José e Antonio: così diversi, ma così simili

Sette anni e mezzo, una vita fa se si pensa a cosa è successo nel frattempo. L’ultima volta c’era un trofeo in palio, davanti a circa 90.000 spettatori. Era la finale di Fa Cup, il 19 maggio del 2018, di fronte il Chelsea di Antonio Conte e il Manchester United dell’ex Josè Mourinho. Entrambi avevano già vinto al primo colpo: l’attuale allenatore del Napoli la Premier, riportandola a Stamford Bridge due anni dopo l’ultimo successo, proprio con lo 'Special One' in panchina; il portoghese, trionfando a Stoccolma nella finale di Europa League contro l’Ajax. Un biennio, quello 2016-18, che regalò ai tabloid inglesi merce preziosissima, considerando lo scambio infinito di accuse tra i due già dal primo confronto. Mourinho, che mal digeriva il feeling tra Conte e i suoi vecchi tifosi, quelli del Chelsea, accusò il collega di aver esultato fin troppo sul gol del 4-0 dei 'Blues' a Londra: “Non si esulta così sul 4-0, puoi farlo sull'1-0, altrimenti è un'umiliazione per noi". Era il 23 ottobre del 2016. Qualche mese dopo, il portoghese ha l’occasione di prendersi la rivincita nei quarti di finale di FA Cup, ma anche stavolta, seppur di misura, vince Conte. I due, durante la partita, si urlano qualsiasi cosa davanti a un quarto uomo quanto mai sbigottito. Ma il bello arriva nel postpartita, con Conte che parla di 'anticalcio' del Manchester: “Dallo United abbiamo preso solo calci, questo non è calcio”. Immediata la replica del portoghese rispondendo ai suoi ex-tifosi, che durante la partita gli danno del traditore: “Finché un allenatore non vince quattro titoli al Chelsea, io sono il numero uno. Io Giuda? Sì, ma Giuda number one”. Per la puntata successiva bisognerà attendere l’estate del 2017. Conte, campione d’Inghilterra in carica, sa bene che non è mai facile confermarsi a certi livelli e per sottolinearlo risponde così ai colleghi inglesi durante la tournée estiva: “Sappiamo che la prossima stagione sarà difficile, due anni fa il Chelsea è finito decimo dopo aver vinto la Premier League e Mourinho è stato esonerato a dicembre”. La risposta, per nulla soft, arriva puntualissima dal ritiro dello United: “Non so, potrei rispondere in molti modi, ma non ho intenzione di perdere i miei capelli parlando di Antonio Conte”. E così via, una serie infinita di 'mind games' come li chiamano in Inghilterra, per due lunghe stagioni, fino ad arrivare all’ultimo atto, alla finale di FA Cup di maggio 2018. Anche quel giorno vinse Conte, grazie al calcio di rigore realizzato da Hazard, chiudendo in bellezza la sua avventura al Chelsea. La prima delle tre panchine che lo accomunano a Josè Mourinho. La terza, quella del Tottenham conterà poco per entrambi, ma la seconda, quella dell’Inter, ha un sapore molto poco “Special” soprattutto per il portoghese. L’ultimo a vincere lo Scudetto in nerazzurro nel 2010, l’anno del Triplete, prima di Antonio Conte, dieci stagioni dopo, che in una recente intervista rilasciata a 'Belve' di Francesca Fagnani, ha tenuto però a precisare di aver chiarito ormai da tempo con Mourinho: "Per me lui è un vincente, e io ho un grandissimo rispetto per i vincenti”. A quasi otto anni dall’ultimo incrocio, si ritroveranno di fronte a Lisbona nella sesta giornata di Champions League. Non sarà una finale, ma sia per il Napoli che per il Benfica è sicuramente una sfida da non sbagliare. Chissà alla vigilia cosa diranno, per non parlare dei 90’ che vivranno a stretto contatto sulle due panchine. Due degli allenatori più vincenti negli ultimi 20 anni. Diversi, ma simili, anche se non lo ammetteranno mai.

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José e Antonio: così diversi, ma così simili

Riccardo Gentile