Dopo la prima edizione, anche Italia e Inghilterra partecipano al torneo. La Germania Ovest è ancora scettica e non si iscrive. L'Italia elimina la Turchia ma poi capitola contro l'URSS. La sorpresa è la Danimarca di Madsen eliminata solo in semifinale. La finale, a Madrid, vede opposte Spagna e Unione Societica: la decide Marcelino
E' la seconda edizione e rispetto alla prima che aveva generato un mix non proprio esaltante tra attenzione del pubblico e stelle presenti, va decisamente meglio. La coppa Henry Delaunay si trasferisce in Spagna per un campionato continentale guardato ancora con un po' di scetticismo ma che inizia a farsi apprezzare. L'onta del successo dell'Unione Sovietica (campione in carica) fa da traino per la partecipazione di altre Nazionali 'big' come l'Italia e l'Inghilterra. Non partecipa la Germania Ovest per il veto posto dal CT Sepp Herberger contrario a ogni altra manifestazione che non siano i campionati del mondo. Ci sono tanti campioni da osservare: da Suarez ed Eusebio, poi Asparukov, Hamrin, Ole Madsen, ma nella fase finale la Spagna calerà una sorpresa che susciterà molte polemiche. Non ci sono ancora i gironi, si giocano i turni ad eliminazione diretta con gare di andata e ritorno fino ai quarti di finale. La 'final four' si disputa in Spagna dal 17 al 21 giugno.
Spagna, le Furie Rosse rinunciano ai 'galacticos' dell'epoca
Come detto, non mancano le polemiche in Spagna in virtù della decisione del CT José Villalonga di escudere dalla Nazionale i giocatori del Real Madrid: non si vedrà il talento dei vari Puskas, Di Stefano, Gento e Del Sol. Il gioco delle Furie Rosse si basa su corsa e grinta, l'estetica c'è ma in minima parte e garantita da Amancio e Suarez. L'opinione pubblica, in Spagna, è divisa, le critiche non mancano e solo il risultato finale dirà che aveva ragione Villalonga.
Italia: dall'illusione alla reltà
Le premesse per gli Azzurri di Edmondo Fabbri sono decisamente buone. Un 6-0 in Turchia nel match del primo turno all'andata e l'1-0 a Bologna del match di ritorno permettono all'Italia di guardare con fiducia al doppio impegno degli ottavi di finale contro l'Unione Sovietica. Scellerata la gara d'andata: Pascutti espulso per reazione, due gol subiti rendono un'impresa ardua il ritorno e la qualificazione. A Roma c'è l'esordio di Domenghini, la rete di Riva non basta, Mazzola sbaglia un rigore ma i sovietici sembrano fisicamente più pronti, pareggiano 1-1 e volano ai quarti di finale.
La sorpresa: la Danimarca di Madsen
Anni prima del trionfo europeo a sorpresa nel 1992, la Danimarca stupisce, è la sorpresa anche nel 1964 trascinata dalle prodezze di un certo Ole Madsen e che deve vedersela nella gara di spareggio, per accedere alla fase finale, con il sorprendente Lussemburgo. Le prime due partite termina in parità: 3-3 e 2-2. Nello spareggio hanno la meglio i danesi: segna ancora Madsen che è l'autore di tutte le sei reti messe a segno dalla Danimarca nella triplice sfida.
La vittoria di Franco e contro l'opinione pubblica
In semifinale i padroni di casa della Spagna sono di fronte a una certa Ungheria: la vittoria arriva dopo i tempi supplementari dopo un 2-1 grazi alla rete decisiva di Amancio e alle grandi parate di Iribar designato nell'occasione come degno erede del grande Zamora. L'Unione Sovietica sovrasta la Danimarca in un 3-0 senza indugi: la finale è Spagna-URSS. Si gioca al Bernabeu, ufficialmente davanti a 80mila persona, ma si pensa, ne fossero molte di più. L'atmosfera è elettrizzante, all'epoca, un successo della Spagna sarebbe visto come volano per la propaganda franchista. Solo quattro anni prima le due squadre non avevano disputato l’incontro che li opponeva per motivi politici; questa volta, alle note dell’inno sovietico, il pubblico applaude rispettosamente, dando forse vita alla prima vera manifestazione europea del mondo calcio. L'Unione Sovietica appare scarica, la Spagna passa con Pereda, ma i russi pareggiano con Khusainov prima di crollare per mano di Marcelino. La Spagna è campione d'Europa.