
Napoli-Psg, Cavani torna al San Paolo. Triplette, poker e una Coppa: la sua storia in azzurro. LE FOTO
Tre anni, 104 gol, otto triplette, un poker e una Coppa Italia vinta in finale contro la Juve. L'uomo che ha riportato in Champions il Napoli dopo vent'anni e che ha battuto anche Maradona. Metà Matador metà "mostro", come quando faceva impazzire i suoi tifosi a suon di reti. Il grande ritorno è apparecchiato, e scapperà anche qualche lacrima come quel 12 maggio del 2013 contro il Siena?

L’abbraccio con Aurelio de Laurentiis il giorno del suo arrivo a 23 anni con ancora l’apparecchio ai denti. La gioia per i gol e quel magone l’ultima volta sul prato del San Paolo nel 2013. L’immancabile statuetta del presepe e quella Coppa alzata al cielo, l’unica ma indelebile nel cuore dell’uruguaiano e dei suoi tifosi.

Edinson Cavani arriva in Italia scovato dal Palermo e prelevato dal Danubio Fútbol Club di Montevideo nel gennaio del 2007. In Sicilia i primi passi: 4 anni, 117 partite e 27 gol.

Il destino del “Matador del gol” è già segnato. L’indizio arriva quando nell’agosto del 2009 segna proprio contro il suo futuro club.

Quella sera vinceranno i rosanero dopo il pari di Hamsik e il definitivo 2-1 nel finale di Fabrizio Miccoli. Unico centro in sei partite da avversario. In Champions col Psg è in arrivo la settima sfida da rivali.

Il grande colpo firmato ADL arriva poi il 22 luglio del 2010, quando viene ufficializzato il suo acquisto in cambio di 17 milioni di euro (5 per il prestito oneroso e i restanti 12 fissati come obbligo di riscatto).

La maglia? La numero 7, che gli cede l’amico argentino Lavezzi. “Sono contento. Fondamentale la fiducia che mi hanno dimostrato. L'Inter? C'erano delle possibilità, ma quando è arrivata la proposta del Napoli sapevo che la città era bellissima, e che la gente era calda come nel mio Paese”.

La presentazione arriva al San Paolo il 3 di agosto nella prima amichevole stagionale contro il Wolfsburg. A salutarlo 4mila persone, non proprio le 70mila che si presentarono per Maradona il 5 luglio del 1984…

Eppure la fiducia in quel bomber cattivissimo sotto porta è già immensa. E nei classici presepi spunta anche la sua statuetta.

L’allenatore con cui condividerà i tre anni da record sarà sempre lui, Walter Mazzarri. Fedelissimo e praticamente inamovibile: lo metterà al centro dell’attacco e lui finirà al centro dei cuori dei suoi nuovi tifosi.

L’esordio ufficiale in maglia azzurra è dunque datato 19 agosto 2010, nell'andata dei play-off di Europa League contro gli svedesi dell’Elfsborg. Al ritorno in Svezia arriveranno anche i suoi primi due gol per l’accesso ai gironi. La corsa europea di quella stagione si chiuderà però ai sedicesimi contro il Villarreal.

E l’esordio in Serie A? Col botto, ovviamente. Inzuccata e…

…palla in rete! Alla prima contro la Fiorentina: momentaneo 1-0 che poi diventerà 1-1.

È questa la grande gioia numero uno a Napoli, a cui poi seguirà ben presto anche la prima tripletta di sempre contro l’Utrecht in Coppa. Ma l’appuntamento dove “Edi” inizia veramente a farsi conoscere in Italia è in quello storico 3-0 rifilato alla Juventus del gennaio 2011. Il San Paolo è in visibilio e impazzisce per il suo bomber.

Uno!

Due!

E tre!

Tutti di testa. La partita perfetta con cui Cavani “mata” i bianconeri.

La storia? È un continuo aggiornamento di record per l’uruguaiano, che il 3 aprile del 2011 ne fa altri tre alla Lazio nel rocambolesco 4-3 del San Paolo, superando il primato di gol del club di Antonio Vojak in una singola stagione che resisteva addirittura da settantotto anni.

Dopo quel tris l’ultima rete personale dell’anno è proprio contro il suo ex Palermo, su rigore.

Al termine del primo campionato i gol di Cavani sono 26 in 35 partite. 33 in stagione. Il Napoli è terzo e va direttamente in Champions: l’ultima volta era stata nel 1990, quando gli azzurri vinsero il secondo scudetto guidati da sua maestà Diego Armando Maradona.

