Ritrovarsi, soffrire, crederci: la strada dell'Inter per tornare protagonista in Champions

Ci siamo. Sta per tornare la Champions League, la competizione più bella di tutte. E anche quest’anno l’Inter proverà a confermarsi tra le migliori squadre d’Europa. Dico proverà perché non è affatto scontato quello che hanno fatto i nerazzurri l’anno scorso e nel 2023. Arrivare in finale è complicatissimo ed è già un traguardo enorme. Paragono le due finali raggiunte negli ultimi tre anni a un ‘tetto di vetro’: ti fa vedere le stelle, ma ti dà solo l’illusione di essere lì vicino. Inutile nasconderci, l’Inter, come tutte le squadre italiane, non è tra le favorite alla vittoria finale. Nessuna nostra squadra è al livello dei top club europei come City, Liverpool, Arsenal, Real, Barcellona, Psg e Bayern, e lo abbiamo visto anche in quest’ultimo mercato. Mentre tutte queste super potenze hanno speso centinaia di milioni e acquistato grandi giocatori, il club nerazzurro ha puntato su tanti giovani e sull’esperto Akanji. Confermarsi sarà quindi difficilissimo, ma negli ultimi anni l’Inter ci ha insegnato che nulla è impossibile. Il primo passo per crederci è archiviare definitivamente il 5-0 subìto in finale contro il Psg. Ci sono passato anche io nella mia carriera e posso garantire che non è semplice riprendersi dopo un brutto ko. Per me, la sconfitta più difficile da superare è stata a Italia ’90, il Mondiale a casa nostra. Eravamo fortissimi e avremmo davvero potuto vincere la Coppa del Mondo. Era il sogno di tutti, ma non ce l’abbiamo fatta. Ricordo ancora tutto di quella sera. Rientrammo a Marino, vicino Roma, e passammo tutta la notte svegli a parlare in piscina. Fu durissima ripartire dopo quell’eliminazione. Ma bisognava farlo e l’ho fatto. Come? Ritrovando le motivazioni dentro di me e capendo che nella vita a volte si vince e altre si perde. Dopo una brutta sconfitta si deve ritrovare la fiducia in sé stessi e saper aspettare, perché prima o poi arriva la possibilità di rifarsi e di ritrovare il sorriso. Questa credo sia la sfida più importante per l’Inter e per Chivu, che più sulla tattica dovrà lavorare sulla testa dei suoi giocatori. Il compito del nuovo allenatore nerazzurro non è semplice. Ha preso il posto di un grandissimo allenatore, Simone Inzaghi, che nei suoi anni all’Inter ha vinto molti trofei, portato la squadra a raggiungere importanti traguardi e espresso un bel calcio. Difficilmente Chivu potrà proporre un gioco molto diverso da quello di Inzaghi, perché i giocatori sono pressocché gli stessi e credo sia giusto metterli nelle condizioni migliori, vale a dire farli giocare come sanno. Quello su cui Chivu potrà invece incidere è la mentalità. Cristian dovrà dare nuove motivazioni alla squadra, lavorare sulla testa e convincere i suoi giocatori a seguirlo. Negli anni passati l’Inter ha saputo andare avanti in Champions grazie alla capacità di soffrire. Contro Bayern e Barcellona ha fatto delle partite fantastiche, in cui la capacità di sopportare la sofferenza ha fatto la differenza. Come nella mia esperienza, la chiave per ripartire è ritrovare le motivazioni e diventare ‘ossessionati’. I giocatori devono arrivare a pensare ‘Cavolo, siamo l’Inter, abbiamo fatto due finali, le abbiamo perse ma mettiamoci la testa e il cuore per cercare di arrivarci di nuovo’. Non ho dubbi che in questo Chivu troverà il supporto di Lautaro Martinez. L’argentino è un capitano vero, dà sempre il buon esempio ed è il primo a sacrificarsi per la squadra. Nella sua ultima intervista a France Football ha espresso tutta la sua ambizione, facendo capire ai compagni che – per quanto difficile – raggiungere di nuovo grandi risultati è possibile: “Bisogna ricominciare e continuare, voltare pagina, conservare le cose buone e migliorarle”. Dalla sua mentalità deve ripartire l’Inter. Un altro aiuto può arrivare dalla qualità e dall’entusiasmo dei nuovi arrivati. Su tutti Sucic, che aggiunge tecnica nelle rotazioni a centrocampo. Secondo me in mezzo al campo c’era bisogno più di un giocatore dinamico, come Koné per capirci, ma allo stesso tempo sono convinto che Sucic possa essere un innesto prezioso. Devo ancora scoprire, invece, Diouf e Luis Henrique. Il primo è arrivato da poco e credo Chivu lo inserirà gradualmente. Il secondo, invece, ha fatto anche il Mondiale per Club ma al momento non è riuscito a incidere. In potenza può diventare una risorsa importante, in particolare per aggiungere quei dribbling che mancano da anni alla squadra. Poi c’è Akanji, arrivato nell’ultimo giorno di mercato. Tra i nuovi è il più esperto e penso possa quindi imporsi in tempi più brevi. È duttile, bravo a impostare e solido in difesa: ha tutto per diventare importante. Come Bonny, che è un’alternativa di livello a Lautaro e Thuram, ma anche lui – come i primi citati – è ancora molto giovane e bisogna vedere come risponderà quando il livello delle partite si alzerà. E infine, anche se non è un acquisto, concedetemi di spendere qualche parola su Pio Esposito. Non ho dubbi nel sostenere che sarà l’attaccante del futuro dell’Inter e della Nazionale. Ha tutto: mentalità, fisico, tiro e senso del gol. Ma non bisogna mettergli fretta. È giovane e arriva dalla Serie B, non gli si può chiedere da subito un impatto da top player. Ma penso che già in questa stagione possa fare bene e risultare prezioso nelle rotazioni in attacco. Infine, un ultimo aspetto chiave per il percorso in Champions dell’Inter sarà iniziare con il piede giusto. Il sorteggio è stato durissimo per i nerazzurri, soprattutto considerando che erano in prima fascia, ma in compenso il calendario può dare una mano alla squadra di Chivu. Le prime quattro partite dell’Inter sono infatti – sulla carta! – le più facili e questo può aiutare la squadra nel suo cammino. Iniziare con quattro vittorie sarebbe importante per l’entusiasmo, la classifica e la gestione delle energie. Le ultime partite sono le più dure e anche le più imprevedibili, avere meno bisogno di fare risultato può senza dubbio agevolare. È sbagliato fare calcoli prima ancora di iniziare e non bisogna sottovalutare nessun avversario, ma resto convinto che se l’Inter riuscisse a far bene nelle prime quattro uscite, la stagione della squadra di Chivu ne trarrebbe grandi benefici. Ma sarà il campo, come sempre, a stabilire il destino dei nerazzurri. Perché – come dice Paolo Sorrentino nel nostro spot su Sky Sport – nulla è imprevedibile come lo spettacolo della Champions League. Mettiamoci comodi, il torneo di calcio più bello al mondo sta per iniziare.

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Giuseppe Bergomi