Viaggio nel cuore nerazzurro di Monaco: come l'Inter Club vivrà la finale di Champions

Trautenwolfstraße, numero 1. Proprio all’angolo con la placida Leopolstraße, viale alberato pieno di negozi e coppie a passeggio. È qui che pulsa costantemente il cuore interista della Monaco calcistica. Quello stesso cuore che, con ansia e trepidazione, attende l’atto finale di una stagione che, per forza di cose, proprio da quest’ultima partita sarà definita. Siamo venuti fino al Keg bar, pub dedito allo sport da trasmettere in tv accompagnato da un buon alternative rock e dalla solita birra che scorre a fiumi, per incontrare Sandro, uno dei tre componenti del direttivo dell’Inter Club di Monaco di Baviera, che ha scelto le mura di questo locale per contenere tutta la loro passione tipicamente italiana. “Ma non per la finale”, ci racconta subito Sandro. “C’erano troppe richieste, abbiamo dovuto prendere una location apposita e abbiamo organizzato un grande evento, in un edificio storico che è stato trasformato in auditorium. Ci saranno più di 750 persone, un numero pazzesco per un club come il nostro che conta 120 associati, e alcune vengono da molto lontano, tipo New York e Oman: avevano preso il biglietto d’areo ancora prima di quello della partita, ma poi non sono riusciti a trovare il secondo e quindi hanno fatto richiesta per vederla con l’Inter Club”. L’evento dell’anno, decisamente, per Sandro e i suoi tanti amici nerazzurri, che quest’anno hanno avuto la fortuna di riuscire a vedere per ben due volte la propria squadra giocare nella città dove vivono. A proposito, da quanto vivi qui a Monaco? E come ci sei finito? Sono arrivato qui da Lecce 7 anni fa, nel 2018, per un lavoro stagionale perché ero senza lavoro. Poi, meno di un mese prima di tornare in Italia, ho conosciuto la mia ragazza. Abbiamo iniziato a frequentarci, poi a sentirci a distanza, e a gennaio del 2019 sono tornato definitivamente qui. Trovando una nuova casa e una grande comunità italiana. E hai scoperto anche l’Inter Club Eh già, proprio nel pub che avevo iniziato a frequentare, pensa che caso. Era il periodo dell’Oktoberfest, me lo ricordo perché c’era un mio amico che mi era venuto a trovare, e una sera c’era Barcellona-Inter, quella che abbiamo perso 2-1. Sono entrato e ho visto i maxischermi e poi avevo visto in giro dei ragazzi con le sciarpe dell’Inter. A fine serata ho iniziato a parlare con loro chiedendogli se mi potevo iscrivere e dalla stagione dopo avevo la tessera. Fino a diventarne uno dei tre componenti del direttivo Evidentemente pensavano fossi uno affidabile Perché non è così? Ma sì certo che lo è, basta guardare cosa siamo riusciti a organizzare per questa finale. Sarà l’evento più grande della storia del nostro club, serve addirittura il biglietto per poter entrare, tipo codice per il biglietto della finale, e averlo organizzato mi rende orgoglioso. Avremo 250 posti a sedere con tavoli e sedie ordinati da noi, palloncini e decorazioni nerazzurre, striscioni che gli Inter Club possono esporre, anche un megafono per fare i cori. E tu sarai li con loro a soffrire, immagino… Eh, no. Io ho avuto la fortuna di riuscire a trovare un biglietto per lo stadio. Non mi chiedere come. Perciò sarà la seconda volta che andrai all’Allianz in questa stagione? Eh sì, quest’anno mi ha detto proprio bene. Anche perché pure in quell’occasione è stata un vero colpo di fortuna. In che senso? Nel senso che sui 75 biglietti che avevamo richiesto come club solo 15 ce ne sono stati dati. Purtroppo, succede sempre così, perché ovviamente le richieste sono altissime. Anzi, siamo stati fortunati perché la partita era a Monaco e quindi ce ne hanno dati di più. In genere quando li chiediamo ne arrivano 1 o 2. E’ stata un’emozione fantastica, vedere qui a Monaco la mia Inter battere in quel modo il Bayern mi ha riempito d’orgoglio. Quindi? Quindi abbiamo dovuto sorteggiare i biglietti, dopo aver messo i nomi in un bussolotto. E, incredibilmente, il mio è venuto fuori. Qui siamo a Monaco e ti muovi in casa, ma per le trasferte come funziona, ne fate di solito? Sì, ogni volta che possiamo. Ovviamente non abbiamo un pullman ma ci organizziamo con delle macchine e spesso e volentieri è capitato che fossimo un bel gruppetto, come due anni fa a Milano per la semifinale di ritorno di Champions contro il Milan. Anche in quel caso però c’è sempre il problema dei biglietti. Anche se voi siete un club ufficiale Sì, ma ce ne sono tantissimi, 5 solo in Germania, quindi è normale che sia così. Però come Inter Club ufficiale ci siamo comunque tolti molte soddisfazioni, come quando sono venuti a trovarci Zanetti, Cambiasso, Galante e Berni, che erano a Monaco per un evento. È stata una giornata bellissima, siamo potuti stare un po’ con loro e fargli sentire tutto il nostro calore. E come Inter Club cosa fate di solito, quali sono gli eventi che organizzate? Ogni anno abbiamo la cena di inizio e di fine stagione, poi spesso prima delle partite ci vediamo al Keg o in una piazza qui vicina per stare un po’ insieme. Poi ci sono gli eventi speciali come quelli con Zanetti o la finale di Champions. Ma, in fondo, siamo un piccolo gruppo, anche se pieno di energia. A proposito di energia, qual è stata la partita più calda che avete visto al Keg bar? Sicuramente, anche se abbiamo perso, la finale contro il Manchester City. Saremmo stati almeno 60-70 persone, una quarantina nella solita zona e altri sparpagliati da altre parti. Siamo arrivati in corteo, radunando tutti i tifosi dell’Inter, anche alcuni che si sono iscritti poi al club e c’era un’atmosfera fantastica. Poi quella col Bayern Monaco qui ai quarti, ma quella è un’altra storia. Una storia che non è ancora finita. Te lo sentivi, prima della partita, che l’Inter sarebbe tornata a giocare a Monaco di Baviera, per la finale? A essere sincero no, ma era ancora troppo presto. Però mi ricordo benissimo una cosa, che venni intervistato da un tuo collega di Sky.de e gli dissi che avremmo vinto 2-1. Ci ho visto lungo evidentemente. E allora dimmi quanto finisce la finale Eh no, la finale è un’altra storia. C’è anche molta scaramanzia di mezzo. Da vero italiano, insomma. Che tifa Inter anche da lontano. Da Monaco, in questo caso. Dove domani Inzaghi e i suoi ragazzi possono riscrivere la storia. Anche insieme a loro, i ragazzi dell’Inter Club

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Michele Mastrogiacomo