Tutti lo conoscono (da uno studio il 98% degli europei), ma in pochi sanno le parole. Scritto in tre lingue (più una, il giorno della finale), fu composto nel 1992 ispirandosi a un'opera di Handel ed esordì a San Siro, quando van Basten fece 4 gol al Goteborg
È la musichetta che ogni calciatore, almeno una volta nella vita, sogna di sentir risuonare. Per non parlare dei tifosi: chi non si è mai trovato a urlare a squarciagola quel “the champioooons” che ha reso così mitico l’inno della Champions League? Quello è il momento in cui capisci che lo spettacolo sta per iniziare: i giocatori, allineati e serissimi, lo ascoltano con la compostezza e la concentrazione tipiche del grande evento; i volumi dei televisori salgono al massimo. Scende anche qualche lacrima: ai più emotivi succede. Per non parlare della carica che riesce a dare un inno del genere, inimitabile. Resta da chiarire solo cosa dica il testo. E non veniteci a raccontare che non ve lo siete mai inventati: tutti almeno una volta nella vita l’abbiamo fatto.
In che lingua è scritto l'inno della Champions?
Se non siete mai riusciti a comprendere tutte le parole non preoccupatevi, non tutti masticano inglese, francese e tedesco e riescono a saltellare con disinvoltura da una lingua all’altra. Il testo dell’inno della Champions, infatti, è scritto nelle tre lingue ufficiali della Uefa, inglese, francese e tedesco appunto, con una sequenza di frasi alternate. Per capirci: si parte con “Ce sont les meilleures équipes” (francese: “Queste sono le migliori squadre”), il concetto è ripetuto in tedesco (“Es sind die allerbesten Mannschaften”), poi si passa all’inglese (“The main event”, “L'evento principale”) e così via, fino a quel “The champions” (“I campioni”) che costituisce la parte più riconoscibile dell’inno. In occasione delle finali, poi, viene inserita in controcanto anche la lingua dello stato ospitante. In tutto cinque strofe in tedesco, quattro in francese, tre in inglese, per un totale di tre minuti in cui il mondo del calcio trattiene il respiro grazie soprattutto al crescendo del coro. Quello che si urla a squarciagola appunto, che riconosce anche chi non è appassionato di pallone, che ha contribuito a creare una sorta di "identità" all'interno del mondo del calcio europeo.
Chi ha composto l'inno della Champions?
Il testo, molto semplice, non spicca certo per la sua profondità, ma la musica epica che lo accompagna contribuisce alla creazione dell’atmosfera magica: scritta nel 1992 in occasione della nascita della Champions League (la Coppa dei Campioni non aveva un suo inno), il merito è del musicista britannico Tony Britten, diplomato al Royal College of Music, che volle fare un omaggio a George Frideric Handel. Del compositore tedesco (che visse a lungo a Londra, e naturalizzato inglese) si riprendono stile e armonie, ispirandosi in particolare all'inno "Zadok the Priest", composto da Handel per l'incoronazione di Giorgio II di Gran Bretagna ed eseguito a ogni successiva incoronazione britannica, tradizionalmente durante l'unzione del sovrano. Inni e concerti d’organo, d’altra parte, sono ciò che rese celebre Handel a cavallo tra 1600 e 1700, in pieno periodo barocco, ed ecco spiegata dunque la solennità che l’inno della Champions riesce a trasmettere. Il resto lo fanno la Royal Philharmonic Orchestra e il Coro dell'Academy of Saint Martin in the Fields, che l’hanno eseguito nella sua versione ufficiale.
Quando è stato suonato per la prima volta?
L’inno della Champions ha fatto il suo esordio ufficiale il 25 novembre 1992. Si giocava la prima giornata della fase a gironi dell’edizione 1992/93 della neonata Champions e in 4 stadi contemporaneamente risuonarono per la prima volta quelle note: palchi d’onore per il debutto dell’inno furono Ibrox Park a Glasgow (prima di Rangers-Olympique Marsiglia), il das Antas di Oporto (dove si giocava Porto-Psv), lo Jan Breydel di Bruges (prima di Bruges-Cska) e San Siro, dove andava in scena Milan-Goteborg, finita 4-0 per i rossoneri con 4 gol di van Basten, tra i quali quello celebre in rovesciata. Evidentemente il Cigno di Utrecht era sensibile a quelle note.
L'inno della Champions oggetto di studio
Incredibile ma vero, da quel giorno l’inno della Champions è stato persino oggetto di studi e di ricerche. C’è chi, come il sociologo Anthony King dell’Università di Exeter, in quella musica ci ha visto “uno scintillante suono metallico che riflette musicalmente il trofeo stesso, con musica e colori che si fondono comunicando un concetto di argento sia sonoro che visivo” e chi l’ha inserito in un più ampio studio sulla musica continentale, elevandolo a simbolo musicale dell’Europa, come lo svedese Johan Fornäs.
Molto più banalmente, poi, ci sono le continue dichiarazioni dei giocatori, da quelli che raccontano dei brividi provati mentre l’inno risuona nel loro stadio, a quelli che non l’hanno mai sentito dal vivo e in ogni intervista ripetono che il loro sogno è “ascoltare la musichetta della Champions” (sì, proprio così, tutti la chiamano ormai "musichetta", non inno). Se poi riuscite a trovare qualcuno che non lo conosca, sappiate che avete a che fare con un “esemplare” raro. Da una ricerca commissionata dalla Uefa risultò che il 98% degli europei conosce l’inno della Champions League. Che sappia le parole è un altro fatto.
Il testo dell'inno della Champions
Ce sont les meilleures équipes
Sie sind die allerbesten Mannschaften
The main event
Die Meister
Die Besten
Les Grandes Équipes
The Champions
Une grande réunion
Eine große sportliche Veranstaltung
The main event
Ils sont les meilleurs
Sie sind die Besten
These are the champions
La traduzione:
Queste sono le squadre migliori
Queste sono le squadre migliori
L'evento principale
I Campioni
I migliori
Le squadre più grandi
I Campioni
Un grande incontro
Un grande evento sportivo
L'evento principale
Loro sono i migliori
Loro sono i migliori
Loro sono i campioni