolinea che per vincere l'ambito trofeo le squadre hanno bisogno di talenti cone Ronaldo o Messi, e questo vale anche per i bianconeri: "Alla Juventus manca quello che manca a tutte le squadre che non hanno vinto la Champions League ultimamente: Cristiano Ronaldo o Lionel Messi. Quando si ha la sicurezza di avere due giocatori così sai che le cose partono bene e si comincia subito da 1-0 ed è un buon vantaggio". Buffon tocca anche l'argomento del suo fresco rinnovo di contratto fino al 2017 con la vecchia signora: "Non penso che la Juventus fosse in debito con me, se mi hanno prolungato il contratto è perchè sul campo ho dimostrato di meritarlo".
Non sono leggenda - Il numero uno bianconero ripercorre la lunga carriera che lo ha visto tra i pali in ben 875 match ufficiali, sottolineando di non sentirsi una leggenda: "Le leggende non mi piacciono perchè hanno poco di umano. Io sono un atleta con anima e cuore, quanto sia bravo devono dirlo gli altri ma mi considero un calciatore che ha segnato una parte della storia del calcio italiano, europeo e mondiale e che vuole ancora scrivere pagine importanti. Però non sono un mito perchè si diventa miti dopo la morte e per quella spero manchi ancora molto tempo". Perplesso sulla rotazione scelta dal Real fra Casillas e Diego Lopez fino alla scorsa stagione ("io mi sarei sentito penalizzato, se sto bene voglio giocare tutte le partite"), a quasi 37 anni Buffon può rivendicare con orgoglio "che non sono mai stato messo in discussione. L'unico momento in cui qualcuno ha pensato che fossi in fase calante fu dopo l'infortunio alla spalla. Ma si vede che chi ha scritto la mia storia, l'ha scritta in maniera diversa".
Come si cambia - "La mia carriera è stato un percorso molto buono, dagli inizi con il Parma a oggi sono cambiato molto", confessa Buffon. "In Emilia ero un ragazzino con tutti i difetti e le virù tipiche dell'età, ora sono una persona adulta molto più matura e riflessiva e che spera di non commettere più certi errori".
Pallone d'oro - Secondo nella classifica del Pallone d'Oro nel 2006, il numero uno della Juventus non ha rimpianti. "Non l'ho vinto e basta, non c'è altro da dire. Quello che ho fatto e quello che sono lo può vedere chiunque ed è sufficiente per giudicare. E poi non si capisce bene sulla base di cosa venga assegnato. Perchè se va al giocatore più forte anche per i prossimi dieci anni vedremo una sfida tra Ronaldo e Messi".
Ancelotti il grande - Per quanto riguarda gli allenatori, il portiere di Carrara ha idee molto chiare: "Vanno sempre rispettati e considerati i capi del gruppo. Mi piacciono i tecnici che riescono a ottenere il massimo risultato da tutti". E si esprime anche su Ancelotti, conosciuto ai tempi del Parma: "Già allora si vedeva che poteva diventare un grande allenatore, non mi sorprende che il Real giochi così bene, ha le conoscenze tattiche e umane per poter allenare squadre come quella spagnola".
Non sono leggenda - Il numero uno bianconero ripercorre la lunga carriera che lo ha visto tra i pali in ben 875 match ufficiali, sottolineando di non sentirsi una leggenda: "Le leggende non mi piacciono perchè hanno poco di umano. Io sono un atleta con anima e cuore, quanto sia bravo devono dirlo gli altri ma mi considero un calciatore che ha segnato una parte della storia del calcio italiano, europeo e mondiale e che vuole ancora scrivere pagine importanti. Però non sono un mito perchè si diventa miti dopo la morte e per quella spero manchi ancora molto tempo". Perplesso sulla rotazione scelta dal Real fra Casillas e Diego Lopez fino alla scorsa stagione ("io mi sarei sentito penalizzato, se sto bene voglio giocare tutte le partite"), a quasi 37 anni Buffon può rivendicare con orgoglio "che non sono mai stato messo in discussione. L'unico momento in cui qualcuno ha pensato che fossi in fase calante fu dopo l'infortunio alla spalla. Ma si vede che chi ha scritto la mia storia, l'ha scritta in maniera diversa".
Come si cambia - "La mia carriera è stato un percorso molto buono, dagli inizi con il Parma a oggi sono cambiato molto", confessa Buffon. "In Emilia ero un ragazzino con tutti i difetti e le virù tipiche dell'età, ora sono una persona adulta molto più matura e riflessiva e che spera di non commettere più certi errori".
Pallone d'oro - Secondo nella classifica del Pallone d'Oro nel 2006, il numero uno della Juventus non ha rimpianti. "Non l'ho vinto e basta, non c'è altro da dire. Quello che ho fatto e quello che sono lo può vedere chiunque ed è sufficiente per giudicare. E poi non si capisce bene sulla base di cosa venga assegnato. Perchè se va al giocatore più forte anche per i prossimi dieci anni vedremo una sfida tra Ronaldo e Messi".
Ancelotti il grande - Per quanto riguarda gli allenatori, il portiere di Carrara ha idee molto chiare: "Vanno sempre rispettati e considerati i capi del gruppo. Mi piacciono i tecnici che riescono a ottenere il massimo risultato da tutti". E si esprime anche su Ancelotti, conosciuto ai tempi del Parma: "Già allora si vedeva che poteva diventare un grande allenatore, non mi sorprende che il Real giochi così bene, ha le conoscenze tattiche e umane per poter allenare squadre come quella spagnola".