Inter e Milan, cosa cambia dopo il derby di coppa

Il derby di Coppa Italia si è divertito a cancellare certezze che sembravano consolidate. L’esito finale ha rimesso in discussione il bilancio parziale di una stagione che al momento è indecifrabile. L’Inter che sognava il triplete è fuori dalla Coppa Italia, sente la pressione del Napoli in campionato e si avvicina alla prima sfida co il Barcellona con l’autostima in forte calo. Il Milan, protagonista fin qui di un campionato disastroso e di una stagione a tratti da incubo, vede sullo sfondo la possibilità di conquistare il secondo trofeo dopo la Supercoppa di gennaio. La vittoria nel derby sorprende per come è maturata, con la superiorità del Milan che è cresciuta durante la partita fino a diventare clamorosa nel finale. Non sorprende la qualità della prestazione dei rossoneri, capaci di grandi impennate accanto ai troppi passaggi a vuoto. E’ opinione diffusa che la rosa del Milan sia di grande qualità e le tre vittorie e i due pareggi nei derby lo confermano. Per non parlare dell’impresa del Bernabeu. Il Milan ha evidenti problemi di continuità che nascono da due difetti della rosa: la carenza di leadership e una composizione della rosa che ha privilegiato la qualità al necessario equilibrio. Conceicao, da tempo sulla graticola, ha avuto l’intuizione di cambiare tatticamente. Anche chi non ama la difesa a tre ha valutato positivamente la mossa dell’allenatore portoghese. Se hai difensori centrali con le caratteristiche di Pavlovic e Tomori il passaggio a tre può esaltare il rendimento. Come quello di Theo Hernandez, meno sollecitato in copertura con una protezione maggiore alle sue spalle. Il Milan può fare un eccellente finale di stagione anche se rischia di pagare una carenza di motivazioni in campionato con una classifica compromessa e la concentrazione inevitabilmente rivolta alla finale di Coppa Italia. L’Inter è uscita ammaccata dalla sfida di Coppa Italia. L’euforia che aveva invaso la Pinetina dopo aver eliminato il Bayern Monaco in Champions ha fatto posto al timore di chiudere male una stagione che potrebbe essere straordinaria. E’ saltato il triplete ma scudetto e Champions restano due obiettivi concreti. Il problema è che l’Inter arriva al momento decisivo della stagione con una condizione atletica per nulla brillante. La squadra appare stanca. Anche contro il Bayern, pur giocando due grandi partite, la squadra era calata nel finale. Inzaghi, ovviamente, è stato il primo a capirlo e ha fatto delle rotazioni nella sfida decisiva di Coppa Italia che mai avrebbe fatto con una condizione atletica ottimale. L’allenatore adesso deve essere bravo a lavorare sulla testa dei suoi giocatori, convincerli che l’uscita dalla Coppa Italia è un capitolo chiuso, che gli scenari restano esaltanti. Inzaghi dovrà chiedere un sacrificio ai suoi giocatori più rappresentativi. Il derby ha confermato che Calhanoglu è insostituibile. Così come Lautaro, Thuram e Barella. Che Mikhitaryan deve assolutamente ritrovare una buona condizione. Che Asllani e Taremi faticano a questi livelli. La sfida con la Roma in programma domenica pomeriggio diventa uno snodo fondamentale della stagione dell’Inter. Con il Napoli a pari punti e a tre giorni dalla sfida di andata con il Barcellona l’Inter non può permettersi un altro passo falso. Rischierebbe di passare dal sogno triplete all’incubo ‘zero titoli’, come direbbe Mourinho. Che nel 2010 seppe motivare i suoi giocatori in modo clamoroso. Inzaghi adesso è obbligato a emulare il portoghese.

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