Secondo il Times, l'ECA (l'Associazione dei Club Europei) e l'Uefa sarebbero vicine a raggiungere un accordo per ampliare la competizione rispetto all'attuale formula con 4 partite in più. Ecco nel dettaglio le proposte
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Il Times rivela che i club più importanti d'Europa, durante il loro ultimo meeting a Parigi, hanno deciso che c'è margine di manovra per espandere l'attuale formato della Champions League e aumentarne il prestigio, anche dal punto di vista economico, con più partite e di conseguenza maggiori incassi derivanti da premi, risultati e diritti telelevisivi.
Con la nuova formula, si passerebbe dalle attuali 13 partite a 17 (previste per chi, ovviamente, raggiunge la finale). L'iniziale richiesta dell'Eca era di aumentare la competizione fino a 10 gare in più, ma la proposta di limitarsi all'aumento di 4 match per la competizione sembra aver soddisfatto tutti. Le modifiche potrebbero essere adottate a partire dalla stagione 2024-25.
Come si passerebbe da 13 a 17 partite? Al vaglio ci sono due possibilità distinte per ampliare la competizione: la prima è quella di riformulare i gruppi e creare otto gironi da 6 squadre, invece degli attuali otto gironi da 4 squadre.
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Altra soluzione ipotizzata, sempre legata alla riformulazione dei gironi, è limitare l'allargamento della competizione: creare sei gruppi da 6 squadre (e non otto gruppi), sempre con 10 gare a testa da disputare, dunque, prima di passare alla fase a eliminazione diretta. Questa sarebbe un'assoluta novità per la Champions, mentre questo modello è stato già adottato nel passato in Europa League con gironi da 5 squadre.
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La seconda possibilità, invece, è quella di istituire una seconda fase a gironi in sostituzione dei quarti di finale. Le otto squadre qualificate verrebbero scomposte, infatti, in due gruppi da 4: le prime due conquisterebbero l'accesso alle semifinali.
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Questa formula non è del tutto inedita nella storia della Champions. Dalla stagione 1999-2000 al 2002-23, infatti, l'Uefa ha già adottato questa soluzione, con l'introduzione della seconda fase a gironi per decretare le squadre qualificate ai quarti di finale.
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Nel nuovo format previsto, inoltre, ci sarebbe un'ulteriore novità secondo il Times: le quattro squadre qualificate alle semifinali si garantirebbero automaticamente l'accesso alla fase a gironi dell'edizione successiva della Champions, a prescindere dall'effettiva posizione raggiunta nei rispettivi campionati nazionali.
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Cosa manca per raggiungere l'accordo? Il problema principale è trovare spazio nel calendario. L'ampliamento della Champions, infatti, significherebbe alterare il calendario dei grandi campionati d'Europa e delle coppe nazionali. Con il nuovo format alcuni tornei minori rischierebbero di essere rimossi, senza dimenticare che dal 2021 sarà istituita anche una terza manifestazione continentale: l'Europa Conference League.
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In Inghilterra, ad esempio, si farebbe fatica a trovare date utili in cui disputare la League Cup. La soluzione ipotizzata sarebbe quella di far giocare questa Coppa solo a squadre escluse dalle grandi competizioni europee. Una rivoluzione che, di conseguenza, rischierebbe di far calare l'interesse sulla manifestazione. Sarebbe più facile, invece, incastrare i nuovi impegni della Champions in Spagna, visto che la nuova formula della Coppa del Re (gara secca fino alle semifinali) garantisce uno spazio maggiore nel calendario.
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E in Italia? Dando un'occhiata al calendario di questa stagione, ad esempio, si può notare che ci sarebbe un solo slot infrasettimanale libero per poter disputare le integrative partite di Champions: quello di martedì 3 e mercoledì 4 dicembre. Al massimo, ipotizzando un sorteggio posticipato al nuovo anno, anche quello di martedì 17 e mercoledì 18 dicembre. Prendendo in considerazione anche eventuali mesi successivi, resterebbero libere altre tre settimane: la prima, la terza e l'ultima di febbraio. Tra i turni infrasettimanali di Serie A e le gare di Coppa Italia, la cui formula attuale prevede un massimo di 5 partite nella fase finale (si comincia a gennaio, semifinali tra il 12 febbraio e il 4 marzo, prima della finale in programma il 13 maggio), non ci sarebbero altri buchi di calendario disponibili da colmare. A meno di non reintrodurre due turni di campionato durante le festività natalizie: una soluzione adottata lo scorso anno (con una pausa comunque garantita tra il 6 e il 20 gennaio) e subito abbandonata.