La rovesciata di Bale contro il Liverpool rappresenta solo l'ultima rete di alto tasso tecnico che è stata realizzata in una finale di Champions. Prima di lui è impossibile dimenticare la prodezza di Savicevic in Milan-Barcellona o quella di Zidane in Real-Bayer Leverkusen. Qual è la migliore di tutte?
Il Real Madrid sabato ha battuto il Liverpool e messo le mani per la terza volta di fila sulla Champions League. A mettere in discesa l'incontro per gli uomini di Zidane ci ha pensato il neo entrato Gareth Bale che ha riportato avanti nel punteggio i suoi con una spettacolare chilena che tanto ha ricordato quella di Cristiano Ronaldo che aveva fatto alzare in piedi tutto lo Stadium nell'andata dei quarti contro la Juventus. Un gol meraviglioso che resterà nella storia della competizione. Eppure, nelle 63 finali disputate tra Coppa Campioni e Champions League, non si può affermare con certezza che quella di Bale sia stata la rete più bella mai realizzata nell'atto conclusivo del torneo. Tanti, anzi tantissimi, sono stati infatti i gol che ci hanno fatto stropicciare gli occhi, a volte realizzati dai giocatori più impensabili e altri messi a segno che, in virtù di queste prodezze, hanno certificato la loro etichetta di "campioni". Molti di questi, inoltre, hanno visto protagonisti club italiani, sebbene nella maggior parte dei casi siano stati inutili perché arrivati in situazioni che hanno poi visto trionfare le formazioni avversarie.
Il sinistro fulmineo di Felix Magath in Amburgo-Juventus 1-0 (finale di Champions 1982-83)
Il primo di questa lunga lista fece piangere ad esempio i tifosi bianconeri. Nel 1983 ad Atene si disputò la finale tra Amburgo e Juventus che vide la Vecchia Signora perdere la seconda delle sue sette finali di Champions. A decidere l'incontro fu una rete dopo appena nove minuti di Felix Magath, centrocampista diventato poi allenatore vincente sulle panchine di Bayern Monaco e Wolfsburg. Il tedesco di origini portoricane raccolse palla poco oltre la linea di centrocampo, eluse l'intervento di un difensore fintando un tiro e poi scaricò un violentissimo sinistro da fuori area, con Zoff che non potè fare altro che osservare la palla finire dritta all'incrocio e spegnere i sogni di gloria della Juve.
"Il tacco di Allah" di Rabah Madjer in Porto-Bayern Monaco 2-1 (finale di Champions 1986-87)
Quattro anni dopo invece furono i tedeschi a perdere la finale. Non erano i teutonici dell'Amburgo, ma quelli del Bayern Monaco che al Prater di Vienna partirono da super favoriti e incassarono invece un incredibile 2-1 in rimonta dal Porto. Ad avviare il ribaltone fu Rabah Madjer che risolse un'azione confusa in area con un geniale e folle colpo di tacco che riequilibriò la situazione. "Il tacco di Allah" tre minuti dopo confezionò poi l'assist per il gol vittoria di Juary che riportò la Coppa delle grandi orecchie in Portogallo dopo 25 anni.
Il bolide su punizione di Ronald Koeman in Barcellona-Sampdoria 1-0 (finale di Champions 1991-92)
Un sogno rincorso a lungo, una tenacia durata 90 minuti e poi l'equilbrio spezzato solo ai tempi supplementari. La Sampdoria nel 1992 andò vicinissimo all'impresa, ma alla fine dovette arrendersi alla maggiore esperienza del Barcellona. Il match - un replay della finale di Coppa delle Coppe giocata tre anni prima - fu deciso dalla rete al 112' di Ronald Koeman che piegò le mani di Pagliuca con un bolide direttamente su calcio di punizione. Il calcio piazzato dell'olandese consegnò al Barça la prima Coppa Campioni della sua storia.
L'"arco" di Dejan Savicevic in Milan-Barcellona 4-0 (finale di Champions 1993-94)
Anche i blaugrana dovettero gettare le armi però davanti allo strapotere del Milan di Fabio Capello che proseguì il ciclo vincente e rivoluzionario inaugurato da Arrigo Sacchi. Anche in quell'occasione fu Atene a fare da scenario a uno dei gol più che si siano mai visti in una finale di Champions. I rossoneri surclassarono il Barcellona con un netto poker, ma fu la prodezza di Dejan Savicevic a rubare la scena. Il montenegrino aggredì un calciatore del Barça sulla linea laterale, vinse il rimpallo e beffò il portiere Zubizarreta con uno splendido pallonetto da circa 20 metri che valse il momentaneo 3-0 per il Milan. Ci pensò poi Desailly a chiudere i conti. Una traiettoria ad arco che in seguito fu riprodotta nello stadio Spyros Louīs della capitale greca, come copertura dal forte sole e dalla pioggia, dall'architetto Calatrava per le Olimpiadi del 2004. E chissà che a ispirare lo spagnolo naturalizzato svizzero non sia stata proprio la parabola realizzata da Savicevic.
Il tacco di Alex Del Piero in Borussia Dortmund-Juventus 3-1 (finale di Champions 1996-97)
Nella finale di Monaco del 1997 la genialità di Alex Del Piero fu mostrata al mondo intero. L'ex numero 10 bianconero arrivò alla partita contro il Borussia Dortmund in condizioni fisiche precarie e fu infatti risparmiato da Lippi nella prima parte di gara. Con la Juve sotto 2-0 però, l'allenatore campione del mondo con la Nazionale fu costretto ad affidarsi al talento di Pinturicchio che al 65' s'inventò la rete che riaccese le speranze dei suoi. Boksic penetrò nell'area di rigore dei tedeschi, resistette alla carica dei difensori del Borussia e crossò in mezzo, dove Del Piero battè Klos con un fantastico colpo di tacco di prima intenzione.
Il lob di Lars Ricken in Borussia Dortmund-Juventus 3-1 (finale di Champions 1996-97)
A chiudere ogni velleità di rimonta per la Juventus ci pensò Lars Ricken. L'ex centrocampista giallonero entrò al 70' e dopo meno di 60 secondi riportò i suoi avanti di due reti e sancì la conquista della Champions League da parte del Dortmund. Meraviglioso il tocco con la quale Ricken, con la squadra di Lippi sbilanciata alla ricerca del pareggio, superò Peruzzi da almeno 25 metri e in posizione laterale con un destro che si abbassò improvvisamente e terminò in rete con l'aiuto della traversa.
Il mancino volante di Steve McManaman in Real Madrid-Valencia 3-0 (finale di Champions 1999-2000)
La prima Champions del terzo millennio fu preda, tanto per cambiare, del Real Madrid che travolse i connazionali del Valencia, guidati da Cuper e sconfitti nuovamente in finale l'anno successivo, con un netto 3-0. Morientes aprì le marcature e Raul le chiuse, ma nel mezzo fu il gol dell'inglese McManaman a mettere definitivamente in discesa l'incontro. Spettacolare la conclusione del centrocampista che colpì la sfera al volo indirizzandola all'angolino basso e lasciando di sasso Canizares.
La volée di Zinedine Zidane in Real Madrid-Bayer Leverkusen 2-1 (finale di Champions 2001-02)
Messo alle spalle il trionfo del Bayern Monaco, il Real tornò a primeggiare in Europa nella stagione 2001-02. I Blancos si scontrarono contro il Bayer Leverkusen all' Hampden Park di Glasgow. I gol iniziali di Raul da una parte e Lucio dall'altra accesero subito la sfida, ma fu poi una perla di Zinedine Zidane allo scadere del primo tempo a indirizzare definitivamente l'incontro a favore della formazione di Madrid. Roberto Carlos mise in mezzo un campanile dalla corsia sinistra e Zizou colpì la sfera che spioveva dall'alto con un meraviglioso sinistro al volo che si infilò sotto la traversa e trafisse Butt. Un golazo che permise agli spagnoli di alzare al cielo per l'ottava volta la Coppa dalle grandi orecchie.
Il pallonetto di Hernan Crespo in Liverpool-Milan 4-3 d.c.r. (finale di Champions 2004-05)
Difficile da dimenticare, specie per i tifosi rossoneri, la tragica finale di Istanbul tra Milan e Liverpool. I Reds, sotto di tre gol all'intervallo, furono capaci di riequilibrare il punteggio in soli sei minuti e di vincere poi la Champions alla lotteria dei rigori. Un esito quasi impossibile da pronosticare al termine dei primi 45 minuti che videro dominare in lungo e largo la formazione di Ancelotti. Maldini sbloccò il punteggio dopo pochi secondi, poi fu una doppietta di Crespo ad aumentare il vantaggio. Bellissima la rete del momentaneo 3-0, arrivata al termine di un contropiede fulmineo e concluso da uno spettacolare tocco sotto del centravanti argentino a tu per tu con Dudek.
Il destro chirurgico di David Villa in Barcellona-Manchester United 3-1 (finale di Champions 2010-11)
L'anno successivo al Triplete dell'Inter, il tiqui taca di Guardiola tornò a dominare il calcio europeo. Il Barcellona affrontò nella finale di Wembley il Manchester United e portò a casa la coppa con il risultato di 3-1. La rete che mise in cassaforte la vittoria blaugrana la firmò David Villa, con un destro chirurgico su cui non potè intervenire neanche un gigante come van der Sar. Un controllo e tiro da fermo, poco fuori l'area di rigore, che l'attaccante spagnolo riuscì a effettuare in una frazione di secondo e che sancì la definitiva resa dei Red Devils.
La rovesciata di Mario Mandzukic in Real Madrid-Juventus 4-1 (finale di Champions 2016-17)
Messo al tappeto l'Atletico Madrid ai rigori, il Real mise a segno il double nella finalissima di Cardiff dello scorso anno. Il poker ai danni della Juventus non concesse nessun diritto di replica alla squadra di Allegri, nonostante i bianconeri fossero riusciti momentaneamente a realizzare la rete del pareggio e a mettere in discussione il punteggio finale dell'incontro. Sul risultato di 1-0 a favore degli spagnoli, fu Mario Mandzukic a inventarsi il gol del pari con una spettacolare rovesciata che colse impreparato Keylor Navas. L'attaccante croato raccolse la sponda, all'interno dell'area, di Higuain e con un'acrobazia mise la sfera alle spalle del portiere costaricano, regalando l'illusione della vittoria ai suoi. Nella ripresa furono poi i centri di Casemiro, Ronaldo e Asensio ad annullare ogni possibilità di successo per la Juve.
La chilena di Gareth Bale in Real Madrid-Liverpool 3-1 (finale di Champions 2017-18)
Quest'anno il Real Madrid è riuscito a centrare anche la terza Champions consecutiva, la 13^ della sua storia. Una notte che i giocatori di Zidane non dimenticheranno mai e in particolare Gareth Bale, vero eroe della serata. È stato lui a effettuare una rovesciata da urlo che ha battuto Karius e messo in ginocchio la squadra di Klopp. Un gesto tecnico inaspettato che ha fatto sobbalzare dal seggiolino i numerosi tifosi spagnoli presenti all'Olimpico di Kiev.