La stagione seguente è allora inevitabilmente quella conferma. Fortuna o vera bravura? Cavani risponde alla domanda col gol all’esordio in Champions il 14 settembre del 2011 contro il Manchester City.

Quattro giorni dopo i primi gol in A sono ancora una tripletta: inflitta al Milan campione d’Italia in carica. Sarà quello il primo “pallone portato a casa” della storia del campionato italiano, prendendo in prestito l’usanza dal campionato inglese.

Al ritorno contro i Citizens di Mancini arriva una vittoria pesantissima (con gol) contro la squadra che a fine stagione trionferà in Premier League. A fine girone Cavani&Co strappano così il pass per gli ottavi.

Il primo grande cammino dell’Europa dei grandi da vent’anni a questa parte si chiude però subito contro il Chelsea. All’andata al San Paolo è pandemonio: 3-1, segnano Cavani e due volte Lavezzi. Il sogno è vicinissimo…

…ma si infrangerà al ritorno. Roberto Di Matteo subentra a Villas-Boas. Al Napoli Inler non basta: segnano i senatori Drogba, Terry, Lampard e Ivanovic nei supplementari. Sarà poi quel Chelsea a vincere la Champions League.

Chiuso il capitolo Europa c’è però ancora il campionato. L’ultima rete della Serie A 2011-12 di Cavani è di nuovo, curiosamente, contro il Palermo. La classifica dice quinto posto ed Europa League, ma la stagione non è ancora finita…

Il 20 maggio 2012 altro appuntamento con la storia: nella finale di Coppa Italia contro la Juventus Cavani segna su rigore il vantaggio che poi Hamsik raddoppierà.

Ciliegina sulla torta di una stagione ancora da 33 gol.

Per Cavani è il primo (e unico) trofeo vinto con la maglia del Napoli.

Della Coppa Italia ne sarà anche il capocannoniere con cinque reti, una almeno in ogni fase di avanzamento del torneo. Semplicemente mostruoso.

La Supercoppa successiva? È subito l’occasione buona per bissare il trionfo del maggio precedente. Il Matador segna ancora ma la Juve vince 4-2. Poco male, altre grandi traguardi sono in arrivo per l’uruguaiano…

Altro capitolo chiave della sua storia: Napoli-Dnipro. Gironi di Europa League. Data: 8 novembre del 2012.

Da quel giorno (e per sempre) nella mente, e nelle orecchie, di tutti i suoi tifosi soltanto tre parole, ma ripetute all’infinito: “È UN MOSTRO! È UN MOSTRO! È UN MOSTRO”.

In quella partita Cavani di gol ne fa quattro. Poker! Ribaltando l’1-2 ospite con tre reti (dopo la prima del momentaneo 1-0) in sedici minuti esatti, tra il 77’ e il 93’.

La storia in Europa si fermerà però ancora ai sedicesimi di finale contro il Viktoria Plzen, ma in campionato le cose funzionano sempre a meraviglia. Cavani segna una tripletta anche all’Inter chiudendo il suo cerchio di tris alle tre grandi del campionato italiano. Il suo “canto del cigno” col Napoli sono sette reti nelle ultime cinque giocate.

Ai “Gran Galà del calcio” sarà per tre anni consecutivi nella squadra dell’anno. E nel 2010 anche “Calciatore più amato dai tifosi”.

L’ultima al San Paolo arriva dunque contro il Siena. Quel 12 maggio è il giorno del grande addio: le big d’Europa lo vogliono e sarà impossibile trattenerlo. Lui segna ancora, esulta con Insigne (ora suo avversario) e riporta di nuovo gli azzurri in quella Champions che non giocherà: al suo posto arriverà il Pipita Higuain.

Cavani chiude il campionato con 29 reti in 34 partite, diventando il secondo giocatore del Napoli, dopo Diego Armando Maradona, a vincere la classifica cannonieri del campionato di Serie A (li raggiungerà di lì a poco proprio Higuain).

Arrivato con l’apparecchio ai denti e 4mila tifosi allo stadio, “Edi” se ne va da re. La sua storia col Napoli racconta di 138 partite, 104 gol. Una media di uno ogni 111 minuti e di 35 a stagione. Otto le triplette più un poker. E quarto marcatore all time (in appena tre anni!) del club.

Dunque la partenza, 64 milioni pagati dal Psg dove vincerà quasi tutto (176 gol e 18 titoli). Cosa rimane della sua storia a Napoli? Quel magone e quella commozione dell’ultima volta al San Paolo. Presto penultima